9 giugno 2009

Interventi:Europe Ecologie: il successo insperato degli Ecologisti alle Elezioni Europee in Francia

dal blog http://sostenibilitaenergetica.wordpress.com
di Giulia Malandrini (dott.ssa Scienze Internaz. e Diplomatiche - Bordeaux /France)

I Verdi Francesi hanno più che raddoppiato i loro seggi al Parlamento di Strasburgo: da 6, quattro anni fa, a 14 oggi. Tanto da imporsi come terzo partito francese, testa a testa con il Partito Socialista per il secondo posto dopo l’UMP di Sarkozy. Spazzato dunque via il MoDem, partito centrista di François Bayrou che alle scorse elezioni politiche aveva riportato saldamente il terzo posto, proponendosi quale alternativa e giocando a lungo, grazie al suo potenziale di alleanza, come ago della bilancia tra l’UMP di Sarkozy e il PS della Royale. Ecco i risultati: (Europe-ecologie 3a da sinistra a pari dei socialisti):
E’ una federazione di partiti quella che ha riportato il successo in Francia: si tratta dei Verdi di Nicolas Hulot, degli Altermondisti di José Bové, di militanti del mondo associativo come Yannick Jadot, ex di Greenpeace, e di personalità come l’ex magistrata Eva Joly, sotto l’abile regia di Danhiel Cohn Bendit, guida storica del ‘68 francese.Una tale avanzata elettorale merita una discussione. Prima di riflettere sulle difficoltà per una tale galassia di rimanere unita, cerchiamo di analizzare le forze insite nel loro Programma.

L’uscita dall’attuale crisi impone la “conversione ecologica e sociale dell’economia”, una “transizione tra due mondi, tra due modelli di sviluppo, tra due civiltà” fondata sul principio di Protezione: protezione dei diritti fondamentali, sociali e ambientali, perché solo se i cittadini percepiranno un reale miglioramento del loro benessere, potranno acconsentire ad una tale transizione. Questo il fulcro del Programma intitolato “
Contratto Ecologista per l’Europa“.
Esso propone 9 pilastri sulla base dei quali articolare tale transizione: Impiego, Agricoltura (tema carissimo alla rurale Francia), Energia, Salute, Biodiversità, Diritti Sociali, Diritti Umani, Conoscenza, Internazionale. E avanza 3 strumenti per realizzare questo cambiamento: un Patto Europeo di Cooperazione Ecologica e Solidale, un Consiglio di Sicurezza Economica, Sociale e Finanziaria europeo, responsabile davanti all’Europarlamento e un nuovo Processo Costituente per rifondare l’Unione Europea. Che dire?


1) si tratta di un Programma estremamente ampio (68 pagine), che si prefigge di rifondare la Visione della convivenza sociale e dell’attività economica. L’intento non sembra quello di stravolgere i rapporti sociali in un’ottica prettamente di sinistra-estrema (per la discussione di questo punto leggete al 4)), quanto piuttosto quello di dar loro un nuovo significato maggiormente “a misura d’Uomo”;

2) è un Programma estremamente minuzioso, che entra molto nel concreto: vengono forniti dati cifrati e molto dettagliati su temi come il numero (e la destinazione) dei nuovi impieghi “verdi”, sulla riconversione ecologica dell’industria automobilistica, etc. (giusto per citare i primi);

3) quello che si propone è, ancora una volta, un New Deal ecologico e sociale che trae la sua forza dalla Crisi, come peraltro è sottolineato in apertura al Contratto stesso: piena convergenza dunque con il clima politico-ideale internazionale di questi ultimi mesi;

4) si tratta di un superamento importante di una visione tradizionalmente solo di sinistra dell’Ecologismo francese (ma propria non solo di quello francese, basti pensare all’odierna Lista Italiana Sinistra e Libertà che ingloba i Verdi): l’obiettivo è quello di assumere un’identità precisa e autonoma rispetto alle posizioni puramente sinistroidi (e in eterno conflitto interno per la gioia dell’esasperato cittadino francese -basti pensare alla batosta che quest’ultimo ha inflitto al Partito Socialista-). Per la trattazione di questo punto rimando ulteriormente all’
articolo di Eco-Ecoblog al quale mi sono largamente ispirata;

5) Europe Ecologie ha fatto caro il tema del Cambiamento sul quale si è fondata nel 2007 la campagna presidenziale di Sarkozy: indubbia la notevole congruenza coi temi del cambiamento di Obama, ma ritengo che il dialogo sia più franco-francese e da questo generi una parte importante del successo riportato.

massimo marino (blog ) ECO
cara Giulia

grazie per la citazione, colgo l’invito e vado al sodo:
del successo dei Verdi francesi e di Europe Ecologie ero cosi sicuro che hanno imperversato sul mio blog e sito FBK (massimo marino) per 2 mesi. Essendo stato uno dei fondatori dei Verdi italiani più di 25 anni fà ricordo bene che nacquero su 3 presupposti:
1) il superamento storico della sinistra nelle sue diverse opzioni (da quella stalinista a quella socialdemocratica a quella “togliattiana etc..)
2) la priorità del nuovo paradigma tutela ambiente, nuove tecnologie sostenibili, pacifismo e convivenza etnica su quelle tradizionali della sinistra e del liberismo..
3) la necessità di superare il professionismo deteriore della politica (poi si chiamò la casta” etc )

Per cambiare le cose serve “anche ” un partito (ahimè) e più ci si avvicina a questi 3 punti più si è compresi da una parte almeno degli elettori.
Per questi semplici motivi mi sono allontanato dai Verdi (non dall’ ecologismo) pronto a ricoinvolgermi come tutti dovremmo fare se si ritrovano protagonisti e opzioni decenti da sostenere.
I Verdi come una componente della estrema sinistra sono una recente fesseria quando le opzioni corrette sono state abbandonate ed è sempre destinata al totale fallimento (con gravi effetti di frustrazione di militanti, di confusione politica, di crescenti trasformismi ).

Tuttavia ..c’è un problema aggiuntivo, in qualche modo estraneo alla responsabilita dei piccoli dirigenti falliti dei Verdi italiani: è l’assoluta mancanza in Italia di una forza moderata riformista orientata a sinistra (quello che il PD non è per nulla) e di una sinistra estrema perlomeno unita in un unico partito e adeguata al cambio di secolo (anzi di millennio).
Gli Ecologisti VERDI, affiancati a forze moderate riformiste e di sinistra saranno il futuro di quell’Europa che in qualche modo è in grado di contrapporsi a quell’area di GRIGI forze conservatrici, xenofobe e postfasciste che emergono nelle fasi di crisi economica, finaziaria ma anche di modelli scientifici e culturali di questo inizio di secolo.D’altra parte se hai occasione di osservare la composizione degli eletti nel nuovo Parlamento Europeo (italiani e non ) la componente dei 51 (per ora) ecologisti si distingue su tutti per onestà, impegno ,competenza, creatività.. ed anche simpatia.. che non ci guasta..
spero di continuare il confronto, intando scambiandoci se vuoi interventi sui nostri blog e se ci sei su FBK..

mm

5 commenti:

  1. Penso che la posizione che voi presentate sia sbagliata.
    Concordo sul no al nucleare, ma non perchè pericoloso, ma perchè:
    Antieconomico,
    Gestito dai "poteri"
    Perchè un mezzo per far restare il denaro nelle mani degli "stessi" senza beneficio per la popolazione.
    Perchè richiede tempi troppo lunghi.

    Ci sono oggi alternative estremamente interessanti, attuate anche all' estero per la generazione di elettricità che possono essere "autogestite", ma anch' esse vengono da voi osteggiate, mettendo invece in primo piano soluzioni per cui non sono state prese in considerazione le conseguenze a tempi relativamente brevi come il fotovoltaico e l' eolico come applicato oggi in Italia.
    Consideraiamo che chi li spenge e chi c'è dietro sono sempre gli stessi!!!
    Credo che siate una delle pedine del "potere" manovrate in maniera occulta forse, ma chissà?

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  2. Possibile che il primo punto della tua opposizione è che è ANTI-ECONOMICO?!?! se tutto va a rotoli è perchè la classe dirigente di oggi pensa solo a farsi i soldi e non a quello che farebbe bene a noi (esseri umani che respiriamo...un'aria che è tutt'altro che PULITA, ma capisco che è difficile per alcuni cogliere la differenza...) e al paese in cui viviamo!

    E poi perchè pensare a tempi brevi?? hai fretta di migliorare le cose?
    in ogni caso: chi te l'ha detto che i tempi sono lunghi? in Cina costruiscono grattacieli di 100 piani in 3 giorni...secondo te quanto ci vuole a metter su 2 eliche che girano DA SOLE grazie al vento?!
    certo che ovviamente bisogna aver voglia di farlo e capire che poi dal punto di vista economico si risparmia...e di conseguenza ci sarà qualcuno che "ci guadagnerà di meno"....

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  3. Anonimo14:34

    Ritengo che oggi siamo di fronte ad una Transizione Energetica: per sua natura, una transizione implica una modifica dei comportamenti sul medio termine.

    Tuttavia, la situazione odierna è piuttosto particolare: si tratta di una transizione "obbligata", "imposta" dal degrado estremamente rapido e pericolosissimo dei sistemi ambientali di supporto alla vita (leggete clima, leggete aria "pulita" e quant'altro). Non siamo di fronte a niente di simile alla transizione "petrolifera" che alla fine del XIX secolo-inizio del XX si è fondata su ragioni di opportunità tecnica, economica, militare (leggere la conversione a petrolio della marina militare britannica precedentemente a carbone decisa dall'allora Cancelliere dello Scacchiere Churchill nel 1913), ma non di sopravvivenza... capiamo bene che l'urgenza dell'azione e la posta in gioco sono ben più alti nel nostro caso.

    Per cui nell'attuale "transizione forzata" è necessario "pianificare" coscientemente una serie di interventi a medio-lungo termine ma anche a breve. E in quest'ottica bisogna davvero giudicare tutte le opzioni a nostra disposizione, in una prospettiva inclusiva, come raccomandato dagli intervenenti al Convegno "Sostenibilità Ambientale e Sicurezza Energetica" organizzato all'interno dell'Alumni Day SID 2009 (trovate il post sul mio blog).

    Per cui ritengo approssimativo e, il termine è forte lo so, fallimentare scegliere per motivi ideologici una sola di queste soluzioni, sia essa il nucleare, il CSS, le rinnovabili solari, il gas, l'idrogeno... Bisogna integrarle e capire che non è assolutamente auspicabile che alcune vengano mantenute sul lungo termine (come il nucleare ad esempio), ma può essere (va valutato) che siano necessarie nel breve-medio termine per scongiurare il collasso del sistema climatico, in attesa che la Ricerca produca qualcosa di meglio...

    E certo l'adozione di qualsiasi tra le opzioni intermedie (tra esse penso sopratutto al gas, al nucleare e alle tecnologie del carbone pulito) non deve rallentare la ricerca in quelle a più lungo termine (come l'idrogeno pulito). Quello che invece oggi sembra farsi col nucleare è pensare che una volta costruite le centrali (è già lì in realtà sarebbe un medio termine in Italia) sarà risolto l'intero problema energetico-ambientale!! E' questo l'errore pericolosissimo!!

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  4. Anonimo14:42

    PRECISAZIONE: scoperto il trucchetto, inserisco ora il commento diretto al post di Marino che non ero precedentemente riuscita a inviare e che intende continuare il dialogo iniziato (l'avevo già inserito nel mio blog a replica del commento di Marino). Per cui è un po' slegato dagli ultimi commenti comparsi.

    PRIMA PARTE:

    Ti ringrazio molto per avermi riportato sul tuo blog (che comincerò a leggere con attenzione) e per l’interesse al confronto.

    E concordo con quanto denunci qui sopra: personalmente ho la percezione che i Verdi italiani siano rimasti vittima della lettura sinistra-destra con cui l’elettore medio (sostenuto in ciò dai partiti…tanto che non saprei dire chi è all’origine del circolo vizioso) si è per semplicità da lungo tempo rappresentato l’arco politico. Ritengo si tratti di una lettura ampiamente superata da cui:

    1) i Verdi sono rimasti intrappolati, costretti ad opporsi a tutto ciò che l’altra parte politica proponeva, senza una valutazione effettiva dell’opportunità in termini dei loro stessi ideali; in tal modo hanno assunto una connotazione “antagonista” piuttosto sterile e di marginalissima propulsione: non è il momento di ripetere solo NO, ma di elaborare e portare avanti soluzioni positive, rapportandosi alle altre parti per quanto esse sono disposte a credere nella valenza di quello che si propone. Scarsa AUTONOMIA DI GIUDIZIO intendo;

    2) probabilmente deriva l’incapacità di forze come il PD di ritagliarsi un loro spazio, una loro identità e, con questa, una loro forza propulsiva e una loro legittimità agli occhi dell’elettore;

    3) e da cui altrettanto probabilmente deriva una parte consistente dell’appeal di Berlusconi, che ha saputo prendere argomenti ora degli uni ora degli altri, disorientando questi ultimi e portando dunque il confronto solo sul piano personale-comportamentale. E forse in tal modo (beh non quello comportamentale!) ha saputo dare all’elettore l’impressione di un quadro più variegato, più a tutto tondo della società in cui vive, senza confini ideologici depassati. O almeno, un quadro basato su azioni da fare che vengono auspicate non tanto sulla base dell’ideologia a cui si appartiene ma dell’interesse “obiettivo” (per sé o per gli altri, poco importa) dei risultati che danno. Una valutazione “opportunistica” dunque, non idealistica, ma forse proprio per questo dall’appeal (perché di appeal si parla) pragmatico.

    In tal senso ritengo la posizione degli Ecologisti francesi assolutamente interessante: benché la loro estrazione sia essenzialmente di sinistra, hanno saputo riportare il confronto sul piano delle azioni da intraprendere (non delle ideologie e non dei comportamenti). Ponendosi dunque indipendentemente dalla teoria di partito (sia essa di sinistra o di destra).

    Personalmente percepisco come un tantino sorpassata anche la visione dei riformisti e dei conservatori: al momento attuale, l’Italia non solo ha bisogno (come da sempre), ma ha assoluta urgenza ineluttabile (come forse da un po’ meno tempo) di riforme e se non saranno gli uni, saranno gli altri a farle. E chiunque le faccia, si solleveranno dei “conservatori” dalla sua stessa parte e dei “riformisti” dall’altra.

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  5. Anonimo14:43

    SECONDA PARTE (ebbene sì sono un po' lunghetta ma l'argomento capirete...):

    Quello che possiamo dire a tal proposito in materia ambientale, ritengo, sia che fino ad adesso tutti siamo stati “conservatori” e che ora invece diventiamo “idealisti” proprio per opportunismo. E forse quest’opportunismo è la maniera più efficace per fare qualcosa e per coinvolgere i cittadini a fare qualcosa!
    Da un rapido confronto sui programmi elettorali di questi giorni (mio post del 05/06 titolo “Elezioni Europee 2009: quale spazio per Energia ed Ambiente nei Programmi elettorali dei Partiti?”) si nota infatti che praticamente tutti i partiti propongono azioni “ambientali” e l’unica differenza sta nella posizione nucleare…ok essa vuol dir già tanto in merito all’opinione sui fossili, però…
    Personalmente auspico uno schieramento politico “a stella” in cui ognuno difenda delle posizioni attuali (non ideologiche e purché non espressione di un unico zoccolo di elettori) senza doversi per forza di cose opporre ad Un altro, ad Una Alterità opposta. E forse su questo Europe Ecologie dà l’esempio.

    Il problema ambientale ed energetico non è né di destra né di sinistra (e questo le aziende stanno cominciando a capirlo): il tutto sta a capire che ogni visione politica deve pensare il lungo termine(ohimé qua mi sa che le aziende -quelle ravvedute dalla Crisi- sono più in grado di pensarlo che i politici quinquiennali…), e non solo sul piano delle idee, ma sul piano delle azioni concrete da portare avanti.

    Giulia

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