Sono un po’
ovunque nel centro storico i manifesti del Comitato una spiaggia per tutti che
ha raccolto circa 15mila firme dal mese di aprile per chiedere un referendum e
ottenere una grande litorale pubblico per Napoli. L’obiettivo
sarebbe lunghissimo litorale free da Coroglio fino a Pozzuoli per circa 2
kilometri e mezzo. La voglia del gruppo di attivisti è quella di condividere il
territorio e riconsegnarlo ai cittadini. Lo slogan della campagna è infatti
stato: “Il 2% dei Napoletani possiede un’imbarcazione…il 98% dei Napoletani un
costume da bagno”. Ma il movimento non è riuscito ad aprire un dialogo con
l’amministrazione, che pure si è resa disponibile a interloquire e cercare una
strada per organizzare le spiagge aperte. Oggi i promotori dell’iniziativa
hanno disertato l’incontro in agenda con il sindaco Luigi De Magistris. La
reazione dell’assessorato ai beni comuni non si è fatta attendere soprattutto
rispetto ai manifesti che sono stati attacchinati in città e che accusano
Palazzo San Giacomo di non voler dare ascolto alle migliaia di firmatari della
campagna referendaria.
“La
creazione di una spiaggia pubblica a Napoli è da sempre un obiettivo di questa
amministrazione – ha scritto in una nota l’assessore Alberto Lucarelli – per
questo non riusciamo a comprendere, e dispiacciono, le recenti prese di
posizione del Comitato una spiaggia”, con il quale da tempo ci stiamo
confrontando, anche per mezzo del mio assessorato, condividendone le finalità
di azione. Allo stesso tempo non possiamo fare a meno, come amministrazione, di
condannare l’affissione abusiva dei manifesti in tutta la città: chi propone
una spiaggia pubblica, difendendo il principio del bene comune, non può infatti
procedere ad un comportamento simile che non fa altro che danneggiare la stessa
‘cosa pubblica’ e lo stesso bene comune che sostiene di voler promuovere.
Vorrei ricordare, poi, che la richiesta di discussione della delibera di
iniziativa popolare, presentata dal Comitato al consiglio, è stata accelerata
dall’amministrazione stessa: personalmente ho scritto per ottenere subito il
parere tecnico, rivelatosi positivo, da parte della segreteria generale e della
direzione urbanistica, attivandomi poi ad avanzare la richiesta, al presidente
del Consiglio comunale e ai capigrupo, di una sua calendarizzazione d’urgenza
alla prima seduta utile del primo consiglio previsto in settembre. Tutto questo
su spinta diretta del sindaco che ha sempre sostenuto le ragioni per le quali
si batte il Comitato”
Queste le invece intenzioni del comitato: “Napoli è una città di mare ma non ha una
spiaggia pubblica. Un paradosso difficile da spiegare. Eppure tutte le grandi
città di mare ne hanno una: da Santiago di Cuba a Rio de Janeiro, da Barcellona
a Marsiglia, da Cagliari a Trieste. Negli ultimi vent’anni le istituzioni
locali hanno creato nuovi porti (Vigliena), ampliato quelli esistenti
(Mergellina), avallato quelli abusivi (Nisida); insomma, …si sono mosse per
favorire gli interessi di quel 2% di napoletani che possiede una barca. Adesso
è giunto il tempo di pensare a quel 98% di napoletani che possiede un costume
da bagno e darsi da fare per realizzare la prima grande spiaggia pubblica
cittadina. Dove? Basta guardare i 20 km del litorale cittadino. A San Giovanni
a Teduccio c’è quasi 1 km di litorale impraticabile, inquinato dalla centrale
termoelettrica di Vigliena, su cui stanno costruendo un porto turistico per 900
barche. Proseguendo verso ovest incontriamo 5 km di attrezzature portuali, di
cui è prevista l’espansione. Poi c’è il lungomare alberghiero e della Villa
Comunale, 5 km di scogliere gravati dalle attività dei porti di Santa Lucia e
Mergellina. Infine troviamo la costa rocciosa e scoscesa di Posillipo, 6,5 km
quasi inaccessibili, con accessi a mare privatizzati da ville lussuose e
qualche spiaggetta microscopica. Manca qualcosa? Si, i 2,5 km da Nisida al
confine comunale con Pozzuoli, circa un decimo del litorale cittadino: un
litorale prevalentemente sabbioso e facilmente accessibile, interessato da un
programma pubblico di bonifica e riqualificazione. Qui è possibile realizzare
una grande spiaggia pubblica per tutti i napoletani, ridislocando le attività
esistenti incongrue con questo obiettivo. La città recupererà finalmente un
arenile di due chilometri e mezzo, da destinare per intero ad uso
esclusivamente balneare, in cui l’accesso e la permanenza siano rigorosamente
gratuiti. Uno spazio pubblico di straordinario valore ambientale da progettare
ispirandosi ai migliori modelli europei, per elevare la qualità della vita dei
cittadini, riqualificando così davvero l’immagine civile e turistica della
città. Come realizzare questo obiettivo? Promuovendo una grande campagna di
informazione e mobilitazione che chiami i napoletani a far sentire la propria
voce e ad esprimersi tramite un referendum comunale. L’anno scorso anche Napoli
ha votato contro la privatizzazione dell’acqua. Il mare e le spiagge sono beni
comuni, come l’acqua, e ne deve essere parimenti garantito l’uso collettivo.
Ora
forse quello che manca tra le due realtà, il comitato e le istituzioni è
appunto il confronto e obiettivi chiari e una scaletta programmatica. Sempre se
il comune ha la voglia e l’interesse a socializzare gli spazi e tra gli
attivisti non prevalgano sentimenti settari
* da Il manifesto, 8 agosto 2012 ( blog Napoli Centrale)
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