di Massimo Marino *
Il porcellum è stato cancellato dalla Corte Costituzionale, ma può
esserci di peggio. PD e Forza Italia ci stanno provando.
La sentenza
resa pubblica in questi giorni, in ritardo di anni, molto timida e prudente, è
pur sempre chiara: “ .. il meccanismo premiale è foriero di una
eccessiva sovra-rappresentazione della lista di maggioranza relativa, in quanto
consente ad una lista che abbia ottenuto un numero di voti anche relativamente
esiguo di acquisire la maggioranza assoluta dei seggi. In tal modo si può
verificare in concreto una distorsione fra voti espressi ed attribuzione di
seggi che, pur essendo presente in qualsiasi sistema elettorale, nella specie
assume una misura tale da comprometterne la compatibilità con il principio di
eguaglianza del voto… garantisce l’attribuzione di seggi aggiuntivi (fino alla
soglia dei 340 seggi) a quella lista o coalizione di liste che abbia ottenuto
anche un solo voto in più delle altre, e ciò pure nel caso che il numero di voti
sia in assoluto molto esiguo…”
Si precisa che la Costituzione
garantisce la rappresentatività del voto, ma non impone un sistema particolare:
“ l’Assemblea Costituente, pur
manifestando, con l’approvazione di un ordine del giorno, il favore per il
sistema proporzionale ..non intese irrigidire questa materia sul piano
normativo costituzionalizzando una scelta proporzionalistica .... Non c’è, in
altri termini, un modello di sistema elettorale imposto dalla Carta
costituzionale... Il sistema elettorale, tuttavia, pur costituendo espressione
dell’ampia discrezionalità legislativa, non è esente da controllo...”
L’introduzione di sistemi
elettorali maggioritari ( dal 1993) anche
nella forma di premio di maggioranza (dal 2005) ha garantito la
sopravvivenza anche in mancanza di adeguati consensi , ai due partiti che hanno
guadagnato da questi meccanismi, con il supporto della disinformazione dei
media e la piena libertà di azione istituzionale anche nel rendere gregari i
gruppi minori ( 23 liste e listarelle alleate a PD o PDL nelle elezioni del febbraio scorso
) e nella diffusione dell’influenza clientelare e corruttiva di cui sono piene
le cronache; i cui effetti sono la
disastrosa e immutabile condizione del paese. Al contrario di quanto promesso
si è avuto negli ultimi 20 anni un
abnorme aumento (di circa tre volte) di gruppi e partitini, ( 34 alla nascita del
governo Monti) che il sistema di voto di
coalizione rende subalterni ( quando non
inventati di proposito) , favorendo il trasformismo e l’ irrilevanza dei programmi, sostituiti
dalla compravendita di seggi e dal voto di scambio. L’attuale ultimo Parlamento votato nel febbraio scorso è il
prodotto di una furbesca rapina con la quale due partiti si sono appropriati di
più di 150 seggi vanificando o girando
nel loro contrario il voto di circa 6
milioni di elettori.
E’ inutile nascondere che corruzione, subalternità
culturale, disinformazione di gran parte dei media, che sono espressione
diretta di questi partiti pur minoranza nel voto del corpo elettorale , hanno
però creato una efficace cortina
fumogena dietro la quale, incredibilmente, in questi giorni si sta riproponendo
un sistema peggiorativo del porcellum,
presumibilmente basato su doppio turno e/o più probabilmente su premio,
quorum e collegi uninominali, incredibilmente tutto insieme. Mantenendo anche
le liste totalmente bloccate, che resta comunque una questione marginale a
volte utilizzata per sviare l’attenzione. Un complesso sistema truffaldino, di cui si
può all’ultimo istante inventare dieci varianti, fatto in modo che non risulti
evidente la truffa agli sprovveduti, con il quale due soli partiti verrebbero
premiati presentandosi come “ rivali “e successivamente sarebbero comunque
“costretti “ a governare insieme. Larghe intese di fatto ad aeternum .
L’obiettivo comune immediato, unico, evidente, è quello di espellere dal Parlamento
oggi il M5Stelle o domani qualunque altro movimento politico di alternativa,
anche favorendo una impotente maggioranza astensionista che
potrebbe facilmente arrivare, specie con doppio turno , al 60% del corpo
elettorale ( oggi è già al 30-40%). Il potenziale eversivo, in diverse
direzioni, di queste sciagurate operazioni dovrebbe essere evidente a chiunque
abbia a cuore il futuro del paese.
Alcuni contrappongono a questo
vero e proprio golpe all’italiana la riproposizione del sistema proporzionale puro con il quale senza alcuna limitazione ogni
lista , anche la più piccola, avrebbe seggi in proporzione esatta ai voti
ottenuti. Si tratta di un sistema sciagurato, del tutto improponibile, che porterebbe alla
proliferazione di decine di altre liste e partitini di scarso peso, magari
inventati da quelli maggiori come già avviene oggi. Il trionfo
dell’instabilità, delle logiche corruttive, della degenerazione del sistema
politico in piccole caste impegnate esclusivamente alla propria modesta
sopravvivenza. I sostenitori di questa
posizione sono così facilmente attaccabili che diventano una involontaria quinta colonna di chi vuole mantenere in eterno un
finto bipolarismo giustificandolo
come unica soluzione atta a garantire stabilità e governabilità.
Invece le elisioni portate dalla Corte
al porcellum , così come il sistema di voto che utilizzeremo nelle elezioni
europee di maggio ( un sistema a base proporzionale limitato da un quorum al 4%
su ampi collegi, che ha dato nel 2009 16 liste presentate di cui 5 hanno ottenuto degli eletti ) indicano la strada possibile, idonea a garantire, se
questa sarà la volontà degli elettori, un cambiamento vero e stabile del sistema politico, ridando un ruolo alle
idee, ai programmi reali, ai fatti concreti . Un sistema proporzionale limitato da un quorum ragionevole ( al 5%) , con liste su base regionale, che
è la giusta dimensione per conoscere i candidati in una contesa nazionale,
l’introduzione di una preferenza , lasciando eventualmente al partito al
massimo la sola indicazione di uno, o due capilista regionali. Il raddoppio dei membri
necessari per costituire un nuovo gruppo parlamentare (es. da 20 a 40 alla Camera ). Un Senato per metà
espresso da rappresentanti delle Regioni ( senza doppia indennità ) che venga
utilizzato per la doppia lettura su ciò che attiene al ruolo delle Regioni,
agli accordi internazionali, ad eventuali modifiche costituzionali. Il rispetto della proporzionalità del voto e
degli eletti consentirebbe, senza doppi fini, il consolidamento delle aree politiche vere e stabili rappresentate ( probabilmente 4-5 al massimo ), di ridurre il numero di eletti
( ad esempio 500 invece di 630 alla Camera e 250 invece di 315 al Senato). Un
sistema in gran parte già attuato in
altri paesi, come la Germania, che funziona benissimo. Proposte semplici, comprensibili, razionali:
che ridarebbero rapidamente qualche credito significativo ad un sistema
politico ormai in disgregazione. Sorprende che ad oggi siano pochi coloro che sostengono proposte di questo tipo, neppure fra i
movimenti cosiddetti alternativi; un segno del degrado culturale e della
confusione che hanno scavato in
profondità nel corso degli anni.
Sorprende che anche il M5Stelle, che
dovrebbe essere coerentemente
sostenitore della libera espressione popolare del voto, si sia perso ,
nella proposta stesa dai parlamentari ( pdl
1657 del 4 ottobre 2013) , in una
astrusa e pasticciata elaborazione di sistemi svizzero-spagnoleschi, di correttivi vari di
tipo maggioritario giocando su collegi provinciali, di preferenze che si
mettono o si tolgono o si possono dare a liste diverse, di impraticabili procedure di verifica degli
eletti. Un anno prima un sondaggio promosso sul sito di Grillo, senza alcuna base
di ragionamento, aveva portato,
inevitabilmente, ad almeno 35 diverse
proposte ( fatto che ci insegna che la democrazia diretta in rete è una cosa
seria e complessa con la quale non si può giocherellare ). Incomprensibile poi il
sostegno in Parlamento alla mozione, per fortuna respinta, del radical-verde-piddino Giachetti, che a parte un po’ di
pubblicità personale riproponeva il mattarellum, l’altra variante delle leggi truffa propinate
agli italiani negli ultimi 20 anni. Mistero perché mai il M5S l’abbia votata. In
realtà tutto ciò che è stato detto e scritto dai grillini nel merito fino ad
oggi, salvo le premesse generali del tutto condivisibili, è
inutilizzabile e da buttare via. A parte alcuni aspetti davvero diabolici della proposta presentata,
ciò che emerge è la rinuncia a presentare ai cittadini una proposta
comprensibile , che ad oggi in realtà non c’è e che rischia, sperando che
la rete faccia miracoli, di arrivare
fuori tempo massimo e restare come oggi nella totale irrilevanza mediatica. Alla
faccia delle critiche di decisionismo a Grillo e allo “ staff “ ciò che
emerge è sul tema l’assenza dell’uno e dell’altro. Negli ultimi giorni si è in qualche modo ricominciato da
capo, indicando un professore universitario studioso arguto della crisi di Rifondazione
comunista, parecchio lontano dalla cultura del M5Stelle, per illustrare i problemi tecnici ( ma quali
problemi tecnici ? ) attinenti ad ogni diverso sistema proposto; da tutto ciò
dovrebbero emergere gli elementi utili a
scegliere in rete ( si dice entro fine febbraio, buonanotte… ) la proposta
definitiva del Movimento. Un percorso terrificante, in grave ritardo, un vuoto
di proposta che mette a nudo , per la prima volta in modo aperto ed evidente,
una inadeguatezza paralizzante dell’unico movimento politico che ha dato voce
negli ultimi anni alla protesta e spesso anche alla proposta che emergeva dal
paese e a dai movimenti sociali più virtuosi. E che ha aperto il varco, in buona
compagnia con le altri opposizioni, a Renzi e Berlusconi, i due amici delle “ profonde convergenze “ di
queste ore, a trovare forse una insperata, comune, via di uscita dalla " loro " crisi.
L’assenza di Grillo, il
minoritarismo irrilevante e controproducente delle proposte del proporzionale
puro, l’opportunismo dei piccoli partitini in inarrestabile dissoluzione che auspicano solo un sistema che gli permetta
di aggregarsi al carro di uno dei due coattori della sceneggiata, gli intellettuali
dimezzati di cui sembra piena la sinistra italiana, silenti e confusi tranne qualche magistrato democratico e
qualche giurista e accademico illuminato, ci
lascia alla mercè delle falsificazioni dei media e della combriccola che si
raccoglie attorno ad un quasi 80enne politicamente finito da tempo , e ad un
quasi 40enne postdemocristiano che ha preso in mano quel singolare aggregato di
interessi diversi che si raccoglie sotto le ex bandiere del comunismo all’italiana.
Siamo davvero messi male e non ne uscirà
niente di decente, anzi.
Un sistema proporzionale limitato con un quorum , all’interno di una
più generale riforma istituzionale che
rilanci la democrazia rappresentativa, stimoli la partecipazione, apra a forme
più diffuse di democrazia diretta, è la base indispensabile per affrontare l’involuzione
del paese e rinnovarne la rappresentanza politica. Avendo la Costituzione come riferimento storico irrinunciabile. Il sistema elettorale non può essere costruito
per favorire questo o quel partito o coalizione ( ne il PD , ne il PDL, e neppure il
M5S, ne altri di oggi o di domani ) ma per garantire la libera espressione del
voto con il quale i cittadini concorrono allo sviluppo del sistema democratico
del paese ed in fin dei conti al loro proprio destino.
* GCT , 19 gennaio 2013
* GCT , 19 gennaio 2013
nella foto l’Assemblea
Costituente promuove la nuova Costituzione l’ 1 gennaio 1948
( questo articolo è il terzo di
quattro previsti entro fine gennaio , dedicati alla crisi della
rappresentanza ed alla riforma istituzionale)
vedi anche:
Perché serve una rivoluzione anche se avremmo
tanto di meglio da fare ( 6 dicembre 2013)
I
porcelloni del doppio turno ( 13
gennaio 2013 )
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