di Massimo Marino
Il 5 febbraio si svolgerà il ballottaggio per l’elezione del Presidente della Repubblica di Finlandia dopo che nel primo turno del 22 gennaio è emerso che a fronteggiare Sauli Nimisto, della destra liberale moderata (KOK), non sarà ne il candidato di centro Paaro Vayvynen , ne il socialdemocratico Paavo Lipponen, ma il verde Pekka Haavisto.
Se Nimisto ha raggiunto il 37%, al di sotto delle aspettative, Haavisto ha inaspettatamente superato, con quasi il 19% Vayvynen, fermo al 17,5%, mentre Lipponen si è fermato al 6,7%. Per quanto non sia facile, l’eventuale elezione di un verde alla Presidenza, sarebbe il primo caso in Europa di un Presidente apertamente omosessuale regolarmente unito civilmente al suo compagno. Ma la presenza di un candidato gay alla presidenza è passata pressocchè inosservata nel corso della campagna elettorale senza che se ne facesse argomento di scontro. La stessa Presidente uscente, la socialdemocratica Tarja Halonen, si era più volte schierata in difesa dei diritti LGBT, sostenendo apertamente anche i matrimoni omosessuali, resi legali nel paese dal 2002.
Le vere novità del voto sono altre: la prima di tutte il forte ridimensionamento delle forze antieuropeiste, nazionaliste e xenofobe che solo un hanno fa, nelle elezioni politiche, avevano avuto un notevole successo con il forte risultato degli euroscettici populisti, più noti come Veri Finlandesi, il cui candidato Timo Soini si è fermato al 9,5 %, meno della metà del risultato ottenuto un anno fa. Negli ultimi anni l’equilibrio fra i partiti di centro e di sinistra moderata e lo scontro con le emergenti coalizioni di estrema destra ed euroscettiche ha portato all’alleanza di quattro partiti , verdi compresi, al governo del paese.
La seconda novità è la conferma della crisi dei socialdemocratici che hanno più che dimezzato i voti, mentre i verdi li hanno raddoppiati ed un discreto successo, specie fra i giovani, l’ha avuto anche l’Alleanza di Sinistra che ha raggiunto con Paavo Arhimäki il 5,5%.
I giornali estoni, norvegesi, inglesi, parlano del voto soprattutto come di un referendum a favore dell'Unione Europea, scrivendo che la crisi economica e la tradizione di solidarietà e pragmatismo dei paesi nordici stanno già ridimensionando le tentazioni euroscettiche e xenofobe di partiti che comunque non sono mai stati ammessi al governo.
Il verde Pekka Haavisto, che è stato già ministro nel governo di grande coalizione ed è da tempo uno dei leader della Lega verde, è una figura nota in Europa. Il candidato dei verdi ha una lunga carriera politica alle sue spalle; oltre che il ruolo di ministro ha avuto un percorso di alto profilo all’interno dell’Onu.
Haavisto è stato un membro del parlamento dal 1987 fino al 1995. È stato segretario della Lega Verde dal 1993 al 1995 e ministro dell'ambiente durante il Governo Lipponen tra il 1995 e il 1999. È stato il primo ministro europeo a rappresentare un partito verde. Tra il 1999 e il 2005 Haavisto ha lavorato per le Nazioni Unite. Ha condotto il gruppo di ricerca per il programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) in Kosovo, Afghanistan, Iraq, Liberia, Palestina e Sudan. Ha inoltre coordinato le investigazioni dell'ONU circa gli effetti dell'uranio impoverito in Kosovo, Montenegro, Serbia e Bosnia e Erzegovina. Nel 2005 è stato inserito come speciale rappresentante dell'Unione Europea in Sudan dove ha partecipato alle trattative di pace nel Darfur. Nel 2007 e nel 2011 Haavisto è stato rieletto nel parlamento dal distretto elettorale di Helsinki dove i Verdi avevano ottenuto nel 2000 fino al 23%.
Sul problema del nucleare c’è un dibattito aperto nel paese e fra gli ecologisti, che per dissidi sul tema per un certo periodo hanno abbandonato il governo. Nel paese sono presenti due impianti con quattro reattori e sono abbastanza note le vicissitudini dell’impianto in costruzione a Olkilmoto, i cui costi e tempi di realizzazione continuano a essere spostati in avanti fino al punto che una delle due società coinvolte, la Siemens , ha abbandonato il progetto rimasto tutto in mano alla EDF francese.
I risultati del primo turno, in buona parte inaspettati , dicono che la crisi delle destre ed un sostegno compatto ad Haavisto rendono ancora aperto il risultato al ballottaggio nel secondo turno, malgrado il distacco fra i due candidati. Sarebbe un buon segno per l’Europa, in attesa delle elezioni in Germania del 2013 dove una coalizione rosso-verde resta al momento vincente nei sondaggi e riporterebbe i Grünen al governo dopo dieci anni, mandando a casa Angela Merkel che ha annunciato che si ricandiderà per la terza volta.
( nella foto il Parlamento Finlandese di 200 membri eletto nel 2011)
Il 5 febbraio si svolgerà il ballottaggio per l’elezione del Presidente della Repubblica di Finlandia dopo che nel primo turno del 22 gennaio è emerso che a fronteggiare Sauli Nimisto, della destra liberale moderata (KOK), non sarà ne il candidato di centro Paaro Vayvynen , ne il socialdemocratico Paavo Lipponen, ma il verde Pekka Haavisto.
Se Nimisto ha raggiunto il 37%, al di sotto delle aspettative, Haavisto ha inaspettatamente superato, con quasi il 19% Vayvynen, fermo al 17,5%, mentre Lipponen si è fermato al 6,7%. Per quanto non sia facile, l’eventuale elezione di un verde alla Presidenza, sarebbe il primo caso in Europa di un Presidente apertamente omosessuale regolarmente unito civilmente al suo compagno. Ma la presenza di un candidato gay alla presidenza è passata pressocchè inosservata nel corso della campagna elettorale senza che se ne facesse argomento di scontro. La stessa Presidente uscente, la socialdemocratica Tarja Halonen, si era più volte schierata in difesa dei diritti LGBT, sostenendo apertamente anche i matrimoni omosessuali, resi legali nel paese dal 2002.
Le vere novità del voto sono altre: la prima di tutte il forte ridimensionamento delle forze antieuropeiste, nazionaliste e xenofobe che solo un hanno fa, nelle elezioni politiche, avevano avuto un notevole successo con il forte risultato degli euroscettici populisti, più noti come Veri Finlandesi, il cui candidato Timo Soini si è fermato al 9,5 %, meno della metà del risultato ottenuto un anno fa. Negli ultimi anni l’equilibrio fra i partiti di centro e di sinistra moderata e lo scontro con le emergenti coalizioni di estrema destra ed euroscettiche ha portato all’alleanza di quattro partiti , verdi compresi, al governo del paese.
La seconda novità è la conferma della crisi dei socialdemocratici che hanno più che dimezzato i voti, mentre i verdi li hanno raddoppiati ed un discreto successo, specie fra i giovani, l’ha avuto anche l’Alleanza di Sinistra che ha raggiunto con Paavo Arhimäki il 5,5%.
I giornali estoni, norvegesi, inglesi, parlano del voto soprattutto come di un referendum a favore dell'Unione Europea, scrivendo che la crisi economica e la tradizione di solidarietà e pragmatismo dei paesi nordici stanno già ridimensionando le tentazioni euroscettiche e xenofobe di partiti che comunque non sono mai stati ammessi al governo.
Il verde Pekka Haavisto, che è stato già ministro nel governo di grande coalizione ed è da tempo uno dei leader della Lega verde, è una figura nota in Europa. Il candidato dei verdi ha una lunga carriera politica alle sue spalle; oltre che il ruolo di ministro ha avuto un percorso di alto profilo all’interno dell’Onu.
Haavisto è stato un membro del parlamento dal 1987 fino al 1995. È stato segretario della Lega Verde dal 1993 al 1995 e ministro dell'ambiente durante il Governo Lipponen tra il 1995 e il 1999. È stato il primo ministro europeo a rappresentare un partito verde. Tra il 1999 e il 2005 Haavisto ha lavorato per le Nazioni Unite. Ha condotto il gruppo di ricerca per il programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) in Kosovo, Afghanistan, Iraq, Liberia, Palestina e Sudan. Ha inoltre coordinato le investigazioni dell'ONU circa gli effetti dell'uranio impoverito in Kosovo, Montenegro, Serbia e Bosnia e Erzegovina. Nel 2005 è stato inserito come speciale rappresentante dell'Unione Europea in Sudan dove ha partecipato alle trattative di pace nel Darfur. Nel 2007 e nel 2011 Haavisto è stato rieletto nel parlamento dal distretto elettorale di Helsinki dove i Verdi avevano ottenuto nel 2000 fino al 23%.
Sul problema del nucleare c’è un dibattito aperto nel paese e fra gli ecologisti, che per dissidi sul tema per un certo periodo hanno abbandonato il governo. Nel paese sono presenti due impianti con quattro reattori e sono abbastanza note le vicissitudini dell’impianto in costruzione a Olkilmoto, i cui costi e tempi di realizzazione continuano a essere spostati in avanti fino al punto che una delle due società coinvolte, la Siemens , ha abbandonato il progetto rimasto tutto in mano alla EDF francese.
I risultati del primo turno, in buona parte inaspettati , dicono che la crisi delle destre ed un sostegno compatto ad Haavisto rendono ancora aperto il risultato al ballottaggio nel secondo turno, malgrado il distacco fra i due candidati. Sarebbe un buon segno per l’Europa, in attesa delle elezioni in Germania del 2013 dove una coalizione rosso-verde resta al momento vincente nei sondaggi e riporterebbe i Grünen al governo dopo dieci anni, mandando a casa Angela Merkel che ha annunciato che si ricandiderà per la terza volta.
( nella foto il Parlamento Finlandese di 200 membri eletto nel 2011)
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