L'Italia sta per finire di
fronte alla Corte di Giustizia Ue per il mancato recepimento della direttiva Ue
sull'efficienza degli edifici. Andrea Zanoni (Eurodeputato IdV): “La sostenibilità
continua a non essere una priorità di questo Governo”
“L'efficienza energetica non è
un optional. Invito il governo italiano a mettersi quanto prima in regola con
la direttiva sull'efficienza energetica degli edifici per bloccare sul nascere
l'ennesima procedura d'infrazione ai danni dell'Italia”. E' il commento di
Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente,
sanità pubblica e sicurezza alimentare, alla notizia dell'imminente deferimento
dell'Italia alla Corte di Giustizia Ue per il mancato adeguamento della
legislazione nazionale alle nome comunitarie in materia di consumi energetici
degli edifici. “Ancora una volta la sostenibilità energetica nel nostro
Paese resta al palo”.
Si tratta
della Direttiva 2002/91/CE con la quale l'Ue cerca di migliorare l'efficienza
energetica dei propri edifici e di aumentarne la sicurezza tramite ispezioni
regolari di caldaie e impianti di condizionamento. “L'obiettivo finale è di
obbligare tutti i Paesi membri a costruire edifici a sprechi vicino allo zero
entro il 2021”, spiega l'Eurodeputato. “Purtroppo, anche questa
volta, come già successo per le etichette energetiche degli elettrodomestici e
decine di altre norme ambientali, l'Italia resta indietro sul percorso green
dell'Europa e finisce imputata di fronte alla Corte di Giustizia – attacca
Zanoni – Al rischio di multe salate da parte di Bruxelles, si aggiunge
l'occasione persa di risparmiare energia a vantaggio non solo dell'ambiente ma
anche del portafogli dei cittadini”.
Zanoni
ricorda infatti che l'efficienza energetica degli edifici è considerata dall'Ue
come uno strumento fondamentale per centrare gli obiettivi Ue di riduzione di
almeno il 20% (possibilmente del 25%) di emissioni ad effetto serra entro il
2020. “Proprio gli edifici consumano il 40% dell'energia europea e sono
all'origine del 36% delle emissioni di anidride carbonica (Co2) di tutto il
continente”.
Proprio a
causa della non completa trasposizione della direttiva, l'Italia è stata messa
sotto procedura di infrazione nel novembre 2010. Un nuovo avvertimento da parte
della Commissione è giunto nel settembre del 2011. Allora la Commissione
europea inviò alle autorità italiane un parere motivato, secondo passaggio
nella procedura di infrazione europea, lamentando lacune nella legislazione
italiana in merito alla certificazione dei consumi energetici degli edifici e
riguardo ai controlli periodici sugli impianti di climatizzazione. “Insomma
l'Italia ha avuto tutto il tempo di prendere le dovute misure ma evidentemente
la sostenibilità non è una priorità”, conclude l'Eurodeputato.
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