Il fenomenale successo elettorale dei Verdi francesi alle elezioni europee 2009 non può essere archiviato come un episodio un pò anomalo.“Europe Ecologie” (così si chiama la lista guidata da Daniel Cohn Bendit) ha ottenuto il 16,3% dei consensi, diventando il secondo partito francese, alla pari dei socialisti che, precipitati dal 29% al 16, 8, hanno eletto 14 europarlamentari, come i Verdi. Nella regione parigina, inoltre, gli ecologisti hanno superato i socialisti di ben 6 punti.Che non si tratti di un episodio isolato in Europa, lo dimostra l’ulteriore avanzata dei Gruenen tedeschi che, archiviata l’era di Joska Fischer, crescono ulteriormente dall’11% del 2004 al 12% ed eleggono 13 europarlamentari. Si pensi che il Financial Times, edizione tedesca, ha pubblicato un editoriale “Perchè votare i Verdi”, ricordando che le energie rinnovabili hanno creato in Germania, solo nel 2008, 175.000 nuovi posti di lavoro.Si aggiunga poi il 4% dei Verdi greci, col loro primo europarlamentare mandato a Strasburgo, i tre eletti in Belgio e, in generale, il peso dei Verdi che passano da 42 a 53 del Parlamento europeo.
E i Verdi italiani? Nati timidamente nel 1983 in alcuni Comuni (tra cui Trento e Bolzano), consolidati nel 1985 con l’elezione di una quindicina di consiglieri regionali soprattutto nel Nord e nel Centro, i Verdi italiani sono “esplosi” nel 1987, spedendo in Parlamento, con un milione di elettori (pari al 2,5%) 13 deputati, tra cui il sottoscritto, il fisico antinucleare Gianni Mattioli e l’animalista AnnaMaria Procacci, e 2 senatori.Nello stesso anno abbiamo tenuto e vinto i tre referendum antinucleari. La loro collocazione, indipendente dalla destra e dalla sinistra (DC e PCI) secondo le indicazioni anche di Alex Langer, dava molto fastidio adentrambi gli schieramenti, ma trovava notevoli riscontri, soprattutto nelle grandi città, tanto da provocare la nascita (da una costola della moribonda Democrazia Proletaria e da un’altra del Partito Radicale) di una seconda lista ecologista chiamata “Verdi Arcobaleno”, che nel 1989 elesse due europarlamentari, che si aggiungevano ai tre del Sole che ride.Qui finisce la “luna di miele” dei Verdi col popolo italiano e, dal 1990 (anno che ha visto il massimo risultato del 7% nella Regione Veneto con 4 consiglieri regionali) inizia il loro lento, inesorabile declino. Fino all’attuale scomparsa dal parlamento italiano (annegati nel Sinistra Arcobaleno del 2008) e da quello europeo (questa volta scomparsi dentro a Sinistra e Libertà di Niki Vendola).
Cosa insegna la Francia. Finora i segretari dei Verdi italiani Pecoraro e Francescato si sono giustificati con la supposta vocazione ecologista dei popoli del nord che scomparirebbe in vista del Mediterraneo.
Cohn Bendit (che dal “Dany il rosso” del ‘68 è diventato Dany il verde) smentisce questa analisi: il successo di Europe Ecologie è il frutto di una alleanza degli ecologisti con i “paysans” anti Ogm di Josè Bovè (che è tra i 14 eletti) e con l’ex magistrata Eva Yoly, leader di un movimento anti-corruzione, una Manipulite alla francese: insomma tutta un’altra cosa rispetto allo scioglimento di fatto dei Verdi italiani in soffocanti alleanze con partiti della vecchia estrema sinistra. Le proposte francesi sono un misto di pragmatismo in politica ed in economia e di spirito libertario ed antirazzista:
1. recuperare al mercato del lavoro con la formazione e le nuove tecnologie chi è stato licenziato;
2. un nuovo modello industriale eco-sostenibile, basato sulle energie rinnovabili, spinte da una vera concorrenza che elimini la droga finanziaria con cui si sostiene ora il nucleare.
Allora, amici ecologisti su le maniche e un pò di libertà di pensiero e di movimento Michele Boato
la cosiddetta estrema sinistra ha fatto perdere tempo alle istanze ecologiste. col suo produttivismo teorico e con una prassi sostanzialmente capitalistica ha prodotto politiche uguali a quelle della destra sul piano della difesa della salute e dell'ambiente. Se ci fosse un partito smarcato da destra e sinistra su questi temi, troverebbe il consenso di molti.
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