1 Cosa nasce il 10 aprile?
Non nasce “un nuovo soggetto politico” ma, se c’è il consenso adeguato, può nascere un “area politica organizzata”, una rete nazionale ecologisti e civici sui contenuti sommariamente indicati dal documento di preadesione (allegato). Un nuovo soggetto politico è 100 volte più grande di quello che può nascere a Bologna.
2 Aderiscono individui o gruppi ?
L’adesione non può che essere individuale perché si rivolge a tutti quelli interessati che possono anche non essere in alcun gruppo esistente e sono probabilmente la grande maggioranza.
E’ utile comunque che gruppi esistenti che condividono il progetto si dichiarino “sostenitori “ mantenendo la loro autonomia ed il loro nome almeno in questa fase.
Se si è d’accordo aggiungendo a lato (su blog, documenti, simboli, etc ) un cognome ( magari attraverso un logo) per indicare l’appartenenza ad una comune famiglia.
Esempio: Ecologisti della Val d’ Aosta ( rete italiana ecologisti e civici )
3 Perché si può chiamarla “quarta area “?
Per fare chiarezza: la galassia ecologista, civica, anticasta, alternativa che alla fine vorremmo unire si sta in parte aggregando ( meglio “polarizzando”, cioè dividendo in modo aggregato) in almeno altre tre diverse aree:
- quella del Movimento 5 Stelle di Grillo (di gran lunga la più grande, fortemente anticasta, basata sul ruolo determinante di Grillo) che non si allea con nessuno per principio; una forma rigida per mantenere il controllo da parte di Grillo sulla struttura ma anche sui contenuti, in parte comprensibile ma per niente condivisibile.
- quella di Uniti e Diversi ( la più piccola, che ripropone al momento una struttura tradizionale a piramide, una rigidità teorica su “la decrescita”, alcuni elementi concettuali ancora “ di sinistra”, non ha riferimenti espliciti agli ecologisti nel mondo, non indica una esplicita volontà di aggregazione più grande in prospettiva, ne l’idea che ci si possa unire anche mantenendo alcune differenze di fondo)
- quella dei Verdi-Costituente ecologista ( che ha ancora riferimenti tradizionali alla logica ulivista, non ha una impostazione federativa malgrado il nome, non è esplicitamente anticasta, non prevede al momento lo scioglimento del partitino dei verdi ma un nuovo gruppo aggiunto di fatto loro emanazione, non ha un vero dibattito al suo interno ne sedi per farlo. Ha però un formale riferimento agli ecologisti nel mondo che altri non hanno.
In aggiunta a questi: la gran parte delle persone coinvolgibili non aderiscono a nessuna di queste tre aree ( in ognuna delle quali c’è qualcosa di condivisibile) ma sono in gruppi locali o tematici o in gran parte “polverizzate e deresponsabilizzate” individualmente nella galassia, nel privato o in iniziative ed impegni occasionali.
4 Perché “ecologista” ?
- Perché in tutto il mondo i temi che sosteniamo ( tutela del pianeta e del territorio , pace e non violenza, giustizia sociale, no corruzione, solidarietà, tutela fasce deboli e solidarietà sociale, biodiversità e tutela specie viventi, nuove pratiche, tutela beni comuni, etc… ) sono rappresentati da forze, movimenti, partiti che si chiamano ecologisti o verdi.
- Perché in Italia la parola Verdi non è più utilizzabile perché è stata bruciata dal loro fallimento.
- Perché la parola “ ecologisti” o simili che non c’entra nulla con “ambientalisti ” ( ha tutt’altro significato ) non è fino ad oggi mai stata usata da nessuno e rappresenta bene una cosa nuova finora mai esistita in Italia.
5 Perché “ civica” ?
Perché diritti, doveri e tutele civiche rappresentano bene gran parte dei nostri obiettivi, perché la difesa del territorio, dei beni comuni, di una conversione economica e degli stili di vita non è di destra ne di sinistra, perché la res civica appartiene ai cittadini non ai partiti esistenti, ne a classi sociali o gruppi economici particolari. Perché, come per ecologisti, bisogna rispettare le culture e le storie originarie di una parte delle persone a cui si chiede di partecipare al progetto.
6 Perché “Rete” ?
- Perché è la forma iniziale per garantire democrazia e partecipazione, approdare con il tempo ad una struttura “federativa” dove si costruiscono “nodi della rete” a livello comunale, regionale, nazionale che garantiscano organizzazione ed efficacia senza distruggere la partecipazione. Sul territorio i nodi possono anche fisicamente essere identificabili in ecoHub, strutture polivalenti autogestite da diversi soggetti federati insieme.
- Per non costruire organizzazioni piramidali o basate su “leader” invece che su “ progetti di società “ innovativi. Rete a nodi sembra la sintesi più efficace.
7 Quindi nessuna leaderchip ?
E’ inevitabile che si costruiscano leaderchip che devono essere locali, regionali, nazionali ma anche collettive, rinnovabili, aperte; con ruoli e poteri ben definiti, divisi e autonomi.
Che non devono coincidere con persone elette nelle istituzioni le quali devono essere incompatibili con ruoli interni e avere un impegno limitato nel tempo (limiti di mandato, dimezzamento delle indennità per contenere i costi della politica e per evitare il professionismo).
8 A che serve una nuova area politica di questo tipo ?
- A permettere il rafforzamento dei contenuti indicati e stimolare tutti gli altri ad una più grande aggregazione per la quale oggi pochi si impegnano davvero o di cui neppure parlano.
- A costruire una “massa critica iniziale e transitoria “ per procedere a progressive aggregazioni ed a proporne i contenuti fondamentali. Senza questa vocazione di fondo si costruirebbe solo un ennesimo micropartitino irrilevante e isolato.
9 Quindi autonomi e separati dagli altri o no ?
- Al momento SI’ perché se non si esiste un area organizzata non c’è possibilità di esprimere i propri contenuti.
- SI’ perché la gran parte della nostra galassia non condivide o sostiene nessuno dei soggetti esistenti, non ne fa parte, in gran parte neppure li conosce.
- SI’ perché l’obiettivo di unire tutti, che è quello di fondo, non dipende solo da una generica volontà di convincere ma anche dalla capacità di proporre e fare concretamente esercitando una forma di egemonia culturale che non è di per sé un valore negativo ma positivo.
10 Quindi nessun rapporto con i partiti esistenti ?
In questa fase rapporti elettorali generali con i partiti sono sconsigliabili perché sarebbero di fatto subordinati; è impossibile ottenere un impegno anche parziale sul proprio programma se si è irrilevanti sul piano generale (e non può essere barattato con qualche posto secondario, comportamento che ha distrutto con gli anni la credibilità di verdi e di vari partitini di sinistra).
Si devono costruire in prospettiva alleanze da pari a pari ottenendo impegni visibili e rispettati, migliorare aspetti concreti dell’esistente. L’obiettivo di fondo è però quello di sconfiggere, ridimensionare, emarginare i vecchi partiti e rinnovare e ridimensionare la politica stessa che ha assunto un peso anomalo nella società italiana.
Sul piano locale, in particolare comunale, è presumibile maggiore elasticità e comunque autonomia totale, nel rispetto della coerenza di fondo. In generale sono però tempi in cui è necessario stare lontani dai partiti senza eccezioni, la cui crisi, corruzione e perdita di credibilità sono crescenti.
11 Perché a Bologna pagare 10 euro per aderire ?
Pagare almeno 10 euro ha diversi scopi:
- è un modo per contribuire ai costi delle iniziative
- è un modo concreto per dare una adesione attraverso un piccolo gesto concreto di sostegno, per schierarsi in modo chiaro
- ma soprattutto ha una valenza culturale educativa che la politica non si fa attraverso il finanziamento pubblico ma attraverso la solidarietà economica di chi ci crede davvero e si fà protagonista; naturalmente vanno trovate altre forme più redditizie di autofinanziamento.
Dare dei soldi è anche un modo per relativizzare il ruolo del denaro che ha in genere troppa importanza nella nostra vita.
12 Ma come si costruisce questa area politica nuova?
Non si può predefinire tutto ma cominciare a ragionare dei criteri generali sì.
- Ad esempio l’adesione individuale può avvenire su base regionale, non necessariamente ad un gruppo esistente locale o comunale che in futuro potrebbero tendere a limitare invece di espandere le adesioni.
- Quindi servono dei garanti o custodi regionali che assicurino la costante apertura e la possibilità di aderire per tutti e le forme di garanzia e trasparenza necessarie per una vera partecipazione.
Incompatibili per un certo periodo con altri incarichi o candidature di rilievo.
- Ad esempio usando un portale nazionale con porte regionali come forma di organizzazione e iniziativa sul territorio, oltre che come fonte di informazione e discussione generale.
- Ad esempio moltiplicando le occasioni di dibattito ed elaborazione collettiva oggi quasi inesistenti e sostituite dai comizi ( televisivi) dei vari leader o dal chiacchiericcio insignificante su Facebook.
13 Ma non sarebbe più utile parlare di iniziative concrete?
L’incontro di Bologna ha un senso se nelle prossime settimane cresce il numero di persone e gruppi che condividono la necessità di darsi uno strumento organizzativo nuovo e comune ritenendo inadeguati la situazione e gli strumenti attuali; se questo non succede non ha molto senso Bologna.
L’incontro può anche decidere alcuni impegni comuni e coordinati ( ad esempio sui referendum, la scadenza più importante degli ultimi 20 anni di cui molti non sono consapevoli ) come anche 2-3 campagne e organismi da usare per l’intero anno ( ad esempio l’ osservatorio-blog sulla corruzione, una campagna culturale contro il professionismo politico, delle proposte di riforma di informazione, giustizia, mercato del lavoro o altro…?) .
Ci sono già centinaia di organismi dove si possono fare queste cose o altre simili anche se spesso sono frammentati e poco efficaci nei risultati. L’obiettivo prevalente di Bologna può essere quello di cominciare a definire contenuti, regole, forme di organizzazione e iniziative di un ‘area politica unita”; che renderà anche molto più efficaci le iniziative concrete contingenti.
(mm)
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