7 gennaio 2011

Ecologisti: quante aggregazioni vogliamo?

(contributi per il Conclave)

di Massimo Paupini *

Il 29 e 30 gennaio prossimi vi sarà, come è noto, un incontro nazionale di tutti i gruppi ecologisti e civici disponibili a discutere e a cercare un'intesa che avvii la strada ad una aggregazione politica la più ampia e condivisa possibile. Un appuntamento sul quale è utile fare alcune considerazioni.

Non vi sono dubbi che dal basso sono in atto innumerevoli iniziative ed esperienze di gruppi più o meno locali, che si stanno rendendo conto della necessità di puntare ad una azione comune ed a formare un movimento politico in qualche modo unitario.

Tuttavia è altrettanto indubbio che la cosa non appare di semplice attuazione; al contrario sembra al momento prevalere una tendenza a formare vari macro-si fa per dire-ragguppamenti che stanno cominciando a strutturarsi in maniera autonoma, invece che in un'unica aggregazione.

L'incontro della fine di gennaio dovrebbe proprio cercare di invertire questa deriva.

Ho partecipato a tutti e tre gli incontri nazionali svolti dai gruppi che hanno lanciato appelli per creare aggregazioni ( Bologna a ottobre per la Costituente Ecologista, Firenze a novembre per Abbiamo un Sogno, ancora Bologna a dicembre per Uniti e Diversi, che sembra al momento il più avanti dei tre nel dotarsi di una struttura definita.

Avendo partecipato alla formazione degli Ecologisti del Lazio, dove lavorano insieme per costruire un percorso comune molti di quei gruppi che a livello nazionale stentano a fare alttrettanto ( alcuni grillini, esponenti di Alternativa, di Per il Bene Comune, almeno fino a poco tempo fa, di Rete dei Cittadini, di GAS, di liste civiche, di membri del Gruppo Cinque Terre, di esponenti di gruppi ambientalisti attivi localmente...) e avendo altresì avuto numerose occasioni di incontri con molte altre piccole e meno piccole realtà locali, ho ricavato alcune impressioni: in realtà i punti in comune mi sembrano molto numerosi; dai temi "classici": nucleare, rifiuti, OGM, rifiuto della Crescita a tutti i costi, a quelli più" politici": no alla guerra, no alla casta, no alla corruzione e alle mafie, no agli attuali partiti politici...

Quest'ultimo punto mi sembra un nodo particolarmente importante e delicato; un punto che sembra unire praticamente tutte le, diciamo così, realtà di base: questo significa che diventa fondamentale, preliminare ad ogni realistica possibilità di intesa, che sia chiaro in maniera non equivoca che in qualsiasi forma uscisse un movimento unitario dal conclave, sarebbe in ogni caso non disponibile oggi a qualsiasi tipo di accordo generale, elettorale od altro, con gli attuali partiti, in particolare nella riproposizione di qualcosa di simile al vecchio Ulivo.

Un corollario non indifferente di questa posizione, anzi al momento quello forse più decisivo per favorire un processo unitario , sarebbe una dichiarazione pubblica del partito dei Verdi che indicasse un percorso chiaro verso lo scioglimento in tempi brevi : questo toglierebbe molte diffidenze verso uno dei gruppi che, positivamente, ha lanciato il primo appello ad aggregarsi, attraverso l’avvio della Costituente Ecologista.

E' questo al momento uno degli ostacoli maggiori al raggiungimento di una larga intesa tra i vari gruppi: per molti di questi non è neanche presa in considerazione l'idea di accordi con altri al cui interno sono presenti esponenti di un partito politico preesistente ( i Verdi appunto) che non ha al momento dichiarato l’ intenzione di sciogliersi ( malgrado dichiarazioni, peraltro ambigue, in tal senso al Congresso di Fiuggi e alcuni mesi fa al momento del lancio della Costituente Ecologista). Anzi sta avviando la nuova campagna di tesseramento 2011 e non se ne comprende con chiarezza la collocazione politica.

In assenza di una inequivocabile presa di posizione nel senso indicato, è probabile che inevitabilmente si andrà, dopo il "conclave", alla strutturazione di più raggruppamenti, preludio al formarsi di due o tre inutili partitini: si avrebbe comunque probabilmente una aggregazione più larga che taglierebbe fuori quanto resta dei Verdi lasciandoli in una condizione di isolamento e privi di autonomia dal sistema dei partiti tradizionali.

* degli Ecologisti del Lazio e del GCT

1 commento:

  1. Anonimo21:43

    mi sembra che un errore che spesso si sia fatto sia quello di miare direttamente alla politica, ala cattura politica,per riceverne o per creare consenso politico... mentre si doverbbe lavorare su , in, areee capaci di catturare consenso perchè quanto viene proposto è buono...
    come dire che se vuoi catturare la fascia sociale X, alla politica, mettiamo, devi parlare loro di politica... esolo e specialmente di politica...
    pertanto il fatto che s'insista in questa dimensione non penso darà ottimi risultati..
    neanche buoni..
    il connesenso, l'aggregazione, è ottenibile per dive che non necessariamente sono dirette...
    con formazione, interventi territoriali, iniziative anche non direttamente mirate..
    non è facile affatto...
    così la visione dei tanti partitini che si creerebbe è come avere tante domande differenti, l'arte è comoprendere quale sia la domanda dell'altro.... che non è quasi mai quella direttamente espressa..
    ivana Nannini

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