Dopo
tre anni di riduzione costante, tra il 2016 e il 2017 la ricchezza delle
famiglie italiane è cresciuta di 98 miliardi (imagoeconomica). Dopo tre anni di
riduzione costante, tra il 2016 e il 2017 la ricchezza delle famiglie italiane
è cresciuta di 98 miliardi (+1%) e ha raggiunto quota 9.743 miliardi.
Il dato,
misurato come la somma di tutte le attività reali (casa, terreni, eccetera) e
di quelle finanziarie (depositi, titoli, azioni) si considera “al netto” delle
passività finanziarie (prestiti a breve termine, a medio e lungo termine). È
quanto rivela la nuova indagine congiunta Banca d'Italia-Istat. Un’analisi che
offre nuove stime sulla ricchezza utilizzando le consistenze delle attività e
passività finanziarie pubblicate dalla Banca d’Italia e quelle delle attività
non finanziarie diffuse dall’Istat.
Popolo di
risparmiatori in un contesto di redditi stagnanti, gli italiani hanno raggiunto
a fine 2017 un livello di ricchezza cumulata pari a 8 volte il loro reddito
disponibile. Un dato quest’ultimo che, se confrontato con le statistiche Ocse,
ci colloca al di sopra di quello relativo alle famiglie francesi, inglesi e
canadesi. Alla fine del 2017, addirittura, il valore della ricchezza pro capite
delle famiglie italiane era leggermente al di sopra di quello delle famiglie
tedesche. Chi conta su un maggiore (e non decrescente) reddito da lavoro ha un
ricchezza netta cumulata in rapporto più bassa. Altro aspetto da tenere in
considerazione quando si leggono questi confronti è che nella nostra
contabilità nazionale le famiglie comprendono anche le piccole imprese fino a
10 addetti (qui infatti si parla di famiglie e società non finanziarie) con la
conseguenza di attivi non finanziari (capannoni, beni strumentali, macchine e
impianti) che le famiglie consumatrici non hanno.
Quota 9.743 miliardi: la parte del
leone la fanno sempre gli immobili
Le
abitazioni hanno costituito la principale forma di investimento delle famiglie
e, con un valore di 5.246 miliardi di euro, hanno rappresentato la metà della
ricchezza lorda. Il totale delle passività delle famiglie è stato invece pari a
926 miliardi di euro, un ammontare inferiore, in rapporto al reddito, rispetto
agli altri paesi. Le attività finanziarie hanno raggiunto 4.374 miliardi di
euro, in crescita rispetto all’anno precedente; la loro incidenza sulla
ricchezza netta è risultata tuttavia inferiore a quella registrata in altre
economie.
Le aziende hanno patrimoni per 1.053
miliardi
La ricchezza
netta delle società non finanziarie è stata pari a 1.053 miliardi di euro. Il
totale delle attività del settore ammontava a 4.943 miliardi di euro di cui il
63% costituito da attività non finanziarie. La componente finanziaria, in
crescita dal 2013, nel 2017 è stata pari a 1.840 miliardi di euro. È diminuito,
invece, il valore del patrimonio reale, rappresentato soprattutto da immobili
non residenziali e impianti e macchinari. Il ricorso al finanziamento tramite
titoli e prestiti è stato pari a 1.233 miliardi di euro, un ammontare contenuto
nel confronto internazionale.
Imprese
italiane poco indebitate nei confronti internazionali
Alla fine
del 2017 i debiti finanziari rapportati al valore delle attività non
finanziarie ammontavano al 45% per le società non finanziarie nazionali, un
valore pressoché stabile dalla fine del 2005, che collocava le imprese italiane
nel gruppo delle meno indebitate a livello europeo. Valori più elevati dei
debiti in rapporto alle attività non finanziarie sono stati osservati nello
stesso anno per le imprese canadesi e francesi (rispettivamente 88% e 82%),
mentre l'indebitamento ha inciso in misura minore per le imprese tedesche
(39%).
(di Davide
Colombo, Il Sole24ore - indagine Istat Bankitalia - da www.sindacalmente.org , 9 maggio 2019)
Nessun commento:
Posta un commento