25 aprile 2012

Italia sotto accusa Ue per l'efficienza energetica degli edifici


L'Italia sta per finire di fronte alla Corte di Giustizia Ue per il mancato recepimento della direttiva Ue sull'efficienza degli edifici. Andrea Zanoni (Eurodeputato IdV): “La sostenibilità continua a non essere una priorità di questo Governo

L'efficienza energetica non è un optional. Invito il governo italiano a mettersi quanto prima in regola con la direttiva sull'efficienza energetica degli edifici per bloccare sul nascere l'ennesima procedura d'infrazione ai danni dell'Italia”. E' il commento di Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare, alla notizia dell'imminente deferimento dell'Italia alla Corte di Giustizia Ue per il mancato adeguamento della legislazione nazionale alle nome comunitarie in materia di consumi energetici degli edifici. “Ancora una volta la sostenibilità energetica nel nostro Paese resta al palo”.

Si tratta della Direttiva 2002/91/CE con la quale l'Ue cerca di migliorare l'efficienza energetica dei propri edifici e di aumentarne la sicurezza tramite ispezioni regolari di caldaie e impianti di condizionamento. “L'obiettivo finale è di obbligare tutti i Paesi membri a costruire edifici a sprechi vicino allo zero entro il 2021”, spiega l'Eurodeputato. Purtroppo, anche questa volta, come già successo per le etichette energetiche degli elettrodomestici e decine di altre norme ambientali, l'Italia resta indietro sul percorso green dell'Europa e finisce imputata di fronte alla Corte di Giustizia – attacca Zanoni – Al rischio di multe salate da parte di Bruxelles, si aggiunge l'occasione persa di risparmiare energia a vantaggio non solo dell'ambiente ma anche del portafogli dei cittadini”.

Zanoni ricorda infatti che l'efficienza energetica degli edifici è considerata dall'Ue come uno strumento fondamentale per centrare gli obiettivi Ue di riduzione di almeno il 20% (possibilmente del 25%) di emissioni ad effetto serra entro il 2020. “Proprio gli edifici consumano il 40% dell'energia europea e sono all'origine del 36% delle emissioni di anidride carbonica (Co2) di tutto il continente”.

Proprio a causa della non completa trasposizione della direttiva, l'Italia è stata messa sotto procedura di infrazione nel novembre 2010. Un nuovo avvertimento da parte della Commissione è giunto nel settembre del 2011. Allora la Commissione europea inviò alle autorità italiane un parere motivato, secondo passaggio nella procedura di infrazione europea, lamentando lacune nella legislazione italiana in merito alla certificazione dei consumi energetici degli edifici e riguardo ai controlli periodici sugli impianti di climatizzazione. “Insomma l'Italia ha avuto tutto il tempo di prendere le dovute misure ma evidentemente la sostenibilità non è una priorità”, conclude l'Eurodeputato.

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