19 gennaio 2014

Elogio del sistema proporzionale limitato



di Massimo Marino *


Il porcellum è stato cancellato dalla Corte Costituzionale, ma può esserci di peggio. PD e Forza Italia ci stanno provando.

La sentenza resa pubblica in questi giorni, in ritardo di anni, molto timida e prudente, è pur sempre chiara:  .. il meccanismo premiale è foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione della lista di maggioranza relativa, in quanto consente ad una lista che abbia ottenuto un numero di voti anche relativamente esiguo di acquisire la maggioranza assoluta dei seggi. In tal modo si può verificare in concreto una distorsione fra voti espressi ed attribuzione di seggi che, pur essendo presente in qualsiasi sistema elettorale, nella specie assume una misura tale da comprometterne la compatibilità con il principio di eguaglianza del voto… garantisce l’attribuzione di seggi aggiuntivi (fino alla soglia dei 340 seggi) a quella lista o coalizione di liste che abbia ottenuto anche un solo voto in più delle altre, e ciò pure nel caso che il numero di voti sia in assoluto molto esiguo…”

Si precisa che la Costituzione garantisce la rappresentatività del voto, ma non impone un sistema particolare: “ l’Assemblea Costituente, pur manifestando, con l’approvazione di un ordine del giorno, il favore per il sistema proporzionale ..non intese irrigidire questa materia sul piano normativo costituzionalizzando una scelta proporzionalistica .... Non c’è, in altri termini, un modello di sistema elettorale imposto dalla Carta costituzionale... Il sistema elettorale, tuttavia, pur costituendo espressione dell’ampia discrezionalità legislativa, non è esente da controllo...” 

L’introduzione di sistemi elettorali maggioritari ( dal 1993) anche  nella forma di premio di maggioranza (dal 2005) ha garantito la sopravvivenza anche in mancanza di adeguati consensi , ai due partiti che hanno guadagnato da questi meccanismi, con il supporto della disinformazione dei media e la piena libertà di azione istituzionale anche nel rendere gregari i gruppi minori ( 23 liste e listarelle alleate a PD o PDL nelle elezioni del febbraio scorso ) e nella diffusione dell’influenza clientelare e corruttiva di cui sono piene le cronache;  i cui effetti sono la disastrosa e immutabile condizione del paese. Al contrario di quanto promesso si è avuto negli ultimi 20 anni  un abnorme aumento (di  circa tre volte)  di gruppi e partitini, ( 34 alla nascita del governo Monti)  che il sistema di voto di coalizione rende subalterni  ( quando non inventati di proposito) , favorendo il  trasformismo e l’ irrilevanza dei programmi, sostituiti dalla compravendita di seggi e dal voto di scambio. L’attuale ultimo Parlamento votato nel febbraio scorso è il prodotto di una furbesca rapina con la quale due partiti si sono appropriati di più di 150 seggi  vanificando o girando nel loro contrario il voto di circa 6 milioni di elettori.

E’ inutile nascondere che corruzione, subalternità culturale, disinformazione di gran parte dei media, che sono espressione diretta di questi partiti pur minoranza nel voto del corpo elettorale , hanno però  creato una efficace cortina fumogena dietro la quale, incredibilmente, in questi giorni si sta riproponendo un sistema  peggiorativo del porcellum, presumibilmente basato  su  doppio turno e/o più probabilmente  su  premio, quorum e collegi uninominali, incredibilmente tutto insieme. Mantenendo anche le liste totalmente bloccate, che resta comunque una questione marginale a volte utilizzata per sviare l’attenzione.  Un complesso sistema truffaldino, di cui si può all’ultimo istante inventare dieci varianti, fatto in modo che non risulti evidente la truffa agli sprovveduti, con il quale due soli partiti verrebbero premiati presentandosi come “ rivali “e successivamente sarebbero comunque “costretti “ a governare insieme. Larghe intese di fatto ad aeternum .

L’obiettivo comune immediato, unico, evidente, è quello di espellere dal Parlamento oggi il M5Stelle o domani qualunque altro movimento politico di alternativa, anche  favorendo  una  impotente maggioranza astensionista che potrebbe facilmente arrivare, specie con doppio turno , al 60% del corpo elettorale ( oggi è già al 30-40%). Il potenziale eversivo, in diverse direzioni,  di queste sciagurate operazioni dovrebbe essere evidente a chiunque abbia a cuore il futuro del paese. 

Alcuni contrappongono a questo vero e proprio golpe all’italiana la riproposizione del sistema proporzionale puro con il quale senza alcuna limitazione ogni lista , anche la più piccola, avrebbe seggi in proporzione esatta ai voti ottenuti. Si tratta di un sistema sciagurato, del tutto improponibile, che porterebbe alla proliferazione di decine di altre liste e partitini di scarso peso, magari inventati da quelli maggiori come già avviene oggi. Il trionfo dell’instabilità, delle logiche corruttive, della degenerazione del sistema politico in piccole caste impegnate esclusivamente alla propria modesta sopravvivenza.  I sostenitori di questa posizione sono così facilmente attaccabili che diventano una involontaria quinta colonna di chi vuole mantenere in eterno un finto bipolarismo  giustificandolo come unica soluzione atta a garantire stabilità e governabilità.

Invece le elisioni portate dalla Corte al porcellum , così come il sistema di voto che utilizzeremo nelle elezioni europee di maggio ( un sistema a base proporzionale limitato da un quorum al 4%  su ampi collegi, che ha dato nel 2009 16 liste presentate di cui 5 hanno ottenuto degli eletti ) indicano la strada possibile, idonea a garantire, se questa sarà la volontà degli elettori, un cambiamento vero e stabile  del sistema politico, ridando un ruolo alle idee, ai programmi reali, ai fatti concreti . Un sistema proporzionale limitato da un quorum ragionevole ( al 5%) , con liste su base regionale, che è la giusta dimensione per conoscere i candidati in una contesa nazionale, l’introduzione di una preferenza , lasciando eventualmente al partito al massimo la sola indicazione di uno, o due capilista regionali. Il raddoppio dei membri necessari per costituire un nuovo gruppo parlamentare (es. da 20 a 40 alla Camera ). Un Senato per metà espresso da rappresentanti delle Regioni ( senza doppia indennità ) che venga utilizzato per la doppia lettura su ciò che attiene al ruolo delle Regioni, agli accordi internazionali, ad eventuali modifiche costituzionali.  Il rispetto della proporzionalità del voto e degli eletti consentirebbe, senza doppi fini, il consolidamento delle aree politiche vere e stabili  rappresentate ( probabilmente  4-5 al massimo ), di ridurre il numero di eletti ( ad esempio 500 invece di 630 alla Camera e 250 invece di 315 al Senato). Un sistema in gran parte già  attuato in altri paesi, come la Germania, che funziona benissimo.  Proposte semplici, comprensibili, razionali: che ridarebbero rapidamente qualche credito significativo ad un sistema politico ormai in disgregazione.  Sorprende che ad oggi siano pochi coloro che  sostengono  proposte di questo tipo, neppure fra i movimenti cosiddetti alternativi; un segno del degrado culturale e della confusione che hanno  scavato in profondità  nel corso degli anni.

Sorprende che anche il M5Stelle, che dovrebbe essere coerentemente  sostenitore della libera espressione popolare del voto, si sia perso , nella proposta stesa dai parlamentari ( pdl 1657 del 4 ottobre 2013) ,  in una astrusa e pasticciata elaborazione di sistemi  svizzero-spagnoleschi, di correttivi vari di tipo maggioritario giocando su collegi provinciali, di preferenze che si mettono o si tolgono o si possono dare a liste diverse,  di impraticabili procedure di verifica degli eletti. Un anno prima un sondaggio promosso sul sito di Grillo, senza alcuna base di ragionamento,  aveva portato, inevitabilmente,  ad almeno 35 diverse proposte ( fatto che ci insegna che la democrazia diretta in rete è una cosa seria e complessa con la quale non si può giocherellare ). Incomprensibile poi il sostegno in Parlamento alla mozione, per fortuna respinta, del radical-verde-piddino Giachetti, che a parte un po’ di pubblicità personale riproponeva il mattarellum, l’altra variante delle leggi truffa propinate agli italiani negli ultimi 20 anni. Mistero perché mai il M5S l’abbia votata. In realtà tutto ciò che è stato detto e scritto dai grillini nel merito fino ad oggi, salvo le premesse generali del tutto condivisibili,  è inutilizzabile e da buttare via. A parte alcuni aspetti  davvero diabolici della proposta presentata, ciò che emerge è la rinuncia a  presentare ai cittadini una proposta comprensibile , che ad oggi in realtà non c’è e che rischia, sperando che la rete faccia miracoli, di arrivare fuori tempo massimo e restare come oggi nella totale irrilevanza mediatica. Alla faccia delle critiche di decisionismo a Grillo e allo “ staff “ ciò che emerge è sul tema l’assenza dell’uno e dell’altro. Negli ultimi  giorni si è in qualche modo ricominciato da capo, indicando un professore universitario studioso arguto della crisi di Rifondazione comunista,  parecchio  lontano dalla cultura del M5Stelle,  per illustrare i problemi tecnici ( ma quali problemi tecnici ? ) attinenti ad ogni diverso sistema proposto; da tutto ciò dovrebbero emergere gli elementi  utili a scegliere in rete ( si dice entro fine febbraio, buonanotte… ) la proposta definitiva del Movimento. Un percorso terrificante, in grave ritardo, un vuoto di proposta che mette a nudo , per la prima volta in modo aperto ed evidente, una inadeguatezza paralizzante dell’unico movimento politico che ha dato voce negli ultimi anni alla protesta e spesso anche alla proposta che emergeva dal paese e a dai movimenti sociali più virtuosi. E che ha aperto il varco, in buona compagnia con le altri opposizioni, a Renzi e Berlusconi,  i due amici delle “ profonde convergenze “ di queste ore, a trovare forse una insperata, comune,  via di uscita dalla "  loro " crisi. 

L’assenza di Grillo, il minoritarismo irrilevante e controproducente delle proposte del proporzionale puro, l’opportunismo dei piccoli partitini in inarrestabile dissoluzione  che auspicano solo un sistema che gli permetta di aggregarsi al carro di uno dei due coattori della sceneggiata, gli intellettuali dimezzati di cui sembra piena la sinistra italiana, silenti e confusi  tranne qualche magistrato democratico e qualche giurista e accademico illuminato, ci lascia alla mercè delle falsificazioni dei media e della combriccola che si raccoglie attorno ad un quasi 80enne politicamente finito da tempo , e ad un quasi 40enne postdemocristiano che ha preso in mano quel singolare aggregato di interessi diversi che si raccoglie sotto le ex bandiere del comunismo all’italiana. Siamo davvero messi male e non  ne uscirà niente di decente, anzi.

Un sistema proporzionale limitato con un quorum , all’interno di una più generale  riforma istituzionale che rilanci la democrazia rappresentativa, stimoli la partecipazione, apra a forme più diffuse di democrazia diretta, è la base indispensabile per affrontare l’involuzione del paese e rinnovarne la rappresentanza politica. Avendo la Costituzione come riferimento storico irrinunciabile.  Il sistema elettorale non può essere costruito per favorire questo o quel partito o coalizione ( ne il PD , ne il PDL, e neppure il M5S, ne altri di oggi o di domani ) ma per garantire la libera espressione del voto con il quale i cittadini concorrono allo sviluppo del sistema democratico del paese ed in fin dei conti al loro proprio destino.  

* GCT ,   19 gennaio 2013 
nella foto l’Assemblea Costituente promuove la nuova Costituzione l’ 1 gennaio 1948
( questo articolo è il terzo di quattro  previsti  entro fine gennaio , dedicati alla crisi della rappresentanza ed alla riforma istituzionale)
                                                              
 vedi anche:
I porcelloni del doppio turno  ( 13 gennaio 2013 )

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