Ieri, consueto interprete dello Zeitgeist, Antonino Zichichi si è prodotto
in un fuoco d'artificio dichiarando che vorrebbe la Sicilia piena di centrali
nucleari, e obbligando l'incauto Crocetta, che l'ha scelto come assessore ai
Beni culturali, a dolenti smentite. L'impareggiabile Zichichi ha poi
cercato di divulgare alle masse una spiegazione del suo pensiero, una
delle metafore che l'hanno reso celebre nel pret a porter degli esempi banali
ma sbagliati e inviso a chi scienza e divulgazione la fa seriamente.
Ma nel mondo reale che cosa succede al nucleare? Proprio oggi arriva una
notizia che ci obbliga a un aggiornamento della vicenda dell'EPR (European
Pressurized Reactor), che dopo l'esito vittorioso dei referendum dell'anno
scorso era finita un po' nel dimenticatoio. Ma sì, diciamolo con una punta
d'orgoglio.
Enel abbandona la partecipazione al progetto del reattore nucleare EPR, in
costruzione a Flamanville in Normandia, e degli altri cinque impianti da
realizzare in Francia utilizzando la stessa tecnologia. Si conclude così
l'accordo di collaborazione strategica che Enel e Edf avevano sottoscritto nel
novembre del 2007 e che, a realizzazione avvenuta, avrebbe dovuto mettere a
disposizione di Enel una capacità di circa 1.200 MW.
A seguito del recesso dal progetto di Flamanville 3, Enel sarà rimborsata,
in misura della sua quota di partecipazione pari al 12,5%, delle spese
anticipate per un ammontare complessivo di circa 613 milioni di euro più
gli interessi maturati (in totale saranno circa 630 milioni). Il mercato
francese rimane comunque strategico, dichiara il Gruppo Enel, assicurando che
continuerà a operare attraverso una sua presenza in questo Paese, diversificata
nelle energie rinnovabili e nelle attività di compravendita di gas ed
energia elettrica.
Questa la nuda notizia, una notizia inattesa e una vera boccata d'ossigeno
per l'ente elettrico, che potrà utilizzare il rimborso per ridurre il debito
che a fine settembre ammontava a 46,5 miliardi di euro. Quanto a Flamanville 3
vale la pena ridare un'occhiata alla sua storia, paradigmatica del perché il
nucleare è in forte declino in tutto il mondo. La realizzazione ha subito, come
già denunciavamo contro la propaganda di regime - già, Enel in testa - ritardi
e incrementi nei costi. L'entrata in esercizio, prevista entro quest'anno,
slitta al 2016 mentre dal costo iniziale di 3 miliardi di euro si è
passati, stando alle ultime valutazioni, a 8,5 miliardi, cioè circa 5.000
euro a kilowatt; mentre, nello stesso arco di tempo, il fotovoltaico è sceso da
5.000 euro a meno di 1.000. In Francia poi, il tutto è peggiorato dalla
riduzione dei consumi elettrici a causa della crisi e dall'incertezza per
ulteriori investimenti nel programma nucleare francese.
Grava inoltre, sui nostri cugini nucleari, proprio il fatto che con la
vittoria al referendum del giugno 2011e con il conseguente alt allo
sviluppo del nucleare qui da noi, sono venuti meno i 4 reattori Epr da 1.200 MW
(su un totale di 8 previsti dal progetto SNI = Sviluppo Nucleare Italiano) per
i quali aveva tanto brigato "a sua insaputa" Scajola, e Berlusconi
aveva distribuito sorrisi a bocca larga nei suoi incontri con Sarkozy. E nel
quadretto di famiglia ci sta di diritto anche l'ad di Enel, che obbedendo a
Scajola e Berlusconi si era tanto impegnato a perseguire lo SNI e che oggi si
giova del fatto che il popolo italiano gli ha impedito di andare avanti in quel
progetto economicamente folle. Un perfetto esempio di Serendipity...
Intanto Enel mantiene la sua presenza nel nucleare attraverso gli impianti
di Endesa in Spagna (3.526 MW) e in Slovacchia (1.818 MW); da buon uomo per
tutte le stagioni, Fulvio Conti ritiene di tenersi pronto per esibire di nuovo
il suo celebrato sorriso da ameba nucleare. Ma per il nucleare non c'è
Serendipity che tenga, e Zichichi sta lì a dimostrarlo.
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* da
greenreport.it 5 dicembre 2012
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