Quando si
parla di consumo del suolo sono tutti d’accordo nel dire basta. No alla
speculazione, al cemento, all’immobiliarismo sfrenato. Peccato però che nel
momento in cui si decide di mettere ordine, sfugga qualcosa. «Una proposta di
legge “ingannevole”, che mira all’emanazione di una vera e propria “legge
truffa”», che invece di «limitare il consumo di suolo, fa di tutto per
incentivarlo, e per favorire i costruttori»: così il costituzionalista Paolo
Maddalena ha bocciato la proposta del deputato PD Ermete Realacci, presidente
onorario di Legambiente. Prima di Maddalena anche Salvatore Settis aveva
puntato l’indice sulla “strana alleanza” in Parlamento tra Realacci e il
pidiellino Lupi. Tra la proposta Ac/70 di Realacci “sul contenimento dell’uso
del suolo e la rigenerazione urbana” e quella del 2008 dell’attuale ministro
dei Trasporti “sul governo del territorio” infatti non ci sarebbe una grande
differenza. Si mantengono i diritti edificatori acquisiti in passato e
qualunque suolo può essere edificabile, basta pagare.
Di fronte al rischio di
un’ennesima colata di cemento, ci hanno pensato i “ragazzini” dei 5 stelle a
prendere l’iniziativa. E così hanno affiancato alla Realacci una loro proposta,
la n.1050 per «il blocco del consumo di suolo e la tutela del paesaggio». Fuori
dell’area edificata non si può costruire. Dentro, invece, si devono censire e
riqualificare gli immobili statali dismessi. Immediato e convinto il consenso
di un padre nobile dei beni culturali e paesaggistici come Salvatore Settis. E
un urbanista di sinistra come Paolo Berdini ha dato ai 5 stelle anche un
prezioso aiuto per la stesura della proposta di legge. Il fronte per lo stop al
consumo di suolo si allarga. Si troverà un’intesa in Commissione ambiente?
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