1 marzo 2009

Sardegna: i veri risultati del voto


Sono finalmente noti i risultati (quasi) definitivi delle elezioni regionali in Sardegna di cui gli italiani non sanno praticamente nulla: solo che Soru ha perso ed il candidato sostenuto da Berlusconi (quasi nessuno fuori dall’isola ricorda il nome ) ha vinto, di conseguenza Veltroni se né andato.
I numeri reali dicono molte cose in più e molto più interessanti, anche se il risultato ovviamente non cambia. Ne parliamo perché l’analisi fatta sui numeri veri, cioè sui votanti, invece che sulle percentuali, fa capire cosa sta realmente avvenendo nell’elettorato, tanto più che le sorprendenti conclusioni vengono confermate interamente dall’analisi che si può fare sulle elezioni regionali di novembre in Abruzzo.


Confrontando elettori e voti ai partiti rispetto alle regionali sarde del 2004 ed a quelle politiche del 2006 e 2008, aggregando i gruppi di partiti con qualche omogeneità fra loro, si possono ricavare alcuni dati sensazionali che né i nostri amici di Porta a Porta né, se li preferite, di Ballarò , dell’Infedele, di Ottoemezzo etc.. vi hanno fatto conoscere.

1 Il numero di elettori che non danno il voto a nessun partito (non votanti/bianche/nulle/ solo presidenti nelle regionali) è in forte aumento ed in Sardegna è passato dal 41% nel 2004 (c’erano 21 partiti) al 44,6% nel 2009 (c’erano 15 partiti) mentre quelli che hanno votato almeno per uno dei 5 candidati presidenti sono solo il 67% nel 2004 ed il 65,7% nel 2009.
Nelle elezioni politiche, dove c’è più partecipazione, il non voto è passato (alla Camera) dal 24% del 2006 (17 partiti) al 29,6% del 2008 (18 partiti).
In parole povere dal 25 al 45% degli elettori sardi, a seconda del tipo di elezione, tende a non votare più nessuno dei partiti. Il dato è più che confermato dal voto in Abruzzo. Si pensi cosa succederà alle elezioni europee, notoriamente meno partecipate dagli italiani.

2 Il PD ha perso nel 2009 70 mila dei suoi 272 mila elettori del 2004 (PD+Margherita+Progetto Sardegna di Soru) mentre fra il 2006 ed il 2008 (con dentro i Radicali e con il ricatto del voto utile ) ha evitato la frana (349 e 354 mila voti).

Anche il PDL non se la passa benissimo come sembra. Checchè voglia far credere Berlusconi il PDL è passato da 192 a 246 mila voti fra il 2004 ed il 2009 ma alle ultime regionali è rimasto ben lontano dai 376 e 415 mila voti del 2006 e 2008.
In realtà Berlusconi vince ugualmente allargando e consolidando negli ultimi anni le proprie alleanze (nel caso sardo ad es. UDC e Partito Sardo d’Azione) .
Il contrario esatto di quanto ha fatto Veltroni. Anche se nella sconfitta di Soru c’è sicuramente l’indebolimento dato dal mancato sostegno di una parte consistente del PD locale.

3 I vari frammenti dell’estrema sinistra (due nel 2004,tre (RIFONDAZIONE, PdCI e la nuova SINISTRA di Fava, Vendola e Belillo nel 2009) hanno recuperato i voti che avevano nel 2004 (passando da 51 a 54 mila voti ), al di sopra dei 43 mila voti della Sinistra Arcobaleno ed altri del 2008 ma lontanissimi dai 104 mila voti del 2006.
Poco rilevante il risultato della SINISTRA (13 mila voti contro i 41 mila di RC + PdCI ).

4 Sorprendente, pur nei suoi limiti, il risultato della lista ROSSI MORI, presentata dai Verdi e da quella minoranza del Partito sardo d’Azione non disponibile ad andare con il centro-destra. La lista ha preso quasi 21 mila voti superando quasi dappertutto Rifondazione ma scontando la sua presenza in soli 6 dei nove collegi provinciali.
Tutti saranno comunque relativamente soddisfatti perché dato il numero elevato di consiglieri regionali da eleggere (80) tutti dovrebbero avere un eletto. Tranne i Verdi (all’interno di ROSSIMORI), come sempre poco lungimiranti nelle valutazioni elettorali e con scarsa autostima.Si sono nascosti in questa stravagante alleanza invece di rilanciare il proprio ecologismo originario.

5 Interessante il risultato di Di Pietro, così chiamiamo la lista, in quanto, a nostro parere, come vero partito l’Italia dei Valori deve ancora definire cosa vuole essere. E’ passato dai 9 mila voti del 2004 a 41 mila del 2009; però solo 2 mila voti in più del 2008, segno che l’immagine di opposizione politicamente indefinibile comincia a stancare una parte dei suoi potenziali elettori.

6 Ma la cosa più rilevante di tutte è la valutazione di quanti elettori votano i due principali partiti PDL e PD. Partiti ai quali l’informazione tv e cartacea, spartita più o meno a metà fra i due, dedica praticamente il 95% o forse più delle notizie, decidendo, al posto degli elettori, che in Italia c’è un sistema bipolare, anzi quasi biparitico.
I due partiti sono passati dal 31,9% del 2004 al 30,4 % degli elettori del 2009 mentre alle politiche (potenza del voto utile e della concentrazione dell’informazione su due partiti ) veleggiano attorno al 54%. L’abbandono dei due partiti da parte degli elettori è stato ancora più accentuato in Abruzzo (25%).
Comunque in Sardegna fra il 45 ed il 70 % degli elettori negli ultimi 4 anni non ha votato ne l’uno ne l’altro.

Alle elezioni europee ed alle amministrative, dove il voto è notoriamente più libero, ne vedremo delle belle.
Come dice Grillo, il comico, tutto quello che vi dicono non è vero…

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