di
Massimo Marino
I talk show ci mancano e in
tv danno solo vecchi film
Con
settembre riprendono i talk show con satira annessa, la vera cultura italiana
emergente . Gli ascolti calano ma una nuova serie è pronta. La novità sembra
essere che Floris, in ansia per la esiguità dei suoi 500mila euro all'anno, passa
da mamma RAI alla cugina La7. Ma i 3-4
milioni di spettatori del talk più di
regime possono dormire tranquilli:
arriva Giannini da Repubblica e con il clone di La7 Ballarò farà il
miracolo: diventeranno due. A che servano Ballarò, Piazza Pulita, Servizio Pubblico, e gli
altri imitatori proliferati negli ultimi due anni non a tutti è chiaro. Servono a legittimare e perdonare i partiti. GIi
invitati di PD e PDL ( lo so che sono in due, FI e NCD ma è solo per
moltiplicare i posti, tanto oggi sono tutti e tre renziani e antigrillini ), la sera dello show
discutono, litigano, si mettono d'accordo, si innamorano, si minacciano,
insultano chi non c'è ( in genere Grillo ), soprattutto fanno annunci e
raccontano bugie ai propri residui potenziali elettori . Il mattino dopo, in
Parlamento e nel paese, si torna dalla quarta alla terza dimensione ( quella
vera) e i talk ( le chiacchiere della sera prima ) scivolano via come acqua
passata.
Ricominceranno
anche i sondaggi; in qualunque paese del pianeta i sondaggisti italiani
sarebbero stati da tempo licenziati per
palese incapacità e servilismo. E' impressionante vedere, ad esempio qui,
tutti i sondaggi elettorali propinati agli italiani, in migliaia di tv ,
giornali, siti web, nei tre mesi precedenti le ultime elezioni politiche del
febbraio 2013: non è che hanno sbagliato, ci hanno propinato dati di fantasia.
Per non parlare delle domande di approfondimento: Lei pensa che Grillo sia un
populista, un fascista o solo un antidemocratico? / Renzi è un vero rottamatore o dovrebbe esserlo un po’ di meno
o un po’ di più ? /. Nella nuova cultura da media all'italiana il
ragazzotto di Piazza Pulita ha fatto scuola passando da sconosciuto a
famoso registrando con un microfono nascosto i commenti critici fatti in privato da
Favia contro Grillo e Casaleggio. Si è aperta una carriera luminosa con una
porcheriola: insomma ha aperto la nuova versione del giornalismo d'inchiesta. Anche Giulia Innocenzi non scherza.
Dopo un lungo percorso da Alleanza Nazionale ai Radicali poi al PD ha raccolto
per un po' lo scettro lasciato da Santoro, che malgrado
il suo definitivo approdo all'antigrillismo non viene preso in
considerazione da nessuno per proporgli un futuro radioso in RAI. La Innocenzi
cerca di recuperare il tempo perduto dopo il suo scarso successo nel tentativo di diventare leader della FGCI. Anche
lei picchia duro contro Grillo per guadagnare punti e tentare di emergere.
Manca solo una tesi di laurea su De Mita
o un appello allo spirito riformatore di Fanfani. Naturalmente i TS sono il
luogo prediletto del governo, degli esperti di partito, degli aspiranti
candidati ad un posto in Parlamento, per
fare annunci e per farsi conoscere. Annunci
sulla imminente risalita dell'occupazione, del PIL, degli investimenti
nella scuola e nella ricerca e di un sacco di altre cose. Annunci sulla imminente
discesa delle tasse, dei costi della politica, della criminalità mafiosa e di
un sacco di altre cose. Siamo sempre nella quarta dimensione. Nella terza quei
perditempo dell' ISTAT, dell'OCSE,
e di vari altri enti danno dati e statistiche che cambiano proprio verso, ma bisogna credere e obbedire . Anche perché se non crediamo a Renzi e
Berlusconi chi ci resta, a chi dovremmo credere ? Farsi
conoscere perché, senza decine e decine
di presenze nei TS chi mai avrebbe
votato alle politiche o alle europee la Picerno, la Boschi etc.. che oltre
all'adesione, a volte repentina, al renzismo è difficile criticare o sostenere
per i loro pregressi meriti davvero difficili da
conoscere ? Sempre
più nell'angolo invece Report e Presa
Diretta che invece vorrebbero davvero fare un po’ di giornalismo d'inchiesta
senza guardare troppo in faccia nessuno parlando di cose serie. Anzi in RAI da
settembre si vorrebbe tagliare
un po’ il loro budget. Vogliamo mica intristire seriamente gli italiani ?
Siamo governati da una minoranza
maggioritaria che ci racconta favole
Secondo
la vulgata comune le elezioni europee hanno visto il trionfo di Renzi e i
soliti commentatori di regime indicano una vocazione maggioritaria del paese che
affiderebbe a Renzi il ruolo di rottamatore
e riformatore. Se non della società
italiana ( siamo realisti !) perlomeno
del sistema politico o almeno più modestamente del PD ( che è già una bella
impresa!). Così verrebbe letto il 40% ottenute alle europee di maggio.
Chi
ha vinto davvero alle europee è il sistema dei partiti nel suo insieme, di
solito detto la casta, che ha
utilizzato al meglio i media e soprattutto
la rete per seminare il dubbio che votare
il M5Stelle sarebbe potuta essere una avventura rischiosa. Non ha trionfato
Renzi, ha trionfato il dubbio e la passività. Al contrario di quanto ha scritto
recentemente una nota commentatrice che ogni tanto ci intrattiene mezzora nel
primo pomeriggio ed oggi è un po’ in difficoltà nel ruolo, non è vero che Renzi
ha ottenuto ''il sostegno del 50% degli
italiani per fare le riforme." E'
vero invece che 22 milioni di italiani su un po’ più di 49 hanno ritenuto inutile andare a votare nel maggio scorso alle
elezioni europee. Un assenteismo galoppante ( il doppio del voto al PD ),
in buona parte motivato da una ingenua e
masochista ostilità ai partiti e alla
politica che ha paradossalmente fatto trionfare Renzi e Berlusconi, segnato una netta
sconfitta del M5Stelle, reso irrilevante e ridicolo tutto il resto. Più modestamente il PD, con un salasso
mortale da sanguisuga verso i propri alleati-sostenitori di Scelta Civica e prosciugando
definitivamente i residui nostalgici dell' Ulivo cominciando dal fedele Vendola, ha recuperato quegli 11 milioni di voti ( non più di 22 elettori ogni 100 ) che
aveva in passato; anche se è evidente la loro diversa composizione e
provenienza. La vera sconfitta grillina di maggio non è tanto nei quasi 3 milioni di voti smarriti
rispetto ad un anno prima, quando con circa 8,6 milioni era alla pari con il PD, ma nell'essere risultato privo di interesse per
ben 22 milioni di elettori critici ma malati di impotenza astensionista. E in più
non averne tratto alcuna neanche lontana
idea e strategia per costruire alleanze o
scardinare il blocco sociale che alla fine ha, in forme diverse, concesso il proprio lasciapassare all'asse Renzi-
Berlusconi come ultima speranza di uscire indenni dalla crisi del paese ( la
sindrome dell' io speriamo che me la cavo
). Legittimato dalla benedizione degli assenteisti il renzismo ha potuto così dispiegare al meglio e
senza alcuna urgenza di verifica un
repertorio sconfinato di favole, promesse, annunci e amnesie che non hanno
precedenti nel dopoguerra, tutte
disciplinatamente raccontate quotidianamente da decine di TV, giornali e loro
propaggini nel web.
In Italia purtroppo non ci
sono più partiti ma bande organizzate ( alcune molto riservate ).
E' singolare che il PD, malgrado la capillare ramificazione in tutti i luoghi di potere del paese, dai media alle cooperative, dalle aziende pubbliche agli enti elettivi, dai funzionari ai consulenti di comuni, province, regioni, parlamento, ed organismi europei; con l'aperto sostegno, almeno in questa fase, di gran parte del sistema economico, bancario, finanziario; malgrado sistemi elettorali un po’ alla volta distorti e ridisegnati su misura tanto da essere dichiarati di fatto illegittimi dalla Corte Costituzionale; mentre nella indifferenza generale in totale accordo con Forza Italia si sta demolendo pezzo per pezzo i sistemi elettorali nelle regioni a proprio uso e convenienza, cominciando da quelle che andranno al voto nei prossimi mesi prima di tutto liquidando la sopravvivenza di quei poveretti dei loro alleati e annientando qualunque possibilità di successo del M5S che esalta il suo splendido isolamento; malgrado la valanga di soldi che attorno al partito si concentrano attraverso le variegate e fantasiose forme del finanziamento pubblico e quelle più o meno legali o riservate dei tanti finanziatori privati; malgrado le non infrequenti collisioni e collusioni locali con aree illegali, di imprenditorialità corruttiva quanto di diretta provenienza mafiosa; malgrado l'assunzione al proprio interno di numerosi esponenti del vecchio sistema politico della prima repubblica ( democristiani, socialisti ed altri); malgrado la dissoluzione del PDL e addirittura la estromissione dalla politica istituzionale del suo apparente competitor storico ( Berlusconi ); malgrado clamorosi errori e ingenuità di Grillo e Casaleggio…. è davvero singolare che il PD abbia ottenuto nelle recenti elezioni europee soltanto 11 milioni di voti su 50.
E' singolare che il PD, malgrado la capillare ramificazione in tutti i luoghi di potere del paese, dai media alle cooperative, dalle aziende pubbliche agli enti elettivi, dai funzionari ai consulenti di comuni, province, regioni, parlamento, ed organismi europei; con l'aperto sostegno, almeno in questa fase, di gran parte del sistema economico, bancario, finanziario; malgrado sistemi elettorali un po’ alla volta distorti e ridisegnati su misura tanto da essere dichiarati di fatto illegittimi dalla Corte Costituzionale; mentre nella indifferenza generale in totale accordo con Forza Italia si sta demolendo pezzo per pezzo i sistemi elettorali nelle regioni a proprio uso e convenienza, cominciando da quelle che andranno al voto nei prossimi mesi prima di tutto liquidando la sopravvivenza di quei poveretti dei loro alleati e annientando qualunque possibilità di successo del M5S che esalta il suo splendido isolamento; malgrado la valanga di soldi che attorno al partito si concentrano attraverso le variegate e fantasiose forme del finanziamento pubblico e quelle più o meno legali o riservate dei tanti finanziatori privati; malgrado le non infrequenti collisioni e collusioni locali con aree illegali, di imprenditorialità corruttiva quanto di diretta provenienza mafiosa; malgrado l'assunzione al proprio interno di numerosi esponenti del vecchio sistema politico della prima repubblica ( democristiani, socialisti ed altri); malgrado la dissoluzione del PDL e addirittura la estromissione dalla politica istituzionale del suo apparente competitor storico ( Berlusconi ); malgrado clamorosi errori e ingenuità di Grillo e Casaleggio…. è davvero singolare che il PD abbia ottenuto nelle recenti elezioni europee soltanto 11 milioni di voti su 50.
Il
fatto è però che il PD non è un partito ma un insieme di ingredienti diversi
che, uno strato sull'altro, senza mischiarsi più di tanto, gonfiano l'insieme
come quei sandwich rinforzati de luxe di
Mc Donald. Nel primo strato ci stanno forse alcune decine di migliaia di
militanti di base, i pochi rimasti iscritti, quasi tutti nei mille e mille piccoli
comuni che magari hanno ereditato dal passato le sedi del PCI o della CGIL come
unico luogo di ritrovo, in particolare nel centro e nord Italia . Insieme ai tanti altri sparsi nei vari movimentini locali sono quelli che
svolgono azioni virtuose, promuovono la raccolta differenziata, raccolgono i
tappi di sughero per Libera, o le bottiglie di plastica per la parrocchia;
mangiano biologico e magari partecipano ad un gas, sono per l'acqua pubblica e
naturalmente contro gli inceneritori, non amano particolarmente i cacciatori,
alcuni fanno anche ogni tanto una donazione alla Lipu o ad Amnesty. Non sono
per nulla favorevoli ad opere come la TAV ma cercano di evitare di discuterne per
non complicarsi la vita. Normalmente sono economicamente garantiti magari
grazie a lotte e conquiste fatte dalle generazioni precedenti per le quali
hanno una vaga idea di quanto abbia contribuito, o no, il loro partito di riferimento. All'epoca dei 4 referendum si sono
attivati in massa a fianco dei comitati anche prima che il partito fosse costretto ad
aderire. Il loro peso nelle scelte del partito è esattamente uguale a zero, cioè non contano nulla e tutto sommato sono
soddisfatti del loro tranquillo localismo. Ormai si sono abituati a tutto e
sono disponibili a digerire tutto. Alle primarie voterebbero d'istinto Civati, ma alla fine la ragione, e la TV, li portano a votare Renzi.
In comunicazione con loro sta il secondo strato, gli eletti in migliaia di enti locali di
basso e medio livello. Questi con poco entusiasmo sostengono le delibere sugli inceneritori che se
potessero eviterebbero, evitano accuratamente di discutere di TAV e del
finanziamento ai partiti; sorvolano sugli stipendi dei loro parlamentari anche
perché se tutto andasse bene…. e poi senza soldi la politica la farebbe solo
Berlusconi. Ne hanno un po’ le palle piene dei vecchi, da D'Alema in là, che gli rendono difficile il lavoro e gli
fanno fare brutte figure. Come parecchi del primo strato si sentono un po’ più al centro con l'avvento delle
primarie e di fronte ai vecchi non disdegnano qualcosa di più abbordabile ma
soprattutto nuovo e più giovane; per un attimo sono stati affascinati dai
Vendola, poi dalle Puppato o dai Civati ma rapidamente hanno compreso che soprattutto di fronte al nuovo competitor grillino
e ai disastri dei vecchi, Renzi dava più garanzie di successo, o almeno così ti hanno
fatto intendere TV, giornali e talk show che loro seguono puntualmente per quanto
possibile. Così si forma dal nulla il renzismo . Di politica vera
praticamente si discute solo per titoli nei comizi televisivi. La crisi, il futuro del paese, la ricostruzione di una comunità più equa, i
10 milioni di sfigati senza futuro, lo smantellamento della contiguità con le
mafie stanno sullo sfondo e se ne discute quasi fossero un problema di qualcun
altro, cioè di un altro partito. L'antiberlusconismo ha scavato a fondo nel
costruire una inconfessata omertà verso i propri corrotti che sono solo compagni
che sbagliano e quel che conta è che gli venga sospesa per tempo la tessera
del partito.
Posso affermare con buona sicurezza che il 99%
dei partecipanti alle due primarie recenti del PD non hanno mai letto i documenti dei principali candidati ( Bersani,
Cuperlo, Civati e prima Vendola, Puppato
e gli altri minori ). Indifferenza e un clamoroso fiasco di audience perfino per il luccicante confronto
a tre all'americana su Sky fra Bersani, Cuperlo e Civati.
Nel terzo strato del partito stanno forse un
centinaio di esponenti che dentro e magari ufficialmente
fuori dal partito, in alcuni giornali, alcune banche, alcune aziende, alcuni
circoli europei, ne determinano le
scelte spesso attraverso percorsi coperti e impresentabili, collusioni insospettabili.Praticamente è un altro partito con logiche tutte sue ( '' Ma che vogliono questi ?'' diceva la Finocchiaro uscendo da un teatro un anno e mezzo fa di fronte alla protesta di militani in tumulto).
Loro gli inceneritori li sostengono con impegno, negli ultimi dieci anni hanno
moltiplicato senza ritegno le prebende
della politica o permesso ad altri di farlo anche per loro ( vedi il caso
della regione Lazio ), ritengono fondamentale la privatizzazione di tutto
quello che in aziende o servizi pubblici produce qualche utile, non tollerano
idealisti e nostalgici della sinistra, dell'ecologia, del civismo. Chi ha
scelto 15 mesi fa di affondare Prodi e Rodotà, liquidare Monti, salvare
Berlusconi, sostituire Letta con Renzi, sfidare la Corte Costituzionale con l 'ipotesi
Italicum? In quali sedi e con quali strategie si sono decise le importantissime
nuove nomine negli enti energetici che sono le principali aziende del paese ? Su
quali temi, decisioni, impegni si è siglato l'accordo fra PD e FI attraverso il
cosiddetto patto del Nazareno ? Chi ha deciso che si debba di fatto riscrivere
la Carta Costituzionale o lo Statuto dei Lavoratori o si dovesse firmare il Fiscal Compact senza una sola
giornata di discussione in Parlamento ? Lascio alla fantasia di altri le
ipotesi su gruppi bilderberg,
massonerie, multinazionali… Quel che è certo è che nessuna di queste
scelte è stata fatta in una qualunque sede ufficiale ne pubblica ne riservata
di un organo ufficiale di partito, ne del PD ma neanche di altri, ne tantomeno di alcun organo
istituzionale del paese. Se il PD è un partito ma di che discutono nelle
sue sedi oltre che di candidati e primarie ?
Il M5Stelle per adesso non fa
la rivoluzione… quindi che fa?
Non c'è dubbio che il periodo fra l'ottobre 2012 ed il marzo 2014 è stato il momento più esaltante e per certi versi il più utile per valutare pregi ( tanti e importanti) e difetti ( pochi e decisivi) della storia degli ultimi 10 anni di Grillo e del travolgente successo, senza precedenti nella storia politica italiana, del Movimento 5 Stelle. In ottobre la traversata a nuoto dello Stretto di Messina, il successo della lista grillina in Sicilia ( 18% a Cancelleri, 15% alla lista ) , l'elezione di ben 15 consiglieri regionali con una consistente presenza femminile ( chissà se Boschi , Picerno e le altre hanno percepito che le loro rapide fortune sono da attribuire anche a Grillo che ha costretto tutti i partiti a trovare donne e giovani da mettere di corsa nelle liste ?). Il voto ha indicato una vera e propria rivolta elettorale in decine e decine di comuni siciliani dove si sarebbe immaginato immutabile il prevalere prima della Democrazia Cristiana, poi del Berlusconismo e dei vari Cuffaro, Miccichè e Lombardo, sempre sotto l'ala attenta ed efficiente dei gruppi mafiosi. La decisione per la prima volta di ridurre drasticamente le proprie indennità ed aprire un conto regionale a favore della piccola impresa. La Sicilia come esempio inaspettato della possibilità di una rivoluzione, pacifica e istituzionale, ma concretamente avviata. Una premessa dello straordinario risultato del M5Stelle alle elezioni politiche del febbraio 2013, primo partito alla pari del PD con il 25% e più di 8,6 milioni di voti. Senza soldi e senza amici in tv e giornali. Infine, mentre il sistema dei partiti dava palesemente l'immagine della propria miseria mostrandosi incapace di costituire un governo ne di eleggere un nuovo Presidente della Repubblica e un PD apparentemente impazzito affossava le proposte grilline di Prodi, Rodotà e qualunque altro nome di buona qualità, si è avuta la concreta impressione di un percorso di rinnovamento difficilmente arrestabile. Dopo i primi mesi di inevitabile sbandamento dei 160 eletti in Parlamento ( sarebbero stati 250 se la Corte Costituzionale avesse dichiarato un anno prima l'illegittimità del porcellum, e la storia italiana dei successivi 10 anni avrebbe probabilmente preso un percorso diverso ) per la prima volta una consistente opposizione faceva proposte radicali ma concrete per cambiare verso alla storia ventennale del paese. La sospensione punitiva di più di 20 deputati grillini per almeno 10 sedute dopo le loro proteste per l'applicazione della ''tagliola '' nel dibattito sul vergognoso regalo alle banche del decreto Imu-Bankitalia, si capovolgeva in un involontario successo del Movimento. Per due settimane in decine di città italiane i parlamentari ''disoccupati'' organizzavano incontri e dibattiti, per la prima volta riempiendo molte piazze con un buon successo quasi sempre pur in assenza di Grillo.
Non c'è dubbio che il periodo fra l'ottobre 2012 ed il marzo 2014 è stato il momento più esaltante e per certi versi il più utile per valutare pregi ( tanti e importanti) e difetti ( pochi e decisivi) della storia degli ultimi 10 anni di Grillo e del travolgente successo, senza precedenti nella storia politica italiana, del Movimento 5 Stelle. In ottobre la traversata a nuoto dello Stretto di Messina, il successo della lista grillina in Sicilia ( 18% a Cancelleri, 15% alla lista ) , l'elezione di ben 15 consiglieri regionali con una consistente presenza femminile ( chissà se Boschi , Picerno e le altre hanno percepito che le loro rapide fortune sono da attribuire anche a Grillo che ha costretto tutti i partiti a trovare donne e giovani da mettere di corsa nelle liste ?). Il voto ha indicato una vera e propria rivolta elettorale in decine e decine di comuni siciliani dove si sarebbe immaginato immutabile il prevalere prima della Democrazia Cristiana, poi del Berlusconismo e dei vari Cuffaro, Miccichè e Lombardo, sempre sotto l'ala attenta ed efficiente dei gruppi mafiosi. La decisione per la prima volta di ridurre drasticamente le proprie indennità ed aprire un conto regionale a favore della piccola impresa. La Sicilia come esempio inaspettato della possibilità di una rivoluzione, pacifica e istituzionale, ma concretamente avviata. Una premessa dello straordinario risultato del M5Stelle alle elezioni politiche del febbraio 2013, primo partito alla pari del PD con il 25% e più di 8,6 milioni di voti. Senza soldi e senza amici in tv e giornali. Infine, mentre il sistema dei partiti dava palesemente l'immagine della propria miseria mostrandosi incapace di costituire un governo ne di eleggere un nuovo Presidente della Repubblica e un PD apparentemente impazzito affossava le proposte grilline di Prodi, Rodotà e qualunque altro nome di buona qualità, si è avuta la concreta impressione di un percorso di rinnovamento difficilmente arrestabile. Dopo i primi mesi di inevitabile sbandamento dei 160 eletti in Parlamento ( sarebbero stati 250 se la Corte Costituzionale avesse dichiarato un anno prima l'illegittimità del porcellum, e la storia italiana dei successivi 10 anni avrebbe probabilmente preso un percorso diverso ) per la prima volta una consistente opposizione faceva proposte radicali ma concrete per cambiare verso alla storia ventennale del paese. La sospensione punitiva di più di 20 deputati grillini per almeno 10 sedute dopo le loro proteste per l'applicazione della ''tagliola '' nel dibattito sul vergognoso regalo alle banche del decreto Imu-Bankitalia, si capovolgeva in un involontario successo del Movimento. Per due settimane in decine di città italiane i parlamentari ''disoccupati'' organizzavano incontri e dibattiti, per la prima volta riempiendo molte piazze con un buon successo quasi sempre pur in assenza di Grillo.
Poi da aprile qualcosa cambiava. Si avviava il solito tour elettorale di Grillo nelle piazze d'Italia nelle 5 settimane che
precedevano le elezioni europee del 25 maggio 2014. ( quelle del Vinciamo noi ). Ma era evidente da settimane che qualcosa non andava per il verso giusto. O
almeno era evidente ad alcuni che essendo, come chi scrive, sostenitori ed
elettori del M5Stelle negli ultimi due
anni e presumo anche nei prossimi due, vorrebbero capire cosa è successo.
Magari prima che si pronuncino gli
italiani ridimensionando il movimento di Grillo ad un partitino di margine come
è avvenuto per altri negli ultimi 20 anni. Elenco qui quelli che mi sembrano i
quattro punti deboli del M5Stelle rimandando ad un secondo successivo
intervento più approfondite valutazioni e suggerimenti.
1 Ritengo che l'insieme degli obiettivi sui
quali il Movimento è nato e sta operando, nei loro termini generali ( le cinque stelle per semplificare molto ) siano tutti assolutamente corretti e condivisibili quasi senza alcuna eccezione. Non c'è quindi motivo di cambiarli se
non attraverso una migliore
articolazione e semplificazione. Per la prima volta un movimento politico ,
non compromesso nel processo
degenerativo del sistema politico ed economico del paese lo denuncia invece con
forza e si impegna sinceramente per sconfiggerlo e rinnovarlo. Conseguentemente
a questo il Movimento è oggetto di una aggressione violenta, senza scrupoli e
senza precedenti, da parte del blocco
politico-economico che ha dilapidato il paese senza distinzioni fra maggioranze
e opposizioni negli ultimi venti anni. L'aggressione avviene attraverso il
sistema mediatico e di informazione che non ha in Italia alcuna indipendenza e autonomia. E' evidente che il M5Stelle non
sembra più in grado di reggere a questa aggressione, che lo ha come minimo
bloccato, e compie ripetuti errori di ''comunicazione''. Andrà compreso il perché
per reagire efficacemente.
2
L'immagine e il funzionamento del gruppo, tutto incentrato sull'organizzazione
di un ristretto nucleo attorno a Grillo
e Casaleggio, che è stato per tutta la prima fase un punto di forza irrinunciabile per attrezzarsi e reggere allo
scontro è oggi inadeguato e superato. E'
un punto di vulnerabilità decisivo per la distruzione del movimento e gli aggressori lo hanno perfettamente capito.
E' possibile ridisegnare in modo consensuale una leadership collettiva su base
regionale e nazionale che costruisca una vera rete di comunicazione e azione coordinata nella quale una
leadership plurale, periodicamente ridefinita, garantisca i nodi. Oggi non
esiste neanche parzialmente ed è malamente sostituita da uno sconclusionato chiacchiericcio in rete, specie su Facebook , il cui valore dipende da come lo si usa, che
oggi di una rete di collegamento è solo una caricatura, e dai post recenti sul blog
di Grillo, un po’ stonati nei toni, ripetitivi negli argomenti e troppo poveri
nei contenuti.
La
rete, utilizzando anche il web e gli eletti, deve esistere ed operare sul territorio , ne
in parlamento ne nell'etere, tessendo alleanze, progetti locali concreti,
con strumenti utili ai cittadini del posto. La rete, quella concreta, è il presupposto della felice
intuizione della ricostruzione di una
Comunità solidale nella società
di cui Grillo ha parlato nei momenti migliori. Resta poco tempo, forse un anno
per avviare questa conversione, senza la quale il M5Stelle verrà ancor più
ridimensionato nei prossimi appuntamenti
elettorali ( ci saranno già a fine anno due test regionali in Emilia e Calabria ).
3
La politica anticasta e contro i costi
esorbitanti della politica, uno dei capisaldi del M5Stelle, si sta rapidamente complicando e rischia di
diventare un boomerang. Oltre ai rimborsi elettorali l'autoriduzione delle indennità dei
parlamentari grillini aveva un senso come azione esemplare a cui doveva seguire un ridimensionamento
realistico ma esteso a tutta la
classe politica, agli organi istituzionali, alle aziende pubbliche, ai magistrati,
ai media, ai banchieri, e per quanto possibile ai manager del settore privato,
alle pensioni d'oro etc… Ma i partiti,
grazie anche alla confusione e difficoltà di comunicare in modo nitido dei grillini, hanno capovolto a proprio favore la
questione.Siamo al punto che sul web si chiede conto ai propri eletti di rendicontare il biglietto del treno mentre i partiti deliberano per legge i finanziamenti fino a ieri occulti e illegali per milioni di euro. Non si può suggerire la riduzione dei parlamentari se non si cambiano
in senso più proporzionale i sistemi elettorali perché così, come sta avvenendo per il senato
e si sta preparando nelle regioni, si facilita la distruzione di qualunque
rappresentatività del voto. Se le indennità degli altri restano immutate va
modificata la strategia, con regole precise e comuni a tutti ( ad esempio non è
chiaro quale regola si sta usando per i neoeletti parlamentari europei ) utilizzando
la quota non percepita per progetti e sostegno ad attività in campo sociale,
ambientale, sanitario o altro, attraverso organismi indipendenti ed a favore
dei settori ai margini della società o per il rilancio di attività sostenibili
nell'artigianato, piccola impresa, energie
rinnovabili, agricoltura di qualità etc.. Poiché è evidente l'aperto
boicottaggio istituzionale rispetto ai soldi restituiti vanno a questo punto costruiti progetti indipendenti. Corrisponde al vero che l'iniziativa siciliana è fallita e le quote degli eletti grillini sono state
restituite ai singoli eletti e momentaneamente versate su un conto di Banca
Etica ? In attesa di che? E' chiaro a
tutti che la nuova normativa sul finanziamento pubblico che rende legali i
contributi dei privati ai partiti è un
peggioramento dell'attuale normativa? Sicuri che in rete e sul blog, invece
di promuovere accese discussioni sul proprio ombelico, si stia discutendo con un po’ di serietà su questi temi?
4
Le posizioni espresse dal M5Stelle sulla legge
elettorale, tema incompreso dai cittadini ma centrale nella difesa del
sistema democratico, stanno cominciando a diventare un guazzabuglio
incomprensibile. Approdati miracolosamente e ottimamente al proporzionale con
quorum attraverso ben otto votazioni in rete, da cui era evidente che si
sarebbe dovuto mettere al centro tutte le logiche maggioritarie contestando le
basi stesse del preteso premio a tutti i costi e indirettamente qualunque ipotesi di doppi turni, dal blog e da singoli esponenti è venuto fuori
un pasticcio del
quale diventa difficile darsi una spiegazione. Prima il voto alla
riproposizione, per fortuna bocciata, del mattarellum con la mozione Giachetti ( radicale approdato al PD da sempre
in stato confusionale su questi temi ), poi la astrusa proposta delle
preferenze negative e addirittura la proposta sorprendente del voto disgiunto
che è invenzione della peggiore casta degli anni passati, poi le assurde
aperture alle ipotesi di doppio turno, infine, nei penosi incontri al tavolo
con il PD, si è dato spazio all' ipotesi
che il problema dell' italicum fosse la controversa e irrilevante questione
delle preferenze o delle liste bloccate, terreno di contesa fra le diverse
bande interne ai partiti. Mettendo in ombra, l'unica vera questione centrale: che il premio previsto dall' Italicum
annulla e capovolge nel suo contrario il
voto di milioni di persone ( oggi probabilmente da 4 a 6 milioni ) e sarebbe
anche peggio se si arrivasse con il doppio turno nei collegi ad un accordo elettorale fra PD e FI in funzione antigrillo. Cosa
praticamente certa nel caso, oggi però meno probabile, che il
M5Stelle si avvicini al 30%.
nelle foto:
due candidati per Corte Costituzionale e CSM, il sandwich de luxe di McDonald,
il ministro Maria Elena Boschi
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