27 maggio 2014

Elezioni europee: prima diamo i numeri, poi seguiranno i commenti (tutta Europa)


di Massimo Marino


Gli elettori europei  che si sono recate alle urne nei 28 Paesi dell'Ue sono stati, secondo le stime di Bruxelles, il 43,1% degli aventi diritto. 
In Italia i votanti sono stati il 58,7% (in calo di circa 8 punti).

La maggior parte degli europei non è andata ai seggi ma si è fermato l’astensionismo del passato:  +0,1% rispetto al 43% delle elezioni del 2009.
Con l’eccezione dell’Italia  nelle nazioni maggiori i votanti sono aumentati rispetto al 2009. In Germania, Svezia e Grecia, ad esempio, il dato è cresciuto di quasi il 5%. In Gran Bretagna l’affluenza è salita di 2 punti. Calo in Repubblica Ceca (dal 28,2% del 2009 al 19,5% del 2014) e a Cipro (dal 59,4% al 42,5% ). Elevati i votanti di Belgio e Lussemburgo (90%) dove il voto è obbligatorio.

L’affluenza in Italia è stata invece più alta nelle 2 elezioni regionali e alle comunali dove , in circa 4 mila comuni,  ha votato il 71% degli aventi diritto.

All'estero ha votato solo il 6% degli italiani aventi diritto. Nel 2009 i votanti furono il 7,4%.

Secondo l’Istituto Cattaneo la disaffezione elettorale è cresciuta nel nostro paese più che negli altri grandi paesi dell’Unione Europea. Per la prima volta in un'elezione nazionale i votanti sono scesi sotto il 60%.



Rispetto agli attuali 7 gruppi esistenti nel Parlamento europeo il PPE (popolari europei ) resta il primo con 212 seggi (274 nel 2009) , secondi i socialisti con 191  (195 nel 2009) , crollano i liberal-democratici ( specie in Germania e Regno Unito ) con 64 invece di 84 seggi. Perdono seggi  i verdi da 58 a 52 ( in Francia scendono da 16 a 6 e in Germania da 14 a 12  compreso l’unico eletto dei Pirati).

La Sinistra europea aumenta di qualche seggio, da 35 a 43, grazie al successo in Grecia (da 3 a 8 seggi) , alla ricomparsa in Italia (3 seggi) ed ai 5 eletti degli occupy di Podemos in Spagna che hanno aderito al gruppo GUE/NGL,  ma scende in Francia e Germania. 


Sono ancora un centinaio gli eletti , in prevalenza delle diverse aree dei cosiddetti euroscettici o antieuro che devono collocarsi o rimescolare i gruppi storici esistenti. Fra i 100 anche alcuni autonomisti e i 17 eletti del M5Stelle.

Per costituire un gruppo sono necessari 25 eletti ma appartenenti a 7 paesi diversi. La permanenza nel gruppo misto ( che qui si chiama dei Non Iscritti), produce svantaggi nell’avere rappresentanti nelle commissioni e nelle riunioni dei capigruppo. I dati in tabella, che danno fra parentesi i seggi dei gruppi uscenti, sono quindi da considerare provvisori e vari gruppi potrebbero aumentare di qualche uniità.



 Il Partito Popolare Europeo rappresenta  circa il  28,2% dei votanti, il  PSE  circa il 24,7%, i liberali  il 9, 3%,  i verdi  il 7,3%, la Sinistra Unita il 5,7%. Per la scelta del Presidente della commissione Europea, come era prevedibile, la scelta più probabile è quella della alleanza di  larghe intese fra popolari e socialdemocratici ( sufficienti come numero di seggi ) con l’apporto probabile anche dei liberali.

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