di Luca De Carolis *
Prove
tecniche di colpo di mano, sulla Costituzione. Da piazzare nel cuore
dell’estate, quando le spiagge sono piene e l’attenzione sul Palazzo
crolla. La strana maggioranza del governo Letta ha fretta, tanta fretta
di approvare il disegno di legge che prevede una deroga all’articolo
138 della Carta: la norma che pone precisi paletti temporali e di metodo
alle leggi di revisione costituzionale. E allora, l’obiettivo è quello di
approvare entro la prima settimana di agosto il ddl che abbatte i tempi del
138. “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi
costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive
deliberazioni a intervallo non minore di tre mesi” recita
l’articolo. Il disegno di legge vuole ridurre l’intervallo a un mese, ma solo
per questa volta, senza modificare l’articolo.
Una deroga ,
insomma, con cui spianare la strada al comitato per le riforme
costituzionali di 40 parlamentari, che dovrebbe riscrivere un bel pezzo di
Costituzione nello spazio di soli 18 mesi. Il comitato non è stato
ancora composto, e sui titoli da modificare è ancora lite. Ma la
certezza è che Pdl, Pd e Scelta Civica corrono. Tanto da voler ridurre
al minimo anche i tempi di approvazione del ddl. Ce la dovrebbero fare al Senato,
dove hanno già applicato la procedura d’urgenza. E così il via libera al
testo a Palazzo Madama potrebbe arrivare già entro il 15 luglio. Ma il
regolamento della Camera non prevede la procedura d’urgenza per un ddl
che incide su una norma costituzionale.
Come
rimediare? “Forzando” sui tempi nella conferenza dei capigruppo, come è
accaduto il 27 giugno. L’esito lo racconta Riccardo Nuti, capogruppo di 5
Stelle a Montecitorio: “Hanno calendarizzato la discussione del testo in
aula a partire dal 29 pomeriggio. Ma sanno che non ce la faremo mai entro fine
mese. Il loro vero obiettivo è far slittare tutto ad agosto, ottenendo
così il contingentamento dei tempi, per approvare il testo prima della
chiusura estiva della Camera. Una vergogna”.
Venerdì scorso, con un post sul
blog di Grillo, il gruppo alla Camera di M5S aveva già parlato di “colpo di
mano del governo, con l’assist della presidente Boldrini”. Nuti
aggiunge: “Daremo battaglia in commissione, anche se gli strumenti a
disposizione non sono tanti. Io e Luigi Di Maio (vicepresidente della
Camera, ndr) abbiamo mosso tutta una serie di obiezioni nella capigruppo,
mettendo in luce come non si possa andare di corsa su un tema così importante.
Nessuno, a cominciare dalla presidente Boldrini, ha replicato nulla: sanno che non
possono farlo. Solo Renato Brunetta si è impegnato a non applicare il
contingentamento dei tempi: ma come possiamo credergli?”.
Dallo staff
di Laura Boldrini, replicano: “Nessun assist, la presidente non
può certo decidere quando va calendarizzato l’esame di un ddl: spetta alla
capigruppo”. Resta il fatto che la fretta della maggioranza non piace neanche a
Sel. “Su un argomento così delicato non si possono bruciare i tempi” sostiene
Gennaro Migliore, capogruppo del partito alla Camera. Che spiega: “Nella capigruppo
ho fatto notare che sarebbe stato più urgente mettere in calendario la riforma
della legge elettorale. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario
Franceschini mi ha risposto che il governo era anche disposto a farlo. Ma
Brunetta è andato nel senso opposto: a suo dire viene prima il ddl
costituzionale”.
Il problema
principale per Migliore però non sono i tempi: “Il vero tema è che la
maggioranza vuole stravolgere la Costituzione, quando il 138 non dà questo
mandato. E più d’uno pensa anche di toccare la parte sulla Giustizia, cosa
inammissibile. Noi risponderemo con i nostri emendamenti. Vorremmo la riduzione
dei parlamentari e un bicameralismo diverso, con un Senato delle autonomie”.
Fuori del Parlamento, a opporsi alla riforma c’è Azione civile di Antonio
Ingroia. L’ex pm annuncia: “Tra il primo e il 3 luglio manderò una lettera
a Epifani, Vendola e Grillo, in cui chiederò loro di organizzare assieme
primarie per consultare l’elettorato su questo tema. Non si può cambiare
la Costituzione senza ascoltare prima il parere dei cittadini: i partiti
che vogliono il cambiamento devono bloccare il ddl con una moratoria”.
Sulla riforma, Ingroia ha opinioni chiare: “Il Pdl vuole il presidenzialismo,
con lo stravolgimento di tutti gli equilibri tra i poteri, e sogna di
subordinare la magistratura al governo. Vedo riapparire la maschera
golpista della P2, dietro questo progetto. E purtroppo nel Pd sono in pochi
quelli che dissentono”.
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