13 gennaio 2014

I porcelloni del doppio turno



di Massimo Marino *


Voglio commentare, in attesa di un intervento più completo sulla crisi della democrazia rappresentativa,  un articolo che mi era sfuggito,  uscito su “Il sole 24 ore” in dicembre, di tale Tabellini. L’ho letto più volte perché non credevo di avere capito bene, non credevo ai miei occhi ( e poi mi sono venute in mente le proposte di Renzi ).


A parte il cumulo di falsificazioni che stanno alla base del testo, l’idea di unire insieme un  premio di maggioranza con un   doppio turno e/o l’ uninominale di collegio  a turno unico è allucinante.

Saremmo  praticamente alle soglie di un sistema elettorale finto che preclude di fatto ad un partito unico ( le larghe intese in versione un po’  ristretta e permanente sembrano la premessa) che potrebbe avere anche la maggioranza assoluta  anche se prendesse il 10-15% del voto del corpo elettorale, lasciando quasi totalmente fuori tutti gli altri. Il voto in Friuli ed in Basilicata sono già su quella strada ( di fatto manca solo il secondo turno..).

A  me sembrano le premesse inquietanti di un  fascismo di tipo nuovo all’italiana del nuovo secolo  ( non mi viene in mente altro nome adeguato ), ben al di là del gollismo alla francese, del bipartitismo americano, di sistemi semipresidenziali. Qui l’opposizione viene estromessa tecnicamente dalle Camere. Che venga tentato usando come contenitore ( almeno per una prima puntata), i postdemocristiani riuniti dentro e attorno al PD mi sembra un aggravamento del  pericolo per la residua democrazia italiana.

Che articoli del genere vengano pubblicati sul Sole24ore da un suo editorialista è particolarmente grave; vuol dire che c’è chi lavora seriamente  in questa direzione. Questi non sono solo contro un ragionevole sistema proporzionale con quorum (che dovrebbe essere la conseguenza indiretta del timido pronunciamento della Corte Costituzionale),  ma vogliono andare ben oltre porcellum e mattarellum ( che sono molto simili ma non si dice ) . Verso un partito-coalizione ( al suo interno) che governa, magari con sistema monocamerale, senza avere alcuna significativa opposizione, neanche quelle “opportuniste” tipo SEL o LEGA che sarebbero in partenza demolite, fuorigioco o annesse prima del voto.


E’ evidente che non permetteranno al M5S (ne tanto meno ad altre opposizioni serie al momento comunque del tutto  inesistenti )  di essere presente nel prossimo parlamento e nella scena politica italiana del dopo-Letta. Purtroppo  di questo tipo di informazione diventano vittime anche le persone meglio intenzionate. Mi riferisco, per fare fra i tanti un esempio, a questo post  dove chi scrive, un giovane economista laureato nel 2005,  non si rende conto che ciò che in aggiunta suggerisce non è solo la negazione della rappresentanza, ma è letteralmente demenziale ( “al secondo turno elettorale, gli elettori dei partiti usciti fuori, non saranno più costretti a votare la coalizione di cui il partito fa parte, bensì il partito che meglio possa rappresentarli – fatto fuori il partito da loro supportato-  garantendo in questo modo meglio la volontà del singolo elettore” ). Praticamente un corto-circuito della ragione e della logica.


Che girino vocazioni fascistoidi nel paese ( favorite anche dal disastro culturale prodotto  dalle confuse panzane referendarie dei vari Mario Segni, Marco Pannella etc. degli ultimi 20 anni ) non può sorprenderci. Né che i media evitino accuratamente di spiegare di che si sta parlando. In fin dei conti stanno difendendo un regime che sta superando i limiti del sistema democratico, che però li mantiene. Il cumulo di falsificazioni  volute, perché non è un  incompetente,  di un autorevole esponente del giornale  della Confindustria dice che stiamo andando oltre il limite della compressione della libertà di voto.

I falsi sono clamorosi. Solo qualche esempio:


—   “ Il proporzionale è la sciagura che porta alla instabilità ed alla frammentazione.”     Falso: il proporzionale, quasi puro, non c’è più dal 1993 (tranne che alle europee ) e nulla centra con gli avvenimenti degli ultimi 20 anni. Certo riproporlo come tale è davvero difficile da sostenere. Ma gli addetti ai lavori sanno ( ma non lo dicono !) che basta il quorum al 5% come in  Germania, ed in Italia entrano 3 partiti (PDL/FI – PD – M5S)  e al massimo altri 3 se la giocano di volta in volta ( sinistra-centristi-destra). In Germania sono entrati 4 partiti (CDU-SPD-Grunen-Linke) ed altri 3 sono rimasti sotto ( Liberali- AntiEuro- Pirati ); ma le liste erano 32, come sempre peraltro ( anche questo nessuno lo sa o lo dice in Italia ) . Inoltre basta cambiare 2 numeri e quattro parole del regolamento di Camera e Senato, raddoppiando a 40 e 20 i membri necessari per formare un nuovo gruppo, e si eliminano le  nuove sigle inventate ad hoc (nell’era di Monti le sigle erano 34) . Si formerebbero partiti stabili, non inventati, che sarebbero costretti a mediare concretamente sui programmi (come avviene dopo il voto in Germania) invece che  spartirsi prima solo il numero di poltrone e sgabelli.  Altro che superare il porcellum; questi pensano ad un bel porcellone, alla faccia della timidissima Corte Costituzionale.  Qui si vuole impedire, deformando o nascondendo la realtà, che partiti anche con il 25-30% possano essere rappresentati, cosa che è  tecnicamente possibile con i sistemi proposti. E’ la vecchia idea di Dalema-Finocchiaro-Violante  adesso fatta propria da Renzi-Letta-Alfano. Che stanno vedendo cosa barattare con Berlusconi per avere i numeri con il voto anche di ForzaItalia.


— “ In un campione di 46 democrazie parlamentari nel corso degli anni 90, la dimensione della spesa pubblica è molto più alta nei Paesi dove prevalgono governi di coalizione anziché governi sostenuti da un unico partito maggioritario.”  E’ in parte una favola, in realtà è un velato auspicio ad un governo di fatto autoritario simil-fascista moderno perché votato da piccole minoranze che controllano risorse finanziarie e media. Che alla spesa pubblica preferiscono “ la spesa privata”. 


— “Naturalmente queste considerazioni riguardano l’interesse generale dei cittadini, non quello particolare delle singole forze politiche presenti in Parlamento. Ormai il nostro Paese non ha più margini per fare errori su una materia così importante.” Che altruismo con il naso lungo!  In realtà si tutela una piccola minoranza che sembra ormai disposta a tentare tutto pur di garantirsi la sopravvivenza, anche rendendo di fatto inagibile  la libera scelta nel voto e che auspica sotto sotto  l’astensionismo degli  inconsapevoli o quello obbligato di chi non ha più possibilità di scelta.  In altre parole: se non blocchiamo l’espressione popolare nel voto, anche favorendo l’astensionismo,  Grillo o qualcun altro ci caccia tutti quanti…

* Gruppo Cinque Terre

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