di Remy Prud’homme *
Il traffico di passeggeri
e merci è in calo e i ricavi dell’alta velocità sotto le Alpi copriranno meno
del 10 per cento dei costi
La Francia e l’Italia si preparano a
spendere più di 26 miliardi di euro per una linea ferroviaria ad alta velocità
che collega Lione e Torino, con un tunnel lungo cinquanta chilometri. Si
stenta a crederlo. Tutti gli studi indipendenti hanno dimostrato che questo
progetto faraonico è una follia.
È facile
capirlo se si pensa al tunnel sotto la Manica. Il costo della linea Lione-Torino è più
alto di quello della linea Parigi-Londra. Ma il traffico, e dunque i potenziali
ricavi, è molto inferiore (di 14 volte per i passeggeri e di tre volte per le
merci).
Già i
ricavi del tunnel sotto la Manica non coprono le sue spese di investimento e di
manutenzione, come sanno in troppo bene i risparmiatori e le banche che l’hanno
finanziato. I ricavi del tunnel alpino non copriranno nemmeno il 10 per cento
dei costi. Era già evidente negli anni novanta, all’epoca in cui il progetto fu
concepito. Lo è ancora di più oggi, e per tre fattori.
Primo, il costo del progetto è
aumentato in modo considerevole, passando da 16 a 26 miliardi di euro. E
tutti sanno che il costo preventivato è notevolmente inferiore a quello che
sarà il costo effettivo.
Secondo, le previsioni di crescita del traffico,
all’epoca molto generose (si ipotizzava un raddoppiamento, e addirittura un
quadruplicamento per il trasporto ferroviario), non si sono avverate.
Fine
della crescita
Dopo vent’anni, il traffico ferroviario tra
Lione e Torino è fermo o addirittura in declino. Le
ragioni sono tante: la deindustrializzazione dei due paesi, la fine della
crescita, la costosa apertura dei tunnel ferroviari svizzeri e una maggiore efficienza
della linea stradale. Motivi che non sono destinati a scomparire nei prossimi
anni.
Terzo,
la situazione dei conti pubblici di Francia e Italia è peggiorata. L’aumento
dei costi del progetto più la sua diminuita utilità danno come risultato un
aggravio delle possibili perdite. I 26 miliardi di investimento saranno
interamente a carico dello stato, tramite un aumento delle tasse o un aumento
del debito. In Francia non si potrà contare sui risparmiatori o sulle banche,
già scottati dall’affare del tunnel sotto la Manica.
Le forme
di partenariato tra pubblico e privati, evocate di quando in quando, non
saranno altro che prestiti camuffati.
Migliorare
l’esistente
Sembra
che l’Unione europea parteciperà con una quota che potrà variare dal 10 al 15
per cento a questo enorme sperpero. E saranno soldi nostri. Siamo di fronte a
un’istituzione bizzarra, schizofrenica e che istiga a sforare con il bilancio:
da un lato esige che Francia e Italia riducano il debito pubblico e il carico
fiscale, dall’altro le incita a fare ingenti spese inutili.
Questo
progetto viene difeso solo dalle potenti
lobby francesi e italiane nel settore dei lavori pubblici e dagli eletti delle
zone interessate, come il dipartimento Rodano- Alpi o la Regione Piemonte. In fondo ricevere una sovvenzione statale è sempre un grosso vantaggio,
anche se si è una regione ricca.
Nell’agosto del 2012 un
parere sul progetto espresso dalla corte dei conti francese raccomandava “di
non escludere troppo presto l’alternativa del miglioramento della linea esistente”,
un modo per dire: abbandonate il progetto.
Nel giugno del 2013 la commissione Mobilité
21 presieduta da Philippe Duron, ha presentato un rapporto
lucido e coraggioso sugli investimenti da fare nei trasporti fino al 2030, in cui si mette
l’accento sulla priorità assoluta da dare alla manutenzione della rete e si
scartava qualsiasi nuovo progetto di alta velocità.
Anche la
Société
nationale des chemins de fer (Sncf), le ferrovie francesi, sostiene il progetto con poca
convinzione perché è consapevole che contribuirà a un deficit che poi le sarà
rimproverato. Ci si chiede in che mondo vivano i nostri politici.
“Non
escludere troppo presto l’alternativa del miglioramento della linea esistente”
·
Les Echos, Francia Fonte:
Internazionale 1033 | 10 gennaio 2014
nota : nelle recenti elezioni comunali nel comune alpino di Grenoble una anomala coalizione di ecologisti, sinistra e comitati locali anche notav ha battuto al secondo turno socialisti conservatori e lepenisti ( vedi articolo sotto )
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