12 marzo 2009
I sindaci podestà
Durante il periodo fascista i Comuni furono soppressi e tutte le funzioni in precedenza svolte dal Sindaco, dalla Giunta e dal Consiglio comunale furono trasferite ad un podestà, nominato dal Ministero dell' Interno. Il podestà era assistito da una Consulta, in genere di sei persone, nominata dal Prefetto.
I podestà furono soppressi alla caduta della dittatura fascista il 25 luglio 1943.
La legge elettorale che ha introdotto l'elezione diretta dei Sindaci è del 1993; prevede un sistema in parte maggioritario (con un premio al 60% per la coalizione che vince ) con un doppio turno di ballottaggio..La modifica avvenne sull’onda delle iniziative referendarie di Mario Segni e dei Radicali tendenti ad eliminare il sistema proporzionale e spingere al bipartitismo, giustificando il tutto con valutazioni, in parte strumentali, sulla necessità di garantire stabilità e ridurre la frammentazione. Stabilità e frammentazione che potevano essere affrontate in tanti altri modi (si veda il caso Germania come esempio) senza gli effetti disastrosi di queste “riforme” che a distanza di 15 anni sono ormai evidenti.
Il nuovo corso elettorale ha prodotto un ventaglio pasticciato di varianti: non ci sono due sistemi di voto uguali fra gli otto livelli elettivi presenti in Italia passando dalle Circoscrizioni comunali fino alle Elezioni europee. Un pasticcio non compreso dai cittadini, che non ha evitato ma ha anzi consolidato una casta intoccabile spostatasi specie in ambito locale dai partiti agli amministratori e permeata dalla corruzione. Le differenze politiche tendono a diventare irrilevanti nella quotidiana pratica istituzionale mentre si produce un teatrale scenario di finto scontro permanente che ha favorito anche l’ aumento di coloro che si astengono nelle scadenze elettorali (almeno il 25 % del totale) .
I Sindaci in particolare hanno assunto un ruolo monocratico nominando assessori in ogni momento revocabili (molti dei quali si sono trasformati in qualcosa di simile a portaborse o fedeli segretari del sindaco) In pratica migliaia di sindaci eletti negli ultimi 15 anni, buoni o cattivi, validi o incapaci che fossero, sono risultati intoccabili: il Consiglio Comunale che li sfiducia vota il proprio autoscioglimento e questo di fatto praticamente non avviene mai.
Come rappresentanti unici dell’amministrazione e della città i “nuovi sindaci” hanno assunto una responsabilità crescente negli anni: di tipo politico, economico, morale. Le risorse finanziarie dei comuni sono fortemente aumentate mentre si sono accentrati su di loro i poteri e si è allentata l’azione degli organi di controllo amministrativi.
Ne sono esempi fra molti altri la bancarotta di comuni come Roma e Catania, i più noti, che mostrano l’impunità di amministratori che sforano per anni i bilanci, la presenza di connivenze di tipo mafioso, le collusioni con soggetti privati nell’uso del denaro pubblico a loro vantaggio.
Fà impressione lo studio pubblicato dalla Fondazione Civicum ( http://blog.civicum.it ) sui bilanci di sei grandi Comuni (Roma, Napoli, Milano,Torino, Bologna, Brescia), sullla dimensione delle risorse economiche di fatto sotto responsabilità discrezionale dei Sindaci, sul numero di Enti controllati o partecipati dai Comuni (nei settori dell’energia, dei trasporti, dell’acqua, dell’igiene ambientale, del settore immobiliare ) sullle nomine di Presidenti, Ammministratori delegati e dirigenti.
Soltanto i sei Comuni citati controllano in modo diretto o indiretto 338 società di cui due terzi appartenenti a gruppi quotati in borsa; i loro sindaci nominano 289 amministratori di cui 90 apicali (Presidenti e AD); le società controllate sommate fra loro sono il sesto gruppo italiano per fatturato (18,6 mld) ed il quarto per dipendenti (78.000).
Le imprese sotto il controllo della Moratti hanno un fatturato maggiore di Benetton ( 9 mld ), quelle di Alemanno più di Barilla ( 4,1 mld). Chiamparino fattura più della Mondadori (2 mld ) ed è anche quello che fa più nomine (60) seguito da Jervolino (55) ed Alemanno ( 54). La Moratti ne fa solo 48. La retribuzione media dei nominati è di 45.000 euro all’anno, i più pagati quelli nelle aziende energetiche, profumatamente sostenute negli ultimi anni dalle bollette degli utenti.
A fine 2008 i sei Comuni avevano circa 7,5 mld di portafoglio in borsa , avendo perso circa un quarto del valore per la crisi .
Con riferimento al 2003-2007, periodo di osservazione, parecchie di queste società hanno avuto spaventose “voragini “ economiche di cui naturalmente nessuno ha dovuto rispondere. Per fare solo qualche esempio: ATAC a Roma (Trasporti, 583 milioni) CTP a Napoli (Trasporti ,175 milioni ), Asia a Napoli (igiene ambientale, 68 milioni), AMA a Roma ( 45 milioni ).Spesso sono coinvolte anche amministrazioni gestite dal centro-sinistra e comunque i numerosi casi in cui sono sotto indagine Sindaci o amministratori comunali indicano di frequente totale contiguità fra esponenti appartenenti a diverso schieramento politico.
Naturalmente la dimensione delle risorse finanziarie che fanno capo alla discrezionalità delle Giunte ed in definitiva dei Sindaci, sono ben più rilevanti di quelle, qui indicate, degli enti controllati ed è stupefacente ascoltare Sindaci che si dichiarano non a conoscenza di scelte di rilevante peso economico e finanziario sulle quali hanno proprio loro la prevalente o totale, diretta responsabilità.
E’ evidente che la richiesta di trasparenza delle sedi istituzionali, il rinnovamento della classe politica, il ridimensionamento dei poteri crescenti della casta degli amministratori, devono essere accompagnati da modifiche legislative che limitino la totale discrezionalità dei Sindaci e da una più seria e trasparente procedura di gestione delle risorse e di formulazione dei Bilanci comunali. .
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