"MALI CULTURALI" di Stefania Rimini - Da noi c'è il Colosseo, la Villa Reale di Monza, Pompei e poi la Valle dei Templi e tanto, tanto altro. L'Italia è nota per la ricchezza dei suoi beni culturali eppure nel resto d'Europa con un patrimonio di gran lunga inferiore al nostro riescono a dar lavoro a 3 milioni e 600 mila persone, il 2,6% del Pil, mentre in Italia ci fermiamo all'1,1%. Com'è possibile che da noi il bene culturale diventa un male? Intanto perché non abbiamo ancora ben capito cosa farne. Dici "beni culturali" e il ragioniere dello Stato pensa a venderli, mentre il professore pensa a conservarli. Potremmo anche decidere di buttare via tutto, ma oggi ci siamo accorti che l'eredità del passato ha un suo valore, ma non sappiamo se serve al turismo culturale, all'identità nazionale o a vendere più panini con salame. Invece all'estero, con l'operazione Mission Val de Loire i francesi stanno curando alla perfezione il loro paesaggio culturale: ci hanno messo un marchio e ora sono passati all'incasso. Gli Americani pure sono bravissimi a gestire la singola organizzazione e lo vedremo al Paul Getty Museum di Los Angeles. In Italia invece facciamo funzionare bene i maccheroni venduti in pieno centro storico. Tutto il resto, che sia la valorizzazione delle Ville Venete o il coinvolgimento dei privati nel museo Madre di Napoli, è ancora lontano dal fare.
"ENTE D' AZZARDO" di Antonino Monteleone - L'Enpam è la cassa di previdenza dell'ordine dei medici e degli odontoiatri, conta 400 mila iscritti e ha 11 miliardi di patrimonio. E' considerata la più ricca tra gli enti di previdenza privata. Ma negli ultimi tempi qualcosa ha cominciato a scricchiolare, poche settimane fa la Guardia di Finanza, su mandato della Procura di Roma, ha perquisito la sede dell'Enpam, l'ipotesi di reato e truffa ai danni dell'Ente. Tutto nasce dalla denuncia dei presidenti dell' Ordine dei Medici di Bologna, Catania, Ferrara, Latina e Potenza che dopo che una società esterna di revisione ha scoperto perdite tra i 400 e gli 800 milioni di euro, si sono preoccupati delle sorti dell'Ente.
C'E' CHI DICE NO: "PAOLO ZAMBONI" di Bernardo Novene - Nel 2007 il professor Paolo Zamboni, chirurgo vascolare di Ferrara, scopre che i malati di sclerosi multipla sono affetti da una malformazione alle vene giugulari e azygos, con un piccolo intervento endovascolare i pazienti perdono la stanchezza dovuta alla malattia e riacquistano il movimento degli arti. Ma i neurologi sono scettici, e così la sperimentazione, nonostante la disponibilità della regione Emilia Romagna, è ferma. Servono 2 milioni e mezzo di euro. Ma i malati hanno fretta e contro il parere del proprio neurologo si sottopongono a interventi a pagamento nelle cliniche private.
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