di Massimo Marino *
Luoghi diversi, facce diverse,
età diverse, accenti diversi, diverse e labili ideologie o assenza di
ideologie, ma una Italia diversa si muove. Contemporaneamente, in una settimana
qualunque, anzi in un week-end qualunque di fine Aprile, questa Italia divisa e
non comunicante si muove inconsapevolmente nella stessa direzione.
A Montichiari di Brescia
l’ennesima manifestazione animalista contro la fabbrica di beagle di Green Hill
rompe gli indugi, supera barriere e reticolati, irrompe nella fabbrica di
animali da laboratorio e libera decine di piccoli cuccioli e sotto la giacca se
li porta a casa e alla libertà. Un episodio, con anche qualche elemento
pericoloso di lettura, ma fortemente simbolico, irrompe sui media e cattura enormi
simpatie. Perfino la Vittoria Brambilla, ex ministro berlusconiano ma anche
animalista, oggi sembra un po’ più animalista e con qualche contraddizione nel
partito azienda in restauro, esprime solidarità ai giovani animalisti, quanto
sincera si vedrà. A poche ore di distanza
a Torino altri animalisti manifestano contro il solito tentativo bipartisan
di impedire un referendum regionale che limita ( limita soltanto), la caccia
per 24 specie di piccoli animali che sarebbero gli oggetti di un singolare divertimento
chiamato sport. Sono animalisti diversi, mediamente con 30 anni di età e di
storia che li differenzia, in gran parte neanche conoscendosi e magari
volutamente ignorandosi, ma stanno sulla stessa strada che porta ad un comune
visione del mondo che tutela tutte le specie viventi che lo popolano.
Contemporaneamente a Firenze un
migliaio di reduci, ma non solo, delle diverse sinistre consumate dalle
sconfitte e qualche importante vittoria, insieme a qualche ecologista e qualche
civico, provano a discutere di un soggetto politico nuovo, senza immaginare in
quale difficile ma importante percorso stanno provando a intentare i primi
passi e, fino a prova contraria, vanno ritenuti sinceri, utili, importanti. Ci
hanno già provato altri, negli ultimi due anni, nel frammentato e disperso
mondo ecologista e civico e per il momento hanno ( abbiamo) clamorosamente fallito.
Contemporaneamente altre migliaia e migliaia di persone riempiono le uniche
piazze piene di una campagna elettorale per i comuni dove sembra che solo Grillo e il suo Movimento 5 Stelle, abbiano qualcosa di serio e radicalmente nuovo da dire e da proporre.
Naturalmente gli uni e gli altri si ignorano, in gran parte neppure si conoscono e, lo diciamo
amaramente, almeno in parte fraternamente si odiano. Anche qui età, generazioni,
culture apparentemente diverse; anche qui inconsapevoli di marciare nella
stessa direzione.
Nelle stesse ore a Roma migliaia
di ecociclisti, anzi di #salvaiciclisti,
sfilano per la città. Alcuni parlano di 10.000 altri di 50.000
persone su due ruote che dicono basta alle città dell’automobile che svuotano
le tasche degli utenti con una mobilità ormai
per tanti insostenibile; che arricchisce l’aria di veleni ma anche le tasche di una decina
di manager dell’automobile e del petrolio impegnati a rendere noi più poveri e più
ammalati e loro più ricchi e potenti; in grado di comprare, attraverso banche e accordi
mondiali, governi, partiti, interi paesi del nord e del sud del mondo. Nello stesso luogo pochi giorni prima migliaia di persone, che delle
rinnovabili hanno fatto non una ideologia ma un occasione nuova e una vincente
possibilità di vivere senza inquinare ma anche di portare a casa uno stipendio
ed una prospettiva per il futuro, hanno manifestato per contrastare un governo fantoccio che
vorrebbe convincerci che la conversione alle rinnovabili, la più importante conseguenza dello stop al nucleare
dei referendum, è troppo conveniente e mette a rischio le centrali a carbone e il
flusso di barili di petrolio delle multinazionali senza patria del settore
energetico. Mettendo a rischio anche i
bonus dei loro manager, dell’Enel, dell’Eni e simili.
In ognuno di questi luoghi se
accennaste ad un mondo non inquinato, a città libere dalle auto, al diritto di vivere
per tutte le specie viventi, alla idea della possibilità di coniugare il paradigma della conversione
ecologica, ma anche alla difesa della democrazia sostanziale o addirittura
della necessità di forme di democrazia diretta, ai diritti di base ed alla
dignità del lavoro, oppure alla irrinunciabile difesa della giustizia sociale e
della tolleranza, difficilmente qualcuno si alzerebbe ad esprimere la propria
contrarietà.
Tante idee che infastidiscono e che si contrappongono al governo dell’abc, il governo con l’età media più alta dell’intera Europa, un abc che in questo caso sembrano essere proprio non le prime ma le ultime lettere di un alfabeto che più nessuno comprende.
Tante idee che infastidiscono e che si contrappongono al governo dell’abc, il governo con l’età media più alta dell’intera Europa, un abc che in questo caso sembrano essere proprio non le prime ma le ultime lettere di un alfabeto che più nessuno comprende.
Ma tant’è: un po’ non
conoscendosi, un bel po’ ignorandosi, un pochino anche odiandosi, con poca
voglia di conoscersi e volersi bene, un'altra Italia tesse la sua tela un po’
sgangherata. Ma, incredibilmente, si muove…
* del Gruppo
delle Cinque Terre (Piemonte)
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