Daniel Cohn Bendit arriva alla festa napoletana di Sinistra e libertà accompagnato da quell’aria un po’ magica che circonda chi viene sonoramente premiato dalle urne. Così è stato in Francia per la sua Europe ecologie alle europee di giugno, 16,3%, terzo partito e una golden share sul futuro dell’opposizione a Sarkozy. Seduto su una panca sotto il tendone del ristorante, gessato grigio e camicia viola, il famoso ciuffo rosso un po’ imbiancato, parla dell’Italia con uno strano mix di passione e disincanto, che sfiora a volte lo sfottò. «Da voi è in corso una trasformazione della democrazia verso un modello extrademocratico, Berlusconi si inserisce in una triade con Putin e Chavez: giocano con la società, la mobilitano, controllano i media. Mi chiedo spesso se il caso italiano sarà un modello per l’Europa o se resterà un’eccezione ».
Già in passato l’Italia è stata pioniera di sistemi politici non propriamente democratici...
«Sì, ma un confronto con i fascismi è impossibile, è assurdo paragonare Berlusconi a Mussolini. Non ci sono le prigioni per i dissidenti, lui ha il consenso della maggioranza e il centrosinistra ha semplicemente perso. Certo, controlla i media in modo diverso da tutti gli altri leader europei, ma questa non è una novità. Perché la sinistra italiana, quando era al governo, non ha fatto una legge per separare politica e media?».
Lei che spiegazione si dà?
«D’Alema, Prodi, hanno pensato tutti di poter arrivare a un compromesso con Berlusconi, hanno pensato che fosse un problema minore, che si sarebbe risolto anche senza fare una nuova legge. È stato un errore molto grave, forse il peggiore ».
Pensa che l’opposizione dovrebbe puntare sulla vicenda escort, sulla moralità di Berlusconi?
«È una vicenda importante ma non conta. Mi spiego: è chiaro che rivela un aspetto di ipocrisia del premier italiano, le visite al Papa e le serate con le escort, ma politicamentenon sarà decisiva, perché Berlusconi in questa storia esprime un carattere tipico del maschio italiano. E a tanta gente di questa storia frega pochissimo ». Se fosse successo al presidente francese? «Impensabile, un leader francese non avrebbe potuto restare al suo posto in quella situazione. E poi Sarkozy non fa queste cose, al massimo divorzia e cambia moglie... sono comportamenti più adatti a un leader russo, o sudamericano...».
Se lei fosse un leader della sinistra italiana cosa farebbe per battere Berlusconi?
«Metterei da parte tutte le ideologie del secolo scorso. Berlusconi è un fenomeno strano ma appartiene al presente, mentre le risposte della sinistra italiana sono di ieri. Con questa crisi, che è economica, finanziaria, ma anche ecologica, non bastano le vecchie risposte socialdemocratiche, di classe. Bisogna immaginare una trasformazione del sistema di produzione e di consumo, che non è la vecchia rivoluzione, e neppure l’idea della redistribuzione».
Pensa che l’elettorato italiano sia così sensibile alla questione ecologica?
«Non lo so, ma il punto è che tu devi avere una posizione chiara, devi dire la verità alla gente sul riscaldamento globale, non puoi solo rincorrere gli elettori».
Come valuta questa nuova formazione, Sinistra e libertà?
«Non credo molto in un nuovo rassemblement a sinistra. Il nostro movimento, Europe ecologie, è più trasversale, arriva fino al centro, non mi pare che riunirsi a sinistra sia un tema dell'oggi».
E il Pd?
«Lo vedo dentro la crisi delle socialdemocrazie europee, nonostante la sua pretesa diversità. C’è un impianto tradizionale che è superato, e che in fondo è lo stesso delle sinistre radicali, con tutte le sfumature del caso. Se devi andare avanti con questo modello di produzione e di consumo, la destra è più forte. A noi tocca dire che così non si può più andare avanti: è difficile, perché la gente è spaventata, ma tocca a noi dimostrare che cambiando si può vivere meglio ».
Che leader vede per la sinistra italiana?
«Bersani e Vendola rappresentano entrambi la vecchia socialdemocrazia. Vendola è più radicale e moderno, mal’hardware è lo stesso ed è vecchio. Io penso che un Obama italiano possa venire fuori solo se cambierà la mentalità, se in Italia capiranno la centralità della questione ambientale ».
Il messaggio è chiaro. Ecologia a parte, nessuna speranza per una riscossa dell’opposizione in Italia?
«Allo stato attuale l’alternativa più ragionevole a Berlusconi è Fini, l’unico in grado realisticamente di riequilibrare la democrazia italiana. Se guardo al suo passato mi sembra incredibile, eppure è l’unico in grado di mettere davvero in difficoltà Berlusconi, molto più di D’Alema. La vera novità italiana è questa contraddizione dentro il Pdl».
(di Andrea Carugati su L’Unità 21 settembre 2009 )
analisi condivisibilissima ed ammaliante (vedere mozione Boato ed altri), solo, a mio avviso, l'Italia non è la Francia, la destra italiana non è quella francese, le condizioni sono diverse. Pertanto, io non credo si possa applicare oggi una trasversalità compiuta sui temi dell'ecologia. Già esistono a sinistra ed al centro, figurarsi a destra ed in un sstema bipolare.
RispondiEliminaMaurizio pizzasegola