Non capisco tutta la buriana sugli
F35, anche se sono sicuro che questo è il momento migliore per buttare tutto in
politica. Ma quest'ultima polemica sulla questione dei fulmini è chiaramente
strumentale. Non si può pretendere che un aereo invisibile sia anche
invulnerabile o che una macchina volante che trasporta tonnellate di esplosivo
non corra il rischio di esplodere in un temporale estivo. Ormai tutti sanno che
l'F-35è inferiore ai suoi concorrenti russi (e forse perfino ai cinesi) nel
duello aereo, che non assicura la superiorità nemmeno per i prossimi cinque
anni, non fa niente di più di un vecchio aereo nelle operazioni militari in
corso, sarà già vecchio per quelle del prevedibile futuro e costa una barca di
quattrini.
Embè? Nessuno ha considerato queste
quisquilie quando abbiamo cominciato a impegnare soldi che non avevamo per
questo e altri programmi onirici. Eppure i segnali che potesse finire così
c'erano già. Il fatto è che tutti i programmi concepiti dopo il crollo del muro
dovevano solo servire a mantenere una pletora di lobbisti industriali e forze
armate ridondanti a prescindere dalla loro funzione. La loro utilità stava
soltanto nell'assicurare i programmi e gli impegni di spesa. Che l'F.35 dovesse
servire a far volare meglio, in sicurezza e in assoluto dominio dell'aria, era
solo l'illusione dei giovani piloti giustamente interessati alla qualità del
giocattolo.
Questi aerei non servono alle
esigenze operative, semmai le creano, e che poi servano veramente è solo un
caso o una conseguenza. Abbiamo già avuto un precedente di questo genere con la
Lockheed e i C.130. La commessa serviva a far intascare soldi a pochi
avventurieri e far fare carriera a qualche politico e alla sua cordata di
militari. Se non avessimo avuto i C.130, saremmo stati a piedi in tutte le
missioni internazionali mendicando e facendo l'autostop.
Con l'F-35 sta succedendo la stessa
cosa, solo che questa volta la riuscita è in dubbio prima ancora dell'uscita.
Ma lui, il caccia, il suo mestiere l'ha già fatto. A meraviglia.
Prima ancora di farsi vedere. Dal
1996 a oggi, lobbisti e vertici politici e militari in Italia e nella Nato si
sono perfettamente integrati giurando fedeltà all'F-35. Dotarsi dell'F-35B, la
versione a decollo corto, ha giustificato l'allestimento della portaerei Cavour
e viceversa. Se ora la versione B non viene costruita, saremo gli unici al
mondo ad avere due portaerei senza aerei. Comprare gli F-35 ha permesso alla
Nato e ai nostri strateghi di creare "falsi futuri" e inventarsi le
minacce. Inoltre, spendere tanto denaro in tempo di crisi per gli aerei ha
fornito la certezza che la crisi non esiste, oppure che i nostri governanti se
ne fregano.
In ogni caso sono certezze che di
questi tempi valgono un patrimonio. E cosa si vuole di più da un onesto aereo?
Di questo passo qualcuno pretenderà che voli.
*
archivio Repubblica, 22 gennaio 2013
Fabio Mini è un militare e saggista italiano, comandante
della missione in Kosovo KFOR dal 2002 al 2003. Commentatore di questioni
geopolitiche e di strategia militare, scrive per Limes, la Repubblica e
l'Espresso; è membro del Comitato Scientifico della rivista Geopolitica ed è
autore di diversi libri.
nella
foto : la portaerei italiana Cavour entrata in servizio nel 2009
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