Greenwashing, fracking, carbone e
nucleare: le motivazioni dei “premi” alle multinazionali
I poco
ambiti Pinocchio Climate Awards – Prix Pinocchio du Climat, organizzati ogni
anno da Amis de la Terre France insieme a CRID e Peuples Solidaires-Action Aid
France, vogliono denunciare la responsabilità di alcune grandi imprese
nell’indebolimento delle politiche climatiche e l’impatto delle loro attività
sulle comunità locali.
I tre vincitori di quest’anno sono stati ancora
una volta scelti con una votazione on-line durata un mese sul sito www.prix-pinocchio.org
alla quale hanno partecipato circa 43.000 persone e I risultati sono stati
annunciati a Parigi, dove è in corso la Conferenza delle parti Unfccc, creando
non poco imbarazzo, visto che due dei “vincitori” sono sponsor ufficiali della
COP21. Infatti le tre categorie del Pinocchio Climate Awards se le sono
aggiudicate a Chevron, Edf e BNP Paribas.
BNP-Paribas,
uno degli sponsor della COP21, ha ricevuto il premio pinocchio «per il suo
sostegno finanzirio all’industria del carbone dappertutto nel mondo, in
particolare ad enormi centrali in Sudafrica e in India».
L’altro
sponsor della COP21, Edf «si è distinta per la sua campagna pubblicitaria
mirante a fare del nucleare una “energia pulita” e per i suoi investimenti nelle
energie fossili: l’impresa detiene 16 centrali a carbone nel mondo, tra le
quali alcune delle più inquinanti d’Europa].
Juliette
Renaud, responsabile della campagna Responsabilité sociale et environnementale
des entreprises degli Amis de la Terre France ha sottolineato che « Tanto
BNP-Paribas che Edf continueranno asd investire massicciamente nelle energie
fossili e nel nucleare, faranno parte del problema, non della soluzion. Votando
per questi due sponsor della COP21, i cittadini hanno dimostrato di non farsi
ingannare dalle loro menzogne che inquinano i negoziati e minano la possibilità
di pervenire a un accordo ambizioso ed equo sul clima. E’ anche un
appello al governo francese ad essere coerente e a prendere delle misure
urgenti e concrete per una vera transizione energetica che sia giusta, senza
energie fossili né nucleare»
La
multinazionale petrolifera Chevron ha ricevuto il Pinocchio Climate Award per
il fracking e in particolare «per la sua politica molto aggressiva di lobbying
pro-gas e petrolio di scisti in Argentina. L’impresa Americana è un partner
centrale del governo argentino e dell’impresa statale YPF nei loro sforzi
per sviluppare ad ogni costo le riserve di gas e petrolio non convenzionali in
Patagonia».
Pascoe
Sabido, un ricercatore di Corporate Europe Observatory, evidenzia che «Lo
sfruttamento delle energie inquinanti da parte dell’impresa Chevron non sarebbe
possibile senza le relazioni privilegiate che intrattiene con i governi che
dovrebbero regolamentare le sue attività. Il troppo è troppo, Chevron e gli
altri grandi inquinatori devono essere esclusi dalla COP21 ed essere tenuti
lontano dai responsabili politici, a tutti i livelli di governance».
Secondo
Colin Roche, responsabile della campagna industrie estrattive di Friends of
Earth Europe, «Le comunità di tutto il mondo soffrono per le
azioni nefaste di queste imprese mentre tentano di fare degli sforzi per
lottare contro la deregulation climatica. Un certo numero di imprese tra le più
inquinanti del mondo hanno dispiegato degli sforzi smisurati per fare del
greenwashing durante i negoziati internazionali sul clima a Parigi (COP 21), ma
la lotta contro la deregulation climatica non sarà mai efficace se non ostacola
questa dinamica e se non esclude le imprese come BNP-Paribas ed Edf dai
negoziati».
Tra i
“cattivi” che sono saliti sul podio dei Pinocchio Climate Awards 2015 ci
sono altre grandi multinazionali come la Shell, «per la sua impronta
devastatrice sul piano sociale e ambientale in Nigeria», o la
Anglo-American «per la sua maga-miniera di carbone El Cerrejón in Colombia. La
Total, il gigante francese del petrolio e del gas, è stata nominate «per aver
infiltrato le lobbies europee delle energie rinnovabili»;
Avril-Sofiprotéol,«per la suo promozione degli agro.carburanti»;
Yara «per il suo tentativo di dare un’immagine più sostenibile ed ecologica ai
concimi sintetici. Poi, tra i 9 peggiori c’è anche un altro sponsor ufficiale
della COP21, Engie, «per i suoi investimenti nelle energie fossili».
Les Prix
Pinocchio du Climat lancia un paella ai governi perché «Siano prese delle
misure concrete per mettere fine all’impunità della quale oggi beneficiano le
grandi imprese, mettendo in atto dei regolamenti obbligatori, come la proposta
di legge francese sul dovere di vigilanza delle multinazionali ed i negoziati
Onu riguardanti un trattato internazionale obbligatorio sulle multinazionali e
i diritti umani».
da greenreport.it - 4 dicembre 2015
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