"Da informazioni che ci arrivano dal movimento ecologista francese confermiamo che Edf e Enel hanno scelto, per realizzare le centrali nucleari volute dal governo Berlusconi, i siti che avevamo già reso noti e che sono: Montalto di Castro (Viterbo), Borgo Sabotino (Latina), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Oristano, Palma di Montechiaro (Agrigento), Monfalcone (Gorizia) e Chioggia (Venezia). Mentre l'ex centrale del Garigliano (tra Latina e Caserta) ospiterà il deposito nazionale per le scorie radioattive, come si evince bando di gara della Sogin del 2009 (2009/s 47-068707)". Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Sfidiamo il governo a smentirci rendendo nota la lista dei siti prima che si svolgano le elezioni regionali. Se così non dovesse essere non solo sarebbe evidente che diciamo la verità ma che l'esecutivo, per paura di un boomerang elettorale, continua a prendere in giro i cittadini".
"Quello che Enel sta affermando in questi giorni conferma che il nucleare avrà bisogno di ingenti risorse pubbliche - continua il leader Sole che ride -. Infatti, non solo il nucleare non abbasserà i costi dell'energia ma la bolletta che arriverà nelle nostre case subirà forti aumenti. Già oggi il costo per la dismissione delle vecchie centrali, chiuse con il referendum dell'87, costa ogni anno in bolletta 400 milioni di euro...la nostra mobilitazione contro una scelta energetica che fa male all'Italia continuerà con forza: abbiamo già raggiunto oltre 30 mila firme di pre-adesione per il referendum contro il 'revival' nucleare".
LEGAMBIENTE (Cogliat Dezza): ATTENTI ALLA DEMAGOGIA IMPRENDITORIALE
"A parita' di investimenti, l'efficienza energetica e le rinnovabili sono capaci di creare 15 posti di lavoro per ognuno nel nucleare. In meno di 10 anni, il settore delle rinnovabili in Germania ha creato oltre 280 mila posti di lavoro tra diretto e indotto. In Italia, al 2020 con la diffusione delle rinnovabili si potrebbero creare dai 150 ai 200mila nuovi posti di lavoro.
Questa sarebbe una reale occasione per lo sviluppo industriale e occupazionale del Belpaese". Cosi' il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ha commentato le dichiarazioni di Enel e Confindustria sulla necessita' di reintrodurre il nucleare in Italia, rilasciate durante il
workshop in corso questa mattina a Roma. Il nucleare serve per differenziare le fonti energetiche?" - ha continuato Cogliati Dezza - "Bisogna essere precisi, per non correre il rischio di fare ordinaria demagogia. E aggiungere che, come dimostrato da uno studio del Cesi Ricerca del 2008, con la
costruzione di 4 reattori Epr di terza generazione evoluta da 1.600 MW l'uno, risparmieremmo, dal
spiega Legambiente, "sono previsti soprattutto in Cina, Russia, India e Corea del Nord, dove il mercato elettrico e' tutt'altro che libero. Barack Obama ha tagliato i fondi federali per il sito di Yucca Mountain e non ha stanziato neanche un centesimo di dollaro per il nucleare di oggi mentre
finanziera' la ricerca sulla quarta generazione, mentre Angela Merkel nel programma del nuovo governo di centro destra non prevede la costruzione di nuove centrali nucleari in Germania, ma solo l'allungamento della vita di quelle esistenti... Smettiamola con le dichiarazioni ideologiche e con le previsioni fantastiche e cominciamo a promuovere sul serio una rivoluzione energetica sensata e pulita che ci permetta finalmente di raggiungere gli obiettivi europei al 2020..
GREENPEACE: ENEL BLEFFA SU NUCLEARE
Protesta, questa mattina a Roma, degli attivisti di Greenpeace contro la politica in favore del nucleare da parte dell'Enel che, secondo l'associazione, su questo tema 'bleffa' le imprese. Gli attivisti, rende noto l'associazione, sono infatti saliti sul 'Colosseo Quadrato' all'Eur di Roma per dire 'STOP alla follia nucleare' mentre di fronte a loro, nel palazzo di Confindustria, Enel 'imboniva le imprese italiane -afferma Greenpeace - presentando cifre discutibili sull'entita' delle commesse per i lavori che riporterebbero l'Italia al suo passato nucleare'.
Gli attivisti di Greenpeace hanno srotolato sulla facciata del Palazzo della Civilta' Italiana uno striscione di
'Enel presenta il nucleare come un affare che per i due terzi e' riservato alle imprese italiane - spiega Andrea Lepore, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace - ma, a parte le norme sugli appalti di queste dimensioni che prevedono delle gare internazionali, gli impianti EPR proposti da Enel sono un affare solo per il costruttore francese a corto di ordinazioni e non certo per l'economia italiana. .. La quota riservata alle imprese italiane, secondo Enel, sarebbe pari a 12 miliardi di euro, corrispondente alla parte non nucleare degli impianti'. Invece, secondo i dati pubblicati dall'azienda elettrica francese EDF, alleata di Enel nel riportare il nucleare in Italia, rileva Greenpeace, 'la quota degli investimenti per le parti non nucleari degli impianti EPR e' pari al massimo al 40% del totale. La parte prevalente delle commesse andrebbe quindi alle imprese francesi e non a quelle italiane'. Secondo Greenpeace, dunque, 'la propaganda di Enel sul nucleare continua, ma l'esperienza degli unici due EPR in costruzione in Finlandia e in Francia ha gia' ampiamente dimostrato che per questo tipo di impianti, ritardi, problemi nella sicurezza e costi fuori controllo non sono un rischio ma una regola'.
e' una vera follia,
RispondiEliminanon capisco come si possa essere cosi' stolti,altre nazioniinvestono sulle energie rinnovabili che non danno il grosso problema delle scorie e noi puntiamo ancora sul nucleare,spero si possa in qualche modo impedire tutto cio'
ma perchè tanti anni fa ho firmato un referendum per evitare che venissero costruite le centrali e oggi mi ritrovo nuovamente a far fronte a questo problema??? quanto valgono le opinioni dei cittadini??? come mai a borgo sabotino c'è la più alta mortalità di leucemia??? qualcuno sa rispondere????
RispondiEliminala soluzione sta SOLO nel sapere....
RispondiEliminache il piezonucleare e la BLACKLIGHTPOWER possono dare altrettanto con centrali di 50x50x70 centimetri!!
senza scorie e senza rdiazioni
Sono arcistufo della prepotenza con cui i politici di turno, annientano la leggitimità degli uomini. La cosa che mi irrita e il loro finto stupore quando vedono i tanti disperati, costretti a usare violenza dettata dalla rabbia che gli stessi alimentano. Io chiedo solo risposte nel modo in cui mi è stato insegnato,ovvero civilmente e con educazione, ma forse dovrei diseducarmi. Alessio
RispondiEliminaAlessio
1) è vero che stati come la francia hanno delle bollette energetiche con prezzi convenienti, ma è anche vero che le loro centrali sono pre anni 70 ed alcune anche più vecchie, quindi loro i costi di costruzione impianto, progettazione e demolizione (che va messa in conto da subito) li hanno già sopperiti! greenpeace ha fatto la stima che in caso di ingresso al nucleare le nostre bollette quadruplicheranno!!!
RispondiElimina2)non è vero che ci saranno nuovi posti di lavoro(e mi fa sorridere che molti ne siano convinti!)almeno non per noi italiani che siamo fuori da "questo mondo" dall'87!! senza contare che anche la costruzione è affidata alla francese Areva
3) meglio averle negli stati vicini che direttamente in italia (anche se sarebbe meglio non ci fossero proprio!!!)! perchè in caso di incidente i danni sicuramente sarebbero meno, ma soprattutto perchèqualsiasi centrale perfettamente funzionante ha comunque una percentuale di EMISSIONI ORDINARIE che sono comunque molto dannose e hanno aumentato la percentuale di tumori soprattutto al sistema linfatico e malattie alla tiroide nelle zone vicine (è stato condotto uno studio a riguardo sia in svizzera che in germania) e il bello è che coloro che dovrebbero garantire la loro non nocività son i proprietari della centrale stessa!!
4) per il 2020 è previsto un grosso rialzo del prezzo dell'uranio che in natura è sempre più scarso e costerà più di quanto si guadagnerà dall'energia che produrrà ( e l'Italia non è nè produttrice di uranio nè tantomeno ha la tecnologia per arricchirlo)
5) abbiamo scorie nucleari delle centrali pre 87 anche in palazzi di centri storici (vedi putata di report) figurati se ci dobbiamo imbarcare con delle altre!!!e poi sfatiamo il mito delle miniere di sale come sicuri luoghi di stoccaggio dato che in germania in una di queste è arrivata l'acqua che sta compromettendo i fusti di scorie che a loro volta stanno contaminando tutta l'area.
6) nella amata Francia i cittadini dei paesi prossimi alle centrali vengono avvertiti anche 12 ore dopo un incidente.
7) il nucleare NON è la risposta al problema energetico degli impianti industriali, ma lo sono le energie rinnovabili a cui però entro il 2011 vogliono tagliare di netto i finanziamenti
PREPARIAMOCI A COMBATTERE,QUESTO NON POSSIAMO PERMETTERLO...SICURO CHE IN SARDEGNA NON CI RIUSCIRANNO A PRENDERCI ANCORA PER IL CULO!!!A COSTO DI INIZIARE UNA GUERRA...CON LO STATO... MA IL NUCLEARE nonononononoonoNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
RispondiEliminaC'è ignoranza, c'è un becero pressapochismo dietro tutto ciò che riguarda il mercato energetico italiano... e per il nucleare in particolare l'unica professionalità che mi pare di riscontrare è quella legata ai soldi, come era facile immaginare! condivido la nota di greenpeace riguardo la ricaduta lavorativa di cui avevo già visto report giornalistici, e mi viene da domandarmi: quale interesse c'è dietro? o meglio, di quanti fondi "liberi" possono disporre queste multinazionali energetiche per condizionare le politiche nazionali? chi ha orecchie per intendere...
RispondiEliminaaldilà dei discorsi di puro interesse personale o oligarchico, che molti possono, ed è un loro diritto, definire complottistici o dietrologici, mi preme una considerazione secondo me abbastanza semplice partendo da un presupposto: fui uno dei primi e pochi a pensare, nell'87, ad un errore che stavamo commettendo sulla scia di Chernobyl; in fondo eravamo, e tuttora siamo, circondati da paesi nuclearizzati, perciò il danno indiretto era pur sempre danno, mentre ci stavamo precludendo un mercato altamente competitivo di fornitura e produzione energetica in un momento storico in cui il nostro paese stava allevando cervelli di primo piano proprio in quell'ambito. avremmo potuto esportare know how, tecnologia e sicurezza in un ambito assolutamente prioritario e moderno, ma non l'abbiamo fatto.
Ha senso ora, dopo un referendum di VOLONTà POPOLARE, dopo la fuga di cervelli che c'è stata anche in seguito a quella rinuncia, quando tutto il resto del mondo (tranne le eccezioni come Iran, Cina o Corea che ben conosciamo, e che, devo dire, non brillano certo per tendenze liberali o politiche particolarmente illuminate a favore della cittadinanza...), tutto il resto del mondo dicevo, va in controtendenza? Qual'è l'utilità di imbarcarsi in una tecnologia ormai superata, in un'idea di energia e di ambiente ormai sorpassata, di imbarcarsi in ammortamenti d'impianto trentennali che inevitabilmente si riverseranno sulle bollette quando si dovrebbe guardare al futuro, formare nuove generazioni all'energia rinnovabile, al suo sfruttamento massivo nel rispetto dell'ambiente (in cui viviamo noi e ci dovranno vivere i nostri figli, non scordiamocelo mai!) alle potenzialità di un paese che, ricco di risorse ambientali come il nostro, si ritrova invece povero di quelle energetiche classiche anche quelle di base per la produzione nucleare!
Il mio vuole essere un discorso che prescinde un pò dalla demonizzazione tout court del nucleare come energia dannosa, per soffermarsi più sui suoi limiti sociali, economici e strutturali.
non si può affidare il futuro di un paese a vecchie, stantie risorse il cui sopravvivere è dettato dalla costituzione di interessi economici sostentati dai potentati formatisi negli ultimi cinquant'anni (parlo soprattutto della lobby delle multinazionali energetiche). Il lavoro, la specializzazione, la cura nel particolare che noi italiani sappiamo mettere nelle cose (perchè quando lo vogliamo nessuno ci insegna niente), questo è il bonus da mettere sul piatto del futuro di questo paese, allora si posti di lavoro, si prestigio internazionale, si esportazione, anche di democrazia, perchè le idee sono l'esercito migliore per combattere l'ignoranza, ma se sono anche redditizie sono la corda a cui l'impiccato non può, suo malgrado, resistere.
Sono tempi di crisi, lo so bene, disoccupato e mai arriverò alla pensione, ma so anche che in tempo di crisi il coraggio è la risorsa più preziosa, e allora damocelo questo coraggio! E impariamo anche a soffrire per i risultati, combattiamola noi questa battaglia per il paese, perchè i nostri governanti purtroppo sono troopo occupati a fare altro, ed anche il migliore di loro, come diceva Manzoni per bocca di Don Abbondio "il coraggio da solo non se lo può dare".