2 settembre 2011

Veltroni, Vendola, Di Pietro e quell'aborto di referendum per la democrazia


di Spidertruman *

Vorrei tornare sulle questioni sollevate nel post precedente, perchè mi sono reso conto di esser stato molto superficiale e approssimativo.
Procederei quindi per punti.

1) ai primi di luglio un gruppo di intellettuali ed esponenti della società civile (**) lanciano una campagna referendaria "Riprendiamoci il voto" con l'obiettivo di raccogliere 500.000 firme per l'indizione di un referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale Porcellum: ripristinare il sistema proporzionale di "una testa, un voto" e ridare la possibilità ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti in parlamento, attualmente non eletti ma sostanzialmente nominati dalle segreterie dei partiti (info e materiali sulla campagna sono qui: http://www.referendumleggeelettorale.it/)

2) Il comitato promotore è composto da personalità vicine idealmente e politicamente al centro-sinistra, ma i segretari di partito e i capicorrente si inalberano, confabulano, si riuniscono. Esortano i promotori a bloccare la raccolta firme e a ridiscutere con loro i termini della proposta referendaria.
Dal comitato arriva la disponibilità a discutere ma senza fermare la raccolta firme.
Dinanzi allo straordinario successo nei primi giorni della campagna, con comitati spontanei di cittadini che spuntano come funghi in tutt'Italia, i segretari decidono di passare al contrattacco: Veltroni, Vendola, Di Pietro riuniscono i giornalisti e annunciano il lancio di una loro campagna referendaria contro il Porcellum.

3) Mentre la campagna referendiaria "riprendiamoci il voto" contiene una proposta articolata di abrogazione (che si può leggere qui: http://www.referendumleggeelettorale.it/i_quesiti.htm), la proposta dei leader di partito consiste nell'abrogazione totale dell'attuale legge elettorale in vigore e conseguentemente a loro dire il ripristino della legge precedentemente in vigore.
Tuttavia la giurisprudenza costituzionale - nel 1992 la Corte Costituzionale cassò altre proposte referendarie simili - spiega chiaramente l'inammissibilità della "vacatio legis" in materia elettorale: in parole povere, l'abrogazione non determina il ripristino della legislazione precedente.

4) si tratta quindi di un controreferendum puramente strumentale che non ha alcuna pretesa di cambiare la legge elettorale, ma piuttosto di bloccare la campagna referendaria nata dal basso e probabilmente non molto gradita a leader di partito e capicorrente in quanto determina l'azzeramento totale della loro possibilità di controllare chi eleggere in parlamento.

5) Il comitato promotore, per non dividere il fronte dell'opposizione antiberlusconiana, interrompe la campagna referendaria "Riprendiamoci il voto", scrive un comunicato per i comitati locali sorti in giro per l'Italia e si ritira di buon grado (http://www.referendumleggeelettorale.it/letterafinereferendum.pdf)

6) Di tutto questo, non troverete traccia nei giornali, che siano orientati a destra o a sinistra. Chissà come mai....

* http://isegretidellacasta.blogspot.com/ 19 agosto 2011

** Stefano Passigli, Giovanni Sartori, Enzo Cheli, Tullio De Mauro, Gianni Ferrara, Massimo Villone, Jacopo Sce, Daniel Pommier, Andrea Carandini, Gustavo Visentini, Claudio Abbado, Dacia Maraini, Renzo Piano, Inge Feltrinelli, Innocenzo Cipolletta, Margherita Hack, Benedetta Tobagi, Franco Cardini, Massimo Teodori, Umberto Ambrosoli, Domenico Fisichella, Enrico Scoppola.

S.T. p.s.= anche sul referendum sull'acqua, Di Pietro ebbe lo stesso atteggiamento di rottura nei confronti della campagna referendaria
(per rinfrescare la memoria: http://notiziegenova.altervista.org/index.php/te-lo-nasondono/1113-di-pietro-scontro-e-polemiche-con-il-comitato-per-lacqua-pubblica)

La corte costituzionale però dichiarò inammissibile la sua proposta e solo da quel momento decise di accodarsi ai comitati civici per l'acqua.
In questo caso invece, una volta cassato il loro referedum, non ci sarà alcun altro quesito sul quale "ripiegare".


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