22 settembre 2014

Cambiamenti climatici: dopo la protesta la palla torna ai politici





Mildly chaotic but incredibly beautiful.”




C’erano il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, c’era il sindaco di New York Bill de Blasio, c’era l’ex vice presidente Al Gore, e c’era Leonardo Di Caprio lungo le strade di New York City Domenica 21 Settembre 2014 a marciare contro i cambiamenti climatici e a chiedere azioni concrete ai nostri governanti.



E insieme a loro una marea di persone, di ogni colore, ceto sociale, età, vestimento, e storia personale, come solo può esserci nella Grande Mela. Un potpourri di bellissima umanità che chiede solo di salvare il pianeta dall’ingordigia di speculatori e multinazionali.

Ci si aspettavano circa centomila persone, ne sono arrivate più di quattrocentomila, secondo Time Magazine. La folla era brulicante ed hanno dovuto cambiare il percorso per farci stare tutti.  E’ stata la più grande protesta contro i cambiamenti climatici nella storia e la più grande manifestazione degli ultimi dieci anni. Assieme a newyorkesi, manifestanti in più di 2500 città di circa 150 nazioni.

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L’organizzatore è Bill Mc Kibben, il fondatore di 350.org. Hanno scelto il 21 Settembre per far combaciare la protesta con il vertice delle Nazioni Unite proprio sul cambiamenti climatici, che si riunisce questa settimana per discutere sulle emissioni di anidride carbonica. 


La folla chiede ad Obama e agli altri leader mondiali di rendere i cambiamenti climatici una priorità politica assoluta. May Boeve, una delle organizzatrici di 350.org dice: “Oggi, la società civile ha agito su una scala che ha superato se persino le nostre più rosee aspettative. Domani, ci aspettiamo che i nostri leader politici facciano lo stesso.”

E siccome la principale causa dei cambiamenti climatici è il consumo di fonti fossili, ad un certo punto la folla è esplosa in un “Exxon Mobile, BP, Shell, take your oil and go to hell!

C’erano anche medici in camice per protestare contro gli effetti sulla salute dei cambiamenti climatici. Globale. La dottoressa Erica Frank, che si occupa di medicina preventiva in British Columbia dice semplicemente: “Sarebbe irresponsabile per noi non fare nulla.” Steve Auerbach,  pediatra di New York City aggiunge: “L’inquinamento da anidride carbonica si traduce direttamente in asma, malattie cardiache e il cancro. I cambiamenti climatici sono un problema di salute globale”.

Medici, vegani, ciclisti, hippy, femministe, studenti, cristiani, bambini, nativi americani, agricoltori e nonni: tutti d’accordo. Non fare niente contro i cambiamenti climatici è terribile ed il momento di agire è adesso e non domani.


La palla adesso va ai politici – il trivellatore Matteo Renzi incluso.




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