Alla Camera 6 province su 7 si risvegliano
grilline. Solo a Rovigo il PD è primo
con il 26,7%. Bastonata per la Lega: dal 27,1% delle ultime Politiche al
10,7% di oggi
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di Alda
Vanzan *
![]() Chissà cosa ha influito per far diventare convincente un programma in una terra di partite Iva, artigiani e piccoli imprenditori, ma anche capannoni che chiudono e non rialzano la saracinesca. Forse la promessa di restituire l’Imu appena pagata, come aveva detto Silvio Berlusconi? O magari l’impegno urlato nelle piazze, quell’apriremo Montecitorio «come una scatola di tonno» di Beppe Grillo? Se a convincere è stata la protesta di chi si è stufato del malcostume dei politici di professione o la proposta di un comico diventato leader politico, si vedrà. Di certo, oggi in Veneto c’è una nuova forza. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito. 25% al Senato. Più del Pd che è al 23%. Più del Pdl che è al 18,7%. Più della Lega che crolla all’11%. Per non dire dei risultati della Camera: Cinque Stelle al 26,3%. L’exploit a Marghera, in quella che una volta era la roccaforte rossa e, per un po’, anche un buon serbatoio di voti leghisti: oggi le ciminiere delle fabbriche non fumano più, il Pd di Bersani è al 30,86% e Beppe Grillo lo batte: 32,65%. È l’unica forza a crescere, come se si fosse scolata un flacone di vitamine: nel 2008 i grillini neanche esistevano, sono passati dallo zero a rappresentare più di un veneto su quattro, trionfanti in sei province su sette, da Belluno a Treviso e poi Padova, Vicenza e Verona. Il top a Venezia: 29,2% alla Camera. Solo Rovigo si è "salvata": primo partito il Pd ma con il 26,7%, grillini al 26,3. Laura Puppato, neo senatrice Pd: «Lo stupore e il dolore sono negli animi di tutti noi». Tolto Grillo, gli altri son tutti calati. E non si dica che è stata colpa del gelo e della neve, perché qui l’affluenza è stata buona: 81,6%, 3 punti in meno rispetto al 2008, ma comunque un buon dato. Non per i partiti tradizionali, però. Il Pdl dalle ultime Politiche perde dieci punti (dal 27,3 al 18,7%). Però sorpassa gli alleati del Carroccio. Per la Lega, una bastonata: dal 27,1% al 10,7%. E senza voler ricordare il 35% delle Regionali 2010. Fa impressione l’ecatombe trevigiana: dal 30,9% del 2008 al 13,3. E a Verona dal 33 al 13,7. «Paghiamo l’alleanza col Pdl», dice Federico Caner, il vice del segretario Bobo Maroni, interessato più che altro alla macroregione e quindi allo scrutinio di oggi in Lombardia. Il Pdl gongola e avvisa il governatore Luca Zaia. Il capogruppo in consiglio regionale Dario Bond: «Un rimpasto di giunta ci sta, in alcune aree la Lega non è più presente». E Clodovaldo Ruffato, presidente al Ferro Fini: «Li abbiamo risorpassati, vedremo il da farsi». Per non dire dell’ex governatore, oggi deputato, Giancarlo Galan: «Io mi aspetto che domani i miei del Pdl veneto vadano da Zaia e gli dicano che non esiste che, in un rapporto che ci vede 2 a 1 rispetto alla Lega, il presidente della giunta e l'assessore alla sanità siano di chi ha 1». Come dice il politologo Paolo Feltrin, i veneti hanno premiato pochi, grandi partiti. A Palazzo Madama grazie al premio di maggioranza ci saranno 9 senatori veneti del Pdl e 5 della Lega, 4 Pd, 4 Grillo, 2 Monti. La coalizione dell’ex premier in Veneto supera le soglie di sbarramento (11% Senato, 11,9% Camera), ma è un risultato modesto. «Il vero bocciato è Mario Monti», dice Luca Zaia. Quanto ai piccoli, tutti fuori. Fratelli d’Italia alla Camera non va oltre l’1,5%. Sel di Nichi Vendola è all’1,8. Il Centro democratico dell’ex dipietrista Massimo Donadi è da prefisso telefonico. L’Udc è all’1,5% (il segretario regionale Antonio De Poli è rieletto senatore, era nella lista unica con Monti). Il magistrato Antonio Ingroia che metteva assieme Idv, Rifondazione, Pdci, Verdi è all’1,3. Tra i piccoli il miglior risultato, per quanto ininfluente, lo porta a casa Oscar Giannino: 2,3%. E, visto il contesto, non vanno malissimo i venetisti: Indipendenza Veneta di Lodovico Pizzati e Alessio Morosin 1,1%, Liga Veneta Repubblica di Fabrizio Comencini 0,5%, Veneto Stato di Antonio Guadagnini 0,4: una galassia che, messa assieme, non sarebbe calata a Montecitorio, ma avrebbe preso quanto se non più di tanti ex grandi partiti.
* da ilgazzettino.it
, 26 febbraio 2013
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26 febbraio 2013
Veneto regione a 5 stelle
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