22 settembre 2009

Congresso dei Verdi del 10 ottobre, presentate 3 mozioni

Alla scadenza del 15 settembre sono tre le mozioni presentate riguardanti le scelte future dei Verdi dopo circa 23 anni dal loro congresso di fondazione avvenuto nel novembre 1986 a Finale Ligure.
Per poter presentare una mozione sono richieste le firme di almeno 20 consiglieri/coordinatori nazionali su 112 totali oppure di 500 iscritti .
Secondo i dati pubblicati i delegati sarebbero 531 provenienti da 79 provincie mentre 31 provincie non hanno delegati. In molte situazioni infatti, specie dopo l’ultima debacle del giugno 2009 (elezioni europee con Sinistra e Libertà, provinciali e parecchi comuni ) molti iscritti si sono allontanati o hanno rifiutato di partecipare al congresso; la scarsa rappresentatività e le divisioni ormai insanabili sono espresse anche dalla singolare distribuzione dei delegati; ad es. Roma 65 e Napoli 54, Milano 23, Torino 20 (sono proprio Piemonte e Lombardia le due regioni meno rappresentate ).Molto forte la tensione, in particolare a Roma, specie per le recenti polemiche sulla cancellazione di parecchie centinaia di iscritti, considerata arbitraria e che potrebbe risultare determinante per gli esiti del congresso.

La prima mozione (Francescato, Cento, Roggiolani ..) ripropone il progetto federativo con Sinistra e Libertà mantenendo formalmente la Federazione dei Verdi. Fino al 2013 è questo il soggetto che continuerà a prendere i rimborsi elettorali, cioè il finanziamento pubblico, in base ad una incredibile regola mai messa in discussione dai partiti del governo Prodi , problema spinoso neppure sfiorato dalla mozione. Di fatto la confluenza in Sinistra e Libertà verrebbe realizzata organizzando una corrente “ecologista” probabilmente con uno scarso seguito di militanti e di elettori ma che, se prevalesse nel congresso, avrebbe la gestione di tutte le risorse residue di una Federazione pressocchè inesistente nei fatti fino alla loro definitiva estinzione che avverrebbe alla prossima scadenza di elezioni politiche.

La seconda mozione (Boato, Bonelli, Bettin.. ) dichiara fallito e chiuso il rapporto con Sinistra e Libertà, propone il superamento della attuale Federazione dei Verdi ed una fase transitoria con l’assunzione del simbolo europeo dei Verdi (il Girasole) nel mentre viene proposto a tutte le forze ecologiste italiane e non solo, un processo di unificazione su basi federative attraverso la “Costituente degli ecologisti” preceduta dallo svolgimento degli “Stati generali dell’ecologismo italiano “ entro l’inizio del 2010.
Per la fase di transizione la mozione propone al congresso la nomina del doppio portavoce nazionale uomo/donna già attuata dai Verdi in molti paesi europei , ed anche 21+21 portavoce regionali espressioni del ritorno ad un soggetto politico su base federativa regionale. Anche il finanziamento pubblico verrebbe diviso: 1/3 alle 21 strutture regionali, 1/3 a quella nazionale , mentre 1/3 verrebbe affidato ad associazioni rilevanti esterne ai Verdi per loro autonome iniziative.
La mozione accenna inoltre ad una iniziativa popolare di raccolta firme per dimezzare il finanziamento pubblico e i costi della politica e rilancia l’idea dell’autofinaziamento. Inoltre suggerisce l’organizzazione di un EcoExpo in cui il nuovo soggetto politico nascente riunirebbe e proporrebbe il rilancio di tutte le forme di attivita economiche ecocompatibili . I nuovi ecologisti si riconoscerebbero pienamente nell’esperienza e nelle forme organizzative dei Verdi europei .
Preceduta dall’ ”Appello agli ecologisti:il coraggio di osare “ lanciato all’inizio di agosto questa seconda mozione sembra aver allargato i propri consensi soprattutto arrestando la tendenza diffusa a non partecipare al congresso dilagante in molte regioni fino alla fine di luglio. L’appello, al momento ormai vicino al migliaio di sottoscrittori, ha avuto l’adesione di parecchi fra i vecchi fondatori dei verdi negli anni ’80, molti dei quali non più iscritti alla federazione, ma soprattutto di molti non aderenti ai verdi, compresi un centinaio che si dichiarano del PD, IdV, gruppi di Grillo, Per il bene comune, Decrescita felice, o gruppi della Sinistra ma favorevoli alla nascita di un nuovo movimento politico che riunisca gli ecologisti.

E’ stata presentata una terza mozione (Carrabs e alcuni altri membri del Consiglio federale ) che respinge decisamente l’esperienza avvenuta di alleanza con Sinistra e Libertà , ripropone l’avvio della Costituente Ecologista (già proposta nel 2006) accentuando il ruolo delle realtà regionali in una logica nettamente federativa. Apparentemente molto simile alla seconda mozione, auspica il ritorno alle larghe alleanze che hanno caratterizzato l’esperienza dell’Ulivo in passato, da attuare insieme alla Costituente già dalla prossima scadenza delle elezioni regionali del marzo 2010.

Essendo improbabile che qualcuno possa avere i due terzi dei delegati (necessari per modifiche radicali dello Statuto) si presentano quindi solo due possibili scenari (le cui conseguenze non sembrano molto note neppure ad una parte degli stessi delegati):
1) nel caso del prevalere della prima mozione (Francescato..) si uscirà dal congresso di fatto con due partiti verdi a scadenza: il primo manterrà il simbolo (e tutti i soldi? ) e rapidamente si integrerà dentro SeL ( forse con l’aggiunta della parola “ecologia” da qualche parte) il secondo, che assumerà il simbolo dei Verdi europei, probabilmente si riconvocherà per eleggere 22 coppie di portavoce, riconvertirsi su basi regionali , promuovere con tutti i soggetti disponibili la nuova Costituente ecologista decidendo regione per regione come comportarsi alle elezioni regionali.

2) nel caso del prevalere della seconda mozione (Boato..) si andrà comunque al superamento del Sole che ride cambiando il simbolo, procedendo alla nomina della coppia di portavoce nazionali e poi, nelle regioni, di 21+21 portavoce regionali che li affiancheranno. Il finanziamento pubblico (rimborsi annuali ) verrà diviso in tre parti , si convocheranno gli Stati generali dell’ecologismo italiano e poi la nuova Costituente, riconfermando il pieno riferimento ai Verdi europei e promuovendo, secondo quanto dice la mozione, una iniziativa nazionale attraverso forme da precisare per il dimezzamento del finanziamento pubblico ai partiti .

In entrambi i casi sembra chiusa l’esperienza di 25 anni dei Verdi italiani, un esperienza sostanzialmente fallimentare almeno per la seconda parte della sua storia; sulle cause di questo fallimento ( comune ad altre forze del vecchio “centro-sinistra” ) la riflessione all’interno, ma anche all’esterno dei Verdi, è sostanzialmente assente e questo resta in realtà il dato più drammatico di una storia che ha prodotto abbandoni, sconfitte, oltre ad una serie incredibile di trasformismi e degenerazioni; nei prossimi 3-4 mesi si misurerà quanto ci sia davvero il coraggio “di cambiare” ed essere in grado di farsi protagonisti di una nuova stagione politica per il nostro paese .

1 commento:

  1. forse questo sarà l'annozero dei verdi, si potrà ricostruire un soggetto politico serio,d egno e all altezza dei nuovi problemi da risolvere, come nel resto d'europa si dimostra con gli ottimi risultati dei verdi

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