Certo che il nostro Paese è veramente sorprendente.
Prima si approva in tutta fretta una legge elettorale, l’Italicum, presentandola
come la legge più bella del mondo. Persino il ‘notaio’ che ora siede al
Quirinale l’ha fatta passare senza batter ciglio. Ed il tutto in un delirio di
cinguetii su Twitter e sperticate lodi sui quotidiani da parte dei grandi nomi
tutelari del diritto costituzionale, da Augusto Barbera a Ceccanti
e D’Alimonte. Finalmente una legge che consentirà la governabilità…e a
Renzi di campare in eterno! Ed il fatto che quella legge presentasse gli stessi
profili di incostituzionalità del vecchio Porcellum, ai
cattedratici del vecchio ‘pool’ Napolitano poco importava.
Ma ecco che le ultime elezioni regionali rivelano
l’imprevisto: dove si è andati al ballottaggio, vince il M5S! E allora?
Non era proprio il ballottaggio, come aveva detto D’Alimonte, “uno strumento
democratico straordinario”, perché costringe “i partiti a scegliere candidati
appealing: validi e in grado di catturare, come seconda scelta, il voto di
quegli elettori che al secondo turno si trovano nellimpossibilità di votare il
proprio partito”? (D’Alimonte, intervista a L’Espresso, 5 maggio 2015).
Sì, ma dipende chi vince.
Se è il M5S, allora si scopre all’improvviso che legge elettorale più bella
del mondo ha già bisogno di un ritocchino: al posto del premio alla lista, sarebbe meglio darlo alla
coalizione. In questo modo, centrodestra e centrosinistra potrebbero
assicurarsi di andare solo loro al ballottaggio, lasciando fuori dai giochi
il M5S. Ed è ancora D’Alimonte a spiegarlo, apertamente: bonus alla
coalizione ha proposto il 23 Giugno attraverso un nuovo accordo tra
Renzi e Berlusconi. Il leader di Forza Italia, ha aggiunto, potrebbe garantire
a Renzi i voti sulla riforma del Senato, ed in cambio ottenere il premio
alla coalizione, in modo da essere lui ad andare al ballottaggio con il Pd alle
prossime elezione: una specie di ‘patto del Nazareno-baby’ per eliminare il
pericolo pentastellato.
* di Paolo Becchi 26 giugno 2015
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