Con un
messaggio sui social in cui invita la comunità internazionale a garantire che
le elezioni portino “un vero cambiamento politico e amministrativo”, la leader dell’opposizione birmana
ha aperto la campagna elettorale per il voto dell’8 novembre prossimo. Oggi, a
due mesi dalle elezioni generali, si apre dunque la sfida fra Aung San Suu
Kyi e il partito emanazione dei generali birmani, oggi al potere, per la
conquista dei seggi in Parlamento. Rispetto alle elezioni del 2010, boicottate
dalla Lega nazionale per la democrazia (Nld), la
ex Birmania ha intrapreso un cammino di riforme che ha portato alcuni
cambiamenti, sebbene il processo di democratizzazione abbia subito un brusco
rallentamento negli ultimi mesi.
Restano
alcuni cambiamenti significativi, uno dei quali auspicato in passato dalla
stessa Nobel per la pace. Cinque anni fa, quando era ancora agli arresti, Aung San Suu Kyi aveva
detto di sperare - un giorno - di poter aprire un account Twitter e parlare con
il mondo esterno. Oggi la “Signora” per dare il via ufficiale alla campagna
elettorale ha usato la sua pagina Facebook, con un video messaggio in inglese in cui ha rilanciato
l’auspicio di elezioni libere e giuste e un vero progresso del Paese.
Saranno
oltre 30 milioni i cittadini chiamati alle urne, molti dei quali per la prima
volta, le prime in cui saranno da subito presenti i principali schieramenti
politici del Paese, fra cui la Nld che aveva vinto le elezioni del 1990, ma
riconosciute dai generali. In lizza vi sono circa 90 fra partiti e movimenti
politici di varia natura ed estrazione, un numero impensabile fino a pochi anni
fa nella nazione del Sud-est asiatico retta da una ferrea dittatura
militare.
Al futuro
Parlamento spetterà il compito di eleggere il nuovo presidente del Myanmar, una carica cui non può aspirare la
Nobel per la pace, a causa di una norma contra personam che la esclude dalla corsa.
Tuttavia, il principale favorito per la vittoria finale resta il partito di
governo Union Solidarity and Development Party (Usdp), emanazione della vecchia
giunta, che assieme al 25% dei militari cui è riservato per legge un posto
all’Assemblea, controllano la vita politica e istituzionale del Paese.
Nel
videomessaggio Aung San Suu Kyi sottolinea che il voto dell’8 novembre è un
“crocevia” per la storia del Myanmar. “Per la prima volta in decenni -
aggiunge - il nostro popolo avrà davvero la possibilità di portare un vero
cambiamento. Questa è una chance che non dobbiamo farci sfuggire”. La
“Signora” invita poi la comunità internazionale a vigilare sulle operazioni di
voto e assicurarsi che “il nostro popolo senta che la sua volontà viene
rispettata” e che essa sia foriera di “un vero cambiamento politico e
amministrativo”.
Infine,
la leader della Nld ha auspicato che il risultato “sia accettato da tutti” e
che per questo vi sia un “aiuto concreto” da parte di “tutti” nelle settimane
successive al voto. “Ci auguriamo che il monto intero comprenda - conclude
- quanto sia importante per noi avere elezioni libere e giuste”. A seguire Aung
San Suu Kyi ha diffuso anche un messaggio in lingua birmana, invitando gli
elettori a pensare alle generazioni future mentre si recano alle urne,
aggiungendo che il suo partito può soddisfare le aspirazioni al cambiamento.
da unimondo.org,
13 Settembre 2015
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