Iniziativa a Modena
dell'associazione nel giorno della Festa della Repubblica. Il presidente Sandra
Bonsanti rilancia l'allarme su legge elettorale e riforma del Senato e dice:
"Non c'è alcun rispetto per chi la pensa diversamente. Va di moda il
paragone con la Dc, ma in quel partito esisteva la cultura delle
minoranze"
di Silvia
Truzzi su ilfattoquotidiano.it
29
maggio
2014
Settant’anni (per quasi tutta l’Italia)
di libertà dal regime fascista. E ora? “Il Paese di oggi sembra aver
tradito il grande sogno democratico dei padri fondatori: un paese
devastato da corruzione e disuguaglianze insopportabili, mentre
prolifera un meccanismo oligarchico che crea consenso e chiede fedeltà”:
recita così l’invito di Libertà e giustizia alla manifestazione indetta per lunedì 2 giugno a Modena
(piazza XX settembre, dalle 14 alle 17:30, qui il programma).
Ci saranno, tra gli altri, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Lorenza
Carlassare, Carlo Smuraglia, Marco Travaglio, Elisabetta Rubini, Gian
Carlo Caselli, Alberto Vannucci, Maurizio Landini e Gustavo
Zagrebelsky. Che avverte: “Questo sistema è destinato presto a incepparsi verso
una soluzione autoritaria oppure a risollevarsi con una ripresa
democratica grazie alla reazione degli esclusi”.
Il 2 giugno è il compleanno della
Repubblica: un’occasione per festeggiare la Carta che ci hanno dato i
padri costituenti. “Possiamo discutere, certo, di come vada migliorata”, spiega
Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e giustizia. “Ma certo non si può
pensare di fare una riforma tanto insensata come quella che ci viene
proposta dal governo. Ricordiamoci sempre questa anomalia: il progetto di cui
si sta discutendo è il progetto dell’esecutivo”.
Se c’è una
materia di competenza parlamentare è quella delle riforme costituzionali…
Naturalmente. Non dimentichiamo anche il vizio originario: questa riforma fa parte di un patto, abbastanza oscuro, siglato al Nazareno tra il presidente del Consiglio e quello che era il capo dell’opposizione. Se ne sa molto, troppo, poco: si sa che ci sono alcuni paletti che non si possono superare, altrimenti il premier si dimetterà. Anche questa è una situazione anomala: non s’è mai fatta una riforma costituzionale con una minaccia di questo genere. O passa o me ne vado.
Naturalmente. Non dimentichiamo anche il vizio originario: questa riforma fa parte di un patto, abbastanza oscuro, siglato al Nazareno tra il presidente del Consiglio e quello che era il capo dell’opposizione. Se ne sa molto, troppo, poco: si sa che ci sono alcuni paletti che non si possono superare, altrimenti il premier si dimetterà. Anche questa è una situazione anomala: non s’è mai fatta una riforma costituzionale con una minaccia di questo genere. O passa o me ne vado.
Ci sono
state proposte di modifica anche da parte di parlamentari del Pd.
Io credo che Renzi dovrà accettare come minimo l’idea del Senato elettivo. E poi: un Senato come quello voluto dal governo sarebbe un grande carrozzone che non serve a nulla. Ma Berlusconi sarebbe comunque pazzo ad accettare l’idea di una Camera alta composta da amministratori locali, proprio ora che il Pd vince dappertutto!
Io credo che Renzi dovrà accettare come minimo l’idea del Senato elettivo. E poi: un Senato come quello voluto dal governo sarebbe un grande carrozzone che non serve a nulla. Ma Berlusconi sarebbe comunque pazzo ad accettare l’idea di una Camera alta composta da amministratori locali, proprio ora che il Pd vince dappertutto!
Perché il
bicameralismo perfetto non è mai stato modificato?
Perché ogni volta qualcuno ne approfitta per dire “vogliamo anche questo”, “vogliamo anche quello”. E allora si va verso la Repubblica presidenziale, con il facile slogan “gli italiani possono scegliere il loro Presidente”.
Perché ogni volta qualcuno ne approfitta per dire “vogliamo anche questo”, “vogliamo anche quello”. E allora si va verso la Repubblica presidenziale, con il facile slogan “gli italiani possono scegliere il loro Presidente”.
Riforma del
Senato e Italicum vanno a braccetto.
È proprio l’accoppiata delle due riforme ad aver originato il manifesto “Verso la svolta autoritaria”, quello dei “professoroni” per intenderci. La cosa peggiore di questa fase politica è la mancanza di rispetto per le minoranze.
È proprio l’accoppiata delle due riforme ad aver originato il manifesto “Verso la svolta autoritaria”, quello dei “professoroni” per intenderci. La cosa peggiore di questa fase politica è la mancanza di rispetto per le minoranze.
Il risultato
delle Europee è anche una legittimazione ad accelerare sulle riforme?
Credo di sì. C’è un’apparenza di democrazia – vedi le primarie – in realtà tutto è tenuto sotto controllo da un potere monolitico. Va di moda il paragone con la Dc: ma in quel partito c’era rispetto per le minoranze. Qualche giorno fa, a Pistoia, il professor Zagrebelsky ha citato una frase di Tocqueville che è davvero perfetta per questo momento politico: “La maggioranza vive in una perpetua adorazione di se stessa”.
Credo di sì. C’è un’apparenza di democrazia – vedi le primarie – in realtà tutto è tenuto sotto controllo da un potere monolitico. Va di moda il paragone con la Dc: ma in quel partito c’era rispetto per le minoranze. Qualche giorno fa, a Pistoia, il professor Zagrebelsky ha citato una frase di Tocqueville che è davvero perfetta per questo momento politico: “La maggioranza vive in una perpetua adorazione di se stessa”.
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