di Maria
Rita D'Orsogna *
“Mildly
chaotic but incredibly beautiful.”
C’erano il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban
Ki Moon, c’era il sindaco di New York Bill de Blasio, c’era l’ex
vice presidente Al Gore, e c’era Leonardo Di Caprio lungo le
strade di New York City Domenica 21 Settembre 2014 a marciare contro i cambiamenti
climatici e a chiedere azioni concrete ai nostri governanti.
E insieme a loro una marea di persone, di ogni colore, ceto
sociale, età, vestimento, e storia personale, come solo può esserci nella
Grande Mela. Un potpourri di bellissima umanità che chiede solo di salvare il
pianeta dall’ingordigia di speculatori e multinazionali.
Ci si aspettavano circa centomila persone, ne sono arrivate più di quattrocentomila, secondo Time
Magazine. La folla era brulicante ed hanno dovuto cambiare il percorso
per farci stare tutti. E’ stata la più grande protesta contro i
cambiamenti climatici nella storia e la più grande manifestazione degli ultimi
dieci anni. Assieme a newyorkesi, manifestanti in più di 2500 città di circa
150 nazioni.
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L’organizzatore è Bill Mc Kibben, il fondatore di
350.org. Hanno scelto il 21 Settembre per far combaciare la protesta con il
vertice delle Nazioni Unite proprio sul cambiamenti climatici, che si riunisce
questa settimana per discutere sulle emissioni di anidride carbonica.
La folla chiede ad Obama e agli altri leader mondiali
di rendere i cambiamenti climatici una priorità politica assoluta. May
Boeve, una delle organizzatrici di 350.org dice: “Oggi, la società civile ha
agito su una scala che ha superato se persino le nostre più rosee aspettative.
Domani, ci aspettiamo che i nostri leader politici facciano lo stesso.”
E siccome la principale causa dei cambiamenti climatici è il
consumo di fonti fossili, ad un certo punto la folla è esplosa in un “Exxon
Mobile, BP, Shell, take your oil and go to hell!”
C’erano anche medici in camice per protestare contro gli
effetti sulla salute dei cambiamenti climatici. Globale. La dottoressa Erica
Frank, che si occupa di medicina preventiva in British Columbia dice
semplicemente: “Sarebbe irresponsabile per noi non fare nulla.” Steve
Auerbach, pediatra di New York City aggiunge: “L’inquinamento da anidride
carbonica si traduce direttamente in asma, malattie cardiache e il cancro.
I cambiamenti climatici sono un problema di salute globale”.
Medici, vegani, ciclisti, hippy, femministe, studenti,
cristiani, bambini, nativi americani, agricoltori e nonni: tutti d’accordo. Non
fare niente contro i cambiamenti climatici è terribile ed il momento di agire è
adesso e non domani.
La palla adesso va ai politici – il trivellatore Matteo
Renzi incluso.
* da il manifesto 22 settembre 2014 ( foto dal bog www.dorsogna.blogspot.it )
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