di Simone Muscas *
Sarà che da noi si è sempre poco attenti alle tematiche ambientali o sarà che sino a quando non arrivano le sanzioni serie noi italiani cerchiamo sempre di farla franca o ancora perché su quest’argomento c’è ancora tanta confusione a livello legislativo con regolamenti differenti da Regione a Regione, fatto sta che per il momento l’introduzione dell’obbligatorietà della certificazione energetica per la compravendita delle case sembra ancora una questione per pochi.
Infatti, secondo un’indagine del sito Immobiliare.it, condotta su un campione di oltre 700mila annunci di compravendita (quindi non certo pochi), emerge come attualmente soltanto il 12,7% degli immobili in vendita abbia un certificato di efficienza energetica valido. Dal primo Gennaio 2012 infatti, per chi non lo sapesse, chi vuol vendere una casa o un qualsiasi altro fabbricato deve riportare l’indice di prestazione energetica nelle “offerte di trasferimento a titolo oneroso di edifici o di singole unità immobiliari”, come stabilito dalla normativa sulla certificazione energetica.
Insomma tanto ancora da lavorare per rendere realmente efficace un’iniziativa che si propone di introdurre l’aspetto energetico, questo sconosciuto, fra i parametri da monitorare nel momento in cui si decide di acquistare un’abitazione. Da parte del Governo ovviamente servirà tanta attenzione sia perché tale legge venga rispettata sia perché non vi siano speculazioni nei prezzi per le analisi energetiche, evitando quindi che questa norma possa mettere ulteriormente in crisi un mercato, quello immobiliare appunto, che non sta sicuramente vivendo i suoi migliori giorni.
Per far questo sarà importante innanzitutto fare in modo che a livello regionale vi sia maggiore chiarezza nelle norme di certificazione energetica, ma anche maggiore controllo per quei territori in forte ritardo di recepimento delle norme nazionali.
La cosa però non sarà presumibilmente semplice: se da un lato abbiamo infatti Province abbastanza virtuose in questo senso (per esempio Bolzano ha fatto registrare un valore pari a 25,6%) e sulle quali presumibilmente non vi saranno grosse difficoltà d’intervento, d’altro canto bisogna fare i conti con realtà che sembrano essere completamente avulse da quest’argomento: è il caso di Palermo per esempio che, con appena l’1% di edifici certificati nel proprio territorio, rappresenta la maglia nera fra le Province italiane. Su realtà come questa urgono ovviamente interventi efficaci che contemplino sanzioni di un certo tipo, onde evitare che la norma per la certificazione energetica diventi un orpello per i soliti pochi fanatici.
* da www.eco.it ... 21 febbraio 2012
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