17 ottobre 2011

Il Molise al voto, intanto va a pezzi

In corso le votazioni , previsto un forte calo dei votanti che dovrebbero fermarsi sotto il 60%

Il Molise ha meno di 330 mila elettori, come due quartieri di Milano. La regione, nata circa 40 anni fa da una parte del territorio abruzzese, elegge 30 consiglieri, 17 nel collegio provinciale di Campobasso e 7 in quello di Isernia; gli altri 6, dati in premio alla coalizione vincente, sono predefiniti in una lista bloccata chiamata listino. In aggiunta nessuna lista ha degli eletti se non supera il 3% a meno che il suo candidato presidente non superi il 5%. Una versione fra le più fantasiose del sistema maggioritario all’italiana, camuffato in parte da proporzionale. In pratica circa il 25% dei votanti, che difficilmente raggiungeranno comunque il 60% degli aventi diritto, esprimono un voto che per certi versi vale zero e non eleggerà nessuno. Secondo gli exit poll in corso la partecipazione è in calo almeno del 5% rispetto al 63% che nel 2006 avevano scelto una lista (205 mila su 327 mila elettori circa)

La più piccola regione italiana, dopo la Val d’Aosta, è governata dal 2001 da Michele Iorio, ex comunista approdato in Forza Italia. Il candidato del centro-sinistra ulivista è Paolo Frattura fino a meno di un anno fà nell’area del PDL, già assessore nella prima giunta Iorio, candidato per Forza Italia nel 2006 e dal 2003 presidente della Camera di Commercio. Ha prevalso con poco più di 7000 consensi nelle primarie del centro-sinistra battendo gli altri 4 candidati ( 2 di area PD ), uno dei quali a ridosso delle primarie è passato nell’area SeL o perlomeno è stato indicato all’ultimo momento da SeL come il proprio candidato.

Iorio è al terzo eventuale mandato ( di regola non consentito dalla legge ma la regola è già stata ignorata da Errani (PD ) in Emilia Romagna e da Formigoni (PDL) in Lombardia. Insomma uno scontro in famiglia in una regione dove vari commentatori affermano che i partiti, in senso tradizionale, non esistono più ma tutto si gioca fra gruppi di potere e di interesse che cercano di spartirsi quanto resta di una regione che va a pezzi, dichiarata recentemente dagli istituti finanziari la regione italiana più disastrata, praticamente in fallimento. Mentre la regia delle scelte istituzionali resta in mano alla vecchia nomenclatura eletta negli anni passati ai vari livelli istituzionali ( la Regione, le due Provincie e i 136 Comuni ). C’è anche chi dà per certo che Frattura, in caso di vittoria, per non scontentare nessuno passerebbe subito al partito di Casini. Anche le candidature alle primarie del centro-sinistra sono state ripetutamente presentate o ritirate in un continuo baratto fra la garanzia di stare nel listino ( il premio di maggioranza con il quale si è nominati senza essere eletti da nessuno ) e la minaccia di allungare la lista dei candidati alle primarie.

Liste, partiti e candidati, con qualche aggiornamento del nome, sono più o meno gli stessi del 2006, dove Iorio ha vinto per la seconda volta superando il 54% ( 58% nel 2001 ) salvo l’assenza dei Verdi e con Rifondazione entrata nella coalizione all’ultimo momento, dopo che per mesi la sinistra della regione aveva denunciato come inaccettabile la presenza di Frattura nel centro-sinistra annunciando una presentazione autonoma che alla fine non c’è stata. L’area di centro, l’UDC di Casini e altri minori, aderisce come in passato alla coalizione di centro-destra. Unica novità la presenza del Movimento5 Stelle che candida a presidente Antonio Federico, ingegnere trentenne con una lista di trentenni e con Beppe Grillo che tre giorni prima del voto ha riempito in modo impressionante la piazza del comizio finale a Campobasso.

Il Molise è appunto una delle regioni più disastrate d’Italia con un buco di 700 milioni di euro nei conti pubblici della sanità, la cancellazione di quasi un terzo delle corse dei bus che collegavano i piccoli centri della regione, con tagli drastici alla assistenza domiciliare agli anziani ed alla manutenzione delle strade. Ma Iorio sostiene la necessità di un aereoporto nella regione collocato esattamente a metà fra Cantalupo (provincia di Isernia) e San Massimo (provincia di Campobasso), per nulla turbato dal fatto che i piccoli aeroporti italiani sono tutti in difficoltà: un crollo del 90% per Crotone, del 50% a Forlì, del 38% a Bolzano per citarne alcuni. Pochi giorni prima del voto, cioè nel periodo dove la legge prevede solo l’ordinaria amministrazione pre-voto, la giunta regionale ha approvato all’unanimità la delibera, che molti ritengono illegittima, che autorizza la costruzione dell’aeroporto; senza una stima dei costi ne un euro di impegno (perché tanto soldi non ce ne sono). Ma il progetto era caldeggiato e proposto da un gruppo di imprenditori locali che sono stati accontentati.

I Molisani devono aver subito di recente un invasione saracena che ha evidentemente rapito la gran parte delle donne della regione: con 370 candidati in totale la gran parte delle 17 liste nei diversi schieramenti hanno pochissime donne, in molti casi nessuna.

Difficile provare a confrontare i programmi che non sembrano essere questione rilevante. L’unica lista che ci prova è quella del Movimento 5 Stelle con un circostanziato elenco di proposte fortemente caratterizzate in senso ecologista, con una netta connotazione contro le logiche clientelari e privilegiando fortemente l’uso della rete web. Il Movimento di Grillo ha formalmente annunciato che rifiuterà i contributi elettorali e, come sempre, ha escluso fin dall’inizio qualunque ipotesi di alleanze. Una collocazione tipica del movimento che però, non essendo stato in grado di presentare la lista nel secondo collegio (quello di Isernia), un segnale che conferma la difficoltà del M5Stelle nel centro-sud del paese nel caso di elezioni politiche, molto difficilmente potrà ottenere un risultato.

L'afflusso ai seggi si chiude oggi alle 15 e già 2-3 ore dopo si dovrebbero conoscere gli esiti del voto.

(mm)

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