8 maggio 2014

Ecco le riforme targate 5 Stelle



di  Carlo Lania *

Parlamento. Legge elettorale, incandidabilità e conflitto di interessi. Prevista la preferenza negativa e multe salate agli ineleggibili

Legge elet­to­rale, ine­leg­gi­bi­lità e con­flitto di inte­ressi. Quando man­cano ormai poco più di due set­ti­mane al voto il M5S pre­senta tre riforme che defi­ni­sce «essen­ziali» una delle quali, quella elet­to­rale, frutto delle pro­po­ste avan­zate dalla rete al ter­mine di un per­corso fatto di discus­sioni e otto vota­zioni alle quali hanno par­te­ci­pato in media 30 mila atti­vi­sti. 

Il risul­tato è un testo che pre­vede un sistema pro­por­zio­nale , col­legi inter­medi, voto di pre­fe­renza disgiunto e una soglia di sbar­ra­mento al 5%. Novità asso­luta: la pos­si­bi­lità per l’elettore di espri­mere una pre­fe­renza nega­tiva nei con­fronti di un can­di­dato rite­nuto ina­de­guato. E’ la ricetta gril­lina per un par­la­mento pulito. E’ pos­si­bile espri­mere fino a due pre­fe­renze nega­tive, che deter­mi­ne­ranno la pena­liz­za­zione di un decimo (o di due decimi) del voto espresso per la lista. I seggi che ognuna delle 42 cir­co­scri­zioni potrà espri­mere sono in pro­por­zione all’ampiezza della cir­co­scri­zione stessa. Due le schede elet­to­rali, una per il voto di lista e un’altra per espri­mere la pre­fe­renze. Secondo il M5S que­sto sistema met­terà fine alle coa­li­zioni, obbli­gando le for­ma­zioni più pic­cole a unirsi dando vita a nuovi par­titi. «Noi abbamo scritto la legge elet­to­rale con i cit­ta­dini — ha detto il depu­tato Danilo Tomi­nelli — e que­sto prova l’enorme distanza tra il nostro modo di lavo­rare e quello di chi si chiude in un bun­ker, in due per deci­dere le regole del gioco».

Lungo l’elenco delle figure ine­leg­gi­bili per il M5S: si va da pre­si­denti e asses­sori regio­nali e pro­vin­ciali a sin­daci e asses­sori di comuni e Cit­tà­me­tro­po­li­tane, ma anche pre­fetti, gene­rali e ammi­ra­gli. Magi­strati e diret­tori di gior­nali dovranno invece sospen­dersi dall’attività sei mesi prima del voto. Per i magi­strati è pre­vi­sto anche che, in caso di ele­zione, non pos­sano eser­ci­tare l’attività per i 5 anni suc­ces­sivi alla fine del man­dato, men­tre se non eletti per i suc­ces­sivi 24 mesi. San­zioni salate sono pre­vi­ste per chi tra­sgre­di­sce: quat­tro volte l’indennità per­ce­pita per il par­la­men­tare dichia­rato ine­leg­gi­bile e otto volte l’indennità per quello dichia­rato incom­pa­ti­bile. Pos­si­bi­lità, infine, di impu­gnare presso la Con­sulta le deci­sioni prese dalla Giunta per le ele­zioni delle due camere.

·         da ilmanifesto.it , 7 maggio 2014

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