Si vota
oggi nel Land della Bassa Sassonia (Niedersachsen), quarta regione
della Germania per numero di abitanti, attualmente governata da un premier
democristiano, David McAllister, succeduto a
Christian Wulff, dopo la sua elezione a Capo dello Stato. I sondaggi indicano
che la CDU, pur perdendo consensi, dovrebbe
rimanere primo partito, staccando di sei-sette punti percentuali l’SPD.
Vista però l’estrema debolezza degli alleati liberali, sul limite del quorum del 5% sotto
il quale non ci sono eletti, come per i Piraten i e l’estrema sinistra della
Linke (dati ciascuno tra il 3 e il 4%), il
nuovo parlamentino potrebbe essere composto da tre sole forze politiche:
cristianodemocratici, socialdemocratici e verdi.
Il Land è uno dei tre rimasti
alla CDU nell’intera parte occidentale del paese. I numeri per un’alleanza
rosso-verde sotto la guida dell’attuale sindaco di Hannover, Stephan Weil, potrebbero
quindi esserci. Si tratta dell’ultimo voto prima delle elezioni politiche di
settembre ed un test soprattutto per definire il vero problema del paese :
quello delle alleanze e del programma per la futura Germania che in questo
paese sono ancora temi veri di discussione. In Germania regna una calma apparente per quanto riguarda gli apparentamenti
politici per le elezioni federali in programma per il 22 settembre 2013.
Ad Hannover, capoluogo del Land ,
prima la CDU e poi la SPD hanno infatti
tenuto il loro congresso federale; la Merkel nella CDU è stata
nuovamente rieletta alla guida del partito con il 98% dei consensi; Peer Steinbrück nell’SPD è
stato confermato candidato al Kanzleramt ( la sede della Cancelleria) con
il 93% dei voti dei delegati. In
entrambi gli appuntamenti è stata esclusa
l’ipotesi, molto discussa dai media, di una nuova Große Koalition
tra i due principali partiti.
La Germania non è il Giappone. Se a
Tokyo il recente successo dei conservatori ha rimesso in pista il nucleare dopo
l’addio tentato all’indomani della tragedia di Fukushima, il ministro
dell’Ambiente tedesco Peter Altmaier, ha già chiarito che non c’è nessuna
probabilità di tornare indietro. L’affermazione di Altmeier, oltre che dal
timore di aumentare lo spazio dei Grünen, abbastanza stabili attorno al 15%, è rafforzata dal nuovo
record conquistato
dal fotovoltaico tedesco, arrivato ormai a coprire il 5% dei consumi elettrici nazionali aumentando nel 2012 di
7,6 GigaWatt di potenza, ( 7,5
GW e 7,4 GW nel 2010 e nel 2011 ). Un aumento quasi tre volte superiore
ai 2,5-3,5 GW ritenuti dal
governo l’incremento annuo ideale per la sostenibilità finanziaria degli
incentivi mentre viene da tutti accettata la stima che provvisoriamente le rinnovabili portino
nella famiglia media un aumento da 60 a
185 euro l’anno.
La novità della politica tedesca è
ultimamente la posizione della SPD ed
anche dei Grünen che chiedono una regolamentazione dei mercati finanziari, con misure
volte al controllo del sistema bancario, separando le banche d’affari dalle
banche commerciali che gestiscono i risparmi dei cittadini, proibendo i
derivati pericolosi, le manovre
speculative sulle materie prime e l’energia, limiti alla possibilità di bolle speculative
immobiliari, moralizzazione dei bonus per i dirigenti e maggiori regolazioni in
tutti i settori.
Al
contrario dei Verdi, che dopo l’abbandono di Joschka Fischer e alcuni anni
sui banchi dell’opposizione hanno trovato un punto di incontro tra le due
anime, quella pragmatica dei Realo e quella più radicale degli Sponti, l’SPD è invece
paralizzata dalle divisioni interne fra l’ala moderata liberista e quella più radicale che convivono con
difficoltà. Il trauma viene da lontano, si chiama Hartz IV, la riforma dello stato sociale voluta testardamente da
Schröder, introdotta dal governo rosso-verde nel 2005 . Una
riforma che per alcuni rappresenta uno dei pochi successi della
socialdemocrazia continentale europea, per altri ancora ad oggi mai accettata. La
paralisi fra le due anime SPD potrebbe oggi
fare l’ennesima vittima: Stephan Weil, il candidato regionale dell’SPD che
potrebbe pagare la crisi crescente della candidatura al Bundestag di Peer Steinbrück esponente dell’ ala moderata
della SPD che dovrebbe battere la Merkel in settembre e che sta andando
malissimo.
La novità degli ultimi mesi è infatti
che l’ipotesi di una maggioranza SPD-
Grünen per la nuova Germania si sta
rapidamente allontanando. Mentre i Grünen tengono nei sondaggi, fra il 14 e il
16%, la SPD sta crollando addirittura al 23% mentre la CDU è risalita al di
sopra del 40%. In parte il successo dipende dallo svuotamento degli alleati Liberali che potrebbero restare fuori dal
Parlamento non raggiungendo il 5% , ma non basterebbe la tenuta dei Verdi per
avere una maggioranza alternativa e l’unica altra forza che probabilmente
potrebbe passare il 5% è la Linke, fuori dai giochi delle alleanze e comunque
dilaniata da forti contrasti interni. Da tener conto che in Germania i sondaggi,
come gran parte dei commentatori dei media, sono cosa seria, non ispirata, come
in Italia, dai diversi partiti, e quindi abbastanza indipendenti e attendibili.
Un discorso a parte vale per i
Piraten, che dopo il grande successo delle elezioni a Berlino più di un anno fa,
sono in grandi difficoltà. I guai dei pirati tedeschi sono diventati evidenti
nel novembre 2012 quando si è tenuto a
Bochum, il loro congresso. Il Piratenpartei Deutschland è stato fondato
nel 2006 e negli scorsi anni era riuscito ad ottenere numerosi successi,
portando diversi rappresentanti nei parlamenti degli stati federali
di Berlino, Nord Reno-Westphalia, Schleswig-Holstein e Saarland; ma sembra
diviso da numerosi scontri interni. Julia Schramm, membro del consiglio direttivo del partito, ha fatto
dividere il partito quando la casa editrice con cui aveva pubblicato un suo
romanzo ha cominciato a chiedere la rimozione delle copie illegali che giravano
su internet, questione spinosissima nel partito del software libero e la
Schramm ha annunciato che non si candiderà alle prossime elezioni. Anche Marina
Weisband, ex direttrice politica del partito, ha deciso di non correre alle
prossime elezioni per via dei continui scontri interni. Il suo
successore, Johannes Ponader, è stato criticato per usufruire dei programmi
di aiuto statale per i disoccupati; ha chiesto più volte al partito di dargli
uno stipendio, non potendo sopravvivere fornendo un contributo volontario. Segnali di un successo troppo
veloce, il 13% dei consensi a livello
nazionale è rapidamente crollato fino a scendere sotto il 5%, sia nazionale che
in Bassa Sassonia. Ancora una volta il
sistema proporzionale tedesco con il quorum al 5% funziona perfettamente. Gli
elettori hanno ben chiaro gli effetti del proprio voto: chi non si dimostra all’altezza
viene penalizzato, chi da fiducia e mostra programmi chiari viene premiato ed
il ricatto del voto utile è praticamente inesistente.
Per Steinbruck, il candidato dell’SPD contro la Merkel le cose
si stanno mettendo davvero male: il
partito lo aveva appena designato che subito sono trapelate notizie sui lauti compensi da lui intascati per interventi a forum e convegni
aziendali: dal novembre 2009 circa 1,25 milioni di euro. In aggiunta risultando
assente alle sedute del Bundestag. Particolarmente sconveniente il compenso
ricevuto dalla municipio di Bochum, sull’orlo del fallimento, che gli aveva corrisposto
25 mila euro. Anche la scelta del proprio portavoce per la campagna elettorale
è risultata avventata: il prescelto è l’ex portavoce di un hedge fond, fondi speculativi di investimento, fortemente ostile agli occhi di molti elettori socialdemocratici. Tutte cose che in Italia a
destra e a sinistra valgono al più un trafiletto sui giornali ma qui possono
affondare un partito ( il portavoce è stato sostituito di corsa ). L’ultimo svarione
è stato il tranello di un giornalista che ha chiesto a Steinbrück dello
stipendio che compete a un cancelliere tedesco ( che è la metà dell’ omonimo italiano ); al quale ha risposto che lo
trovava del tutto inadeguato, visto che i direttori di banca spesso guadagnano
di più. Nessun cancelliere mai, Merkel compresa, se ne è lamentato. La risposta
ha fatto infuriare la base più popolare del partito con qualche celata
soddisfazione della Merkel che vede il proprio avversario scavarsi la fossa da
solo. C’è chi non esclude che un insuccesso, fino a ieri non previsto in Bassa
Sassonia e non dovuto ai leader locali, potrebbe portare alla sostituzione dell’antagonista
della Merkel all’ultimo minuto, anche se gli effetti sarebbero probabilmente
comunque disastrosi.
La situazione più tranquilla sembra essere quella dei
Verdi. Anche loro a congresso in novembre hanno superato l’esperimento verde
delle primarie con una bella scossa però subito riassorbita e questa assenza di litigiosità è
gradita dagli elettori. Tra i quindici candidati l’hanno spuntata Jürgen Trittin,
primo con il 72 % dei consensi, e Katrin Göring- Eckardt, seconda con il 47 %.
Saranno loro, dunque, insieme a Peer Steinbrück della SPD, a sfidare la Merkel
alle elezioni federali. Trittin, l’ex ministro dell’ambiente durante il governo
rosso-verde di Gerhard Schröder di 10 anni fa, era il favorito; una sorpresa
invece Göring- Eckardt, che ha battuto la berlinese Renate Künast e la storica coportavoce Claudia Roth. La
Künast, dopo le ultime elezioni di Berlino nel settembre del 2011, dove mancò
l’elezione a sindaco della capitale, sembra essere in crisi, mentre Claudia
Roth, l’attuale presidente del partito insieme a Cem Özdemir, durante la
campagna per le primarie ha preferito evitare qualsiasi forma di conflitto. E forse
ha pagato il fatto di essersi candidata mentre presiedeva la carica di leader
del partito, carica che non intende
lasciare. Secondo i commentatori la base del partito ambientalista ha votato in
parte la tradizione rappresentata da Jürgen Trittin, e in parte lo spirito
progressista e innovatore rappresentato dalla Göring-Eckardt che rispecchierebbe
l’elettorato verde più borghese e razionale. La Göring- Eckardt proviene dal
Land orientale della Turingia, aderendo al Bundnis 90, il movimento per i
diritti civili confluito nei Grünen dopo la caduta della Repubblica Democratica.
Dal 1998 è parlamentare nel Bundestag e nel 2009 ha assunto la carica di
presidente del sinodo della chiesa evangelica tedesca. Sarebbe un segnale del
superamento della fase movimentista dei Grunen, come i più recenti successi dei
Verdi ( ad esempio la straordinaria vittoria nel Baden-Württemberg, dove
governa un ministro-presidente verde), ottenuti dagli esponenti cosiddetti
“realisti”. La scelta per Trittin e Göring-Eckardt ha dato il via a nuove
speculazioni su future alleanze, perché lo sfacelo della SPD apre l’ipotesi di
un futuro governo di coalizione
conservatrice-ambientalista. Ma l’alleanza con la SPD resta quella più naturale
e preferita.
I problemi per i Grünen sono fuori dal paese: il
Partito verde europeo è più che altro un coordinamento dove sono collocate
figure marginali, mentre le figure più significative sono tutte nel gruppo
parlamentare europeo. In Italia i Verdi sono una finzione, questione ben nota
ai Grünen, in Spagna e Grecia sono al lumicino, in Gran Bretagna il sistema
elettorale, di fatto bipartitico, li
massacra, e le cose vanno malissimo in Francia dove l’alleanza di Europe Ecologie
con Hollande è stata disastrosa. Cohn Bendit,
attaccando frontalmente la Douflot, oggi ministro non si sa bene di cosa, non
si è più riscritto al partito. La questione diverrà esplosiva solo per le
elezioni europee del 2014 dove c’è il rischio che gli ecologisti diventino una
componente politico-culturale, magari di successo, del solo centro-nord europeo.
In realtà il vecchio ambientalismo degli anni ’80 non sembra in grado al
momento di rinnovarsi per essere all’altezza della crisi, specie nei paesi dove
questa si manifesta in modo più duro e dove la questione della conversione
ecologica diventa una sfida che se non manifesta concretezza e idee nuove mette
nell’angolo i vecchi partitini verdi.
Resta il fatto che la Germania è oggi l’unico paese
nell’Ue in cui l’economia va bene: il tasso di disoccupazione si è dimezzato, e
oggi è sotto il 7 %; il fisco per il 2012 ha incassato 6 miliardi di euro più
del previsto. Inoltre sta lentamente ma puntualmente
uscendo dal nucleare e, primo paese al mondo, prefigurando un sistema
energetico, un sistema dei trasporti, un sistema di tutele ambientali e di
tutele sociali che non ha paragoni in nessun’ altra area del pianeta.
nella foto: la sede della Cancelleria ( Kanzleramt ) a Berlino
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