L’Austria è una grande nazione di
teatro, d’opera, e di operetta. Ma per lo spettacolo, e la lezione della
storia, con quello che è appena accaduto a Vienna sulla scena politica, non si
poteva sognare di meglio.
di Patrick Guinand *
Riassumiamo. Il signor Strache era un nazistello
ordinario, che in gioventù si è messo in luce per aver partecipato a delle
cacce all’uomo organizzate dagli ideologi neonazisti austriaci, o per i suoi
interventi di disturbo urlando alla prima della pièce di Thomas Bernhard, La
Piazza degli Eroi, al Burgtheater il 4 novembre 1988. Peccati di gioventù,
dirà lui più tardi. Il signor Strache ovviamente non ha mancato di
aderire a una delle Burschenschaft più virulente, queste associazioni
studentesche austriache nostalgiche del Grande Reich e propugnatrici
dell’abolizione delle leggi anti naziste. Il signor Strache è comunque sempre
membro di questa loggia, chiamata Vandalia – tutto un programma.
Il signor Strache ha saputo in seguito imporsi e
succedere a Jörg Haider alla testa del FPÖ, il partito di estrema destra
austriaco dal 2005, e condurlo fino a vette elettorali, che ne hanno fatto il
terzo partito alle elezioni legislative del 2017, con il 26 per cento dei
suffragi. Il giovane nuovo patron dell’ÖVP, il partito conservatore arrivato in
testa (31,7 per cento), incaricato di formare il governo, piuttosto che ridare
vita a una coalizione coi socialisti del SPÖ piazzatisi in seconda posizione
(26,9 per cento), non ha trovato allora niente di meglio che costituire una
coalizione con il FPÖ, e far anche entrare nel governo dell’Austria le eminenze
del partito di estrema destra, offrendo loro in più i posti prelibati più
decisivi per la politica austriaca. Ed è così che il signor Strache è diventato
vice-cancelliere, dividendo il potere con il suo ospite, il giovane Sebastien
Kurz. Cambiando il suo look e modulando il suo eloquio, nel tentativo di
nascondere continuamente le ripetute le scivolate naziste dei suoi camerati di
base, o di prendere distanza, per lo meno ufficialmente, dagli “identitari”
locali, il signor Strache ha cercato di recuperare in rispettabilità e di
insediarsi così per lunghi anni al potere.
Ed ecco che un video girato a sua insaputa
durante una vacanza a Ibiza, sua destinazione favorita, ha precipitato la sua
caduta. Il tutto in qualche ora, tra la divulgazione di detto video, dopo aver
verificato la sua autenticità, da parte dei giornali tedeschi Der Spiegel
e Süddeutsche Zeitung venerdì scorso sera, e le sue dimissioni da tutte
le cariche sabato, alla fine della mattinata. Esce il signor Strache. Un
destino, in qualche modo, alla Ui, il famoso personaggio di Brecht. Una
resistibilissima ascesa.
È forse una fiaba? No, è una realtà con un carattere
fortemente propedeutico. Con una drammaturgia esemplare, degna di essere
oggetto d’insegnamento in tutte le scuole della democrazia. Perché, che
cosa si apprende da questo video? Al momento ne è stato divulgato solo qualche
minuto, i più devastanti, ma il nastro, si dice, dura sei ore. Ovvero la
totalità di un incontro, pare molto innaffiato, con una pseudo oligarca
russa, organizzato dal fedele braccio destro del signor Strache, Johann
Gudenus, figlio di un noto negazionista, russofono, specialista del Cremlino,
ovviamente anche lui membro di Vandalia Wien, ex vice sindaco di Vienna,
fino a sabato capo dei parlamentari FPÖ, temibile militante della causa
dell’estrema destra, soprannominato il “pit-bull” di Strache, a tal punto che
il presidente Van der Bellen aveva dovuto rifiutare la sua nomina come ministro
al momento della formazione del governo di coalizione nel 2017. Il fedele Gudenus
ha pure lui dovuto di certo dimettersi da tutte le cariche. Non si sa chi
abbia organizzato questa registrazione clandestina, effettuata nel luglio 2017,
ovvero tre mesi prima delle legislative, ma quei pochi minuti resi pubblici (si
è curiosi di conoscere il resto!) ci offrono già un catalogo dei cliché più
ricorrenti sui metodi di questi politicanti di estrema destra.
La supposta oligarca che dichiara di voler investire
diverse centinaia di milioni di euro in Austria, il signor Strache che le
propone del tutto semplicemente di finanziare in maniera occulta il FPÖ,
fornendole la ricetta che permette di aggirare la legge e la Corte dei conti,
promettendole, una volta giunto al potere, la concessione di contratti
prosperosi, a scapito, ovviamente, degli investitori o dei responsabili
austriaci, che si vanta di metter fuori gioco senza problemi, in particolare il
patron della STRABAG, la società pubblica incaricata degli investimenti e
lavori stradali, che gestisce numerosi miliardi di euro. Stessa cosa per la
gestione dell’acqua, “l’oro bianco” del paese, e altre gemme dell’economia
nazionale. Quindi, il nazionalista Strache, per ottenere il potere, era pronto
a vendere l’Austria a un oligarca russo. Il cinismo assoluto.
Di passaggio, cita numerose fortune austriache che
praticherebbero questo sistema di finanziamento occulto dei partiti, e non
soltanto a favore del FPÖ. Tutti hanno smentito. Comunque, per facilitare
questo arrivo al potere, in prima posizione ben inteso, secondo il suo sogno di
onnipotenza, il signor Strache suggerisce alla signora di riacquistare la
Kronen Zeitung, il giornale col più alto numero di copie in Austria,
all’incirca un due milioni di copie giornaliere per otto milioni e mezzo di
abitanti, e anche lì si vanta di far fuori i giornalisti ingombranti (“Zack
Zack Zack!“), per rimpiazzarli con giornalisti acquisiti alla causa. Perché, ad
ogni modo, “i giornalisti sono le più grandi puttane del mondo”, dixit il
signor Strache. Se l’operazione riesce, egli si vede già “al 34 per
cento, e a quel punto si può parlare di tutto”… Per quest’operazione di grande
lavaggio della stampa, il signor Strache propose allora di fare appello a uno
dei suoi amici, Heinrich Pecina, che ha fatto lo stesso lavoro di riscatto e di
lavaggio dei media per conto di Viktor Orbán in Ungheria. E il signor Strache
cita la messa al passo dei media in Ungheria come il modello che vorrebbe
imporre in Austria. Evoca inoltre nella foga la possibile privatizzazione della
catena pubblica della televisione ORF, ispirata, sembra, dalla
berlusconizzazione dei media televisivi.
E per completare la panoplia, il signor Strache,
propose alla bella oligarca (“bist du deppert, ist die schoarf…”, che
nell’argot sta come “Cristo!!, Lei è da chiavare..”) di finanziare delle
operazioni di ricerca sulla vita privata dei suoi avversari politici al fine di
diffondere documenti compromettenti nella stampa straniera, per evitare i
sospetti locali. Avrebbe anche citato come bersaglio il giovane Kurz e
Christian Kern, allora capo del SPÖ. Per nulla troppo elegante, ma efficace. Il
tutto ovviamente tradotto in russo dal fedele Gudenus. Si comprenderà che le
dimissioni erano inevitabili. Il vero volto svelato. Capolinea Ibiza.
Durante la conferenza stampa di sabato mattina, il
signor Strache ha riconosciuto i suoi errori e la sua imbecillità, dovute a una
serata alcolica, dice, ma durante lunghi minuti ha utilizzato ogni gamma
dell’argomentare tipico dell’estrema destra: la teoria del complotto, il metodo
“porco” utilizzato per incastrarlo, la campagna di molestie, in breve il
ribaltamento della dialettica boia-vittima, messa a punto ai suoi tempi in modo
estremamente preciso da Goebbels, giungendo perfino a parlare “d’attentato
politico”, fino ad annunciare nell’ultimo momento, smorto come uno straccio, le
sue dimissioni da tutti i suoi mandati. Al momento il signor Strache è
ritornato Hans-Christian Strache, cittadino comune, nazistello di base, avendo
a sua insaputa svelato tutto il cinismo e la tecnica di conquista o dominio del
potere della sua corrente politica. Non è dato sapere se ritornerà in vacanza a
Ibiza.
L’ironia della storia è che il giovane cancelliere
Kurz era pronto, si dice, a continuare a governare con il FPÖ, dopo aver
cambiato qualche testa. Ha dovuto alla fine far marcia indietro, sotto la
pressione dei notabili del suo partito, e delle manifestazioni popolari sotto
le finestre della cancelleria, e annunciare sabato sera, dopo molte ore di
valzer esitazione, la fine della coalizione, e l’organizzazione di elezioni
anticipate. Si parla di settembre, ma nulla è ancora fissato. Da qui ad allora,
si prevede una campagna paludosa, dalla forte puzza delle rivelazioni dubbiose.
Il FPÖ non ha ancora detto la sua ultima parola. Senza dubbio il signor
Kurz, che non va a teatro, ma si è preso la responsabilità storica di spalancare
le porte del potere a un partito risolutamente di estrema destra, dovrebbe
quindi leggere o rileggere questa vecchia fiaba di “Arturo Ui”, e in
particolare il suo epilogo, e la sua celebre profezia: “Vous, apprenez à voir,
plutôt que de rester les yeux ronds…. le ventre est encore fécond, d’où a surgi
la bête immonde“ “E se lo vuole, anche in tedesco: “Der Schoß ist fruchtbar
noch, aus dem das kroch!“. O in italiano, nel caso che: “E voi, imparate che
occorre vedere…. Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo!… Il
grembo da cui nacque è ancora fecondo.“
Il teatro l’aveva detto. Il signor Strache l’ha fatto.
Il signort Kurz ha voluto ignorarlo. È ancora tempo per imparare.
* da www.ytali.com
- 21 maggio 2019 - traduzione Claudio
Madricardo (vers. originale
francese)
Nell’immagine d’apertura manifestazione per chiedere
nuove elezioni
Patrick
Guinand ha messo in scena “Il Nipote di Wittgenstein“ al Teatro Eliseo di
Roma nel 1992, con Umberto Orsini, con tournèe in numerose città, e riprese al
Teatro delle Passioni-ERT di Modena nel 2001 (Premio Ubu 2001), al Teatro
Franco Parenti di Milano nel 2002, al Teatro Biondi di Palermo nel 2004, e
un’ultima riprese al Eliseo di Roma nel 2007 per la celebrazione dei cinquanta
anni di teatro di Umberto Orsini (selezione nei Top Ten delle dieci migliori
produzioni della stagione 2006-2007 in Italia per il Corriere della Sera). È
stato vicepresidente della Internationale-Thomas-Bernhard-Gesellschaft (ITBG) a
Vienna dal 2003 al 2007
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