1 dicembre 2009

Etiopia: un gigantesco progetto idroelettrico minaccia i popoli della bassa Valle dell’Omo

Hanno abitato nella valle per secoli grazie ad efficaci tecniche di sostentamento alimentate dalle piene naturali del fiume Omo.Ma oggi le tribù rischiano di perdere la loro indipendenza e la sicurezza alimentare, senza esser state nemmeno consultate

Una grave minaccia incombe sulla bassa Valle dell’Omo, in Etiopia, dove da secoli vivono diversi popoli indigeni che contano circa 200.000 persone.
A mettere a rischio la loro sopravvivenza è il progetto Gibe III, un’enorme diga destinata a distruggere un ambiente ecologicamente fragile e le economie di sussistenza legate al fiume e ai cicli naturali delle sue esondazioni.
Iniziata alla fine del 2006, la costruzione della diga è affidata alla società italiana Salini Costruttori ed già arrivata a un terzo del totale.


Sull’ambizioso e controverso progetto idroelettrico pesano le accuse di gravi violazioni delle leggi etiopi e delle convenzioni internazionali. Ciononostante, la Banca Africana di Sviluppo (AfDB) e la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) hanno commissionato studi preliminari per valutare l’eventuale erogazione di un prestito. E, a breve, sia la AfDB sia la Cooperazione allo Sviluppo del Ministro degli Esteri italiano dovranno rispondere a formali richieste di finanziamento inoltrate dal governo etiope.
Insieme ad altre associazioni locali e internazionali, Survival, ritiene che la diga potrebbe avere conseguenze catastrofiche su tutti i popoli della bassa Valle dell’Omo, già messi a dura prova dalla progressiva perdita di controllo e di accesso alle loro terre.

L’appello rivolto ai potenziali finanziatori è quello a non sostenere il progetto almeno fino a quando non saranno stati effettuati studi di impatto ambientale e sociale completi e indipendenti, e finché non saranno state informate e adeguatamente consultate tutte le popolazioni locali coinvolte.

Info: http://www.survival.it/popoli/valleomo

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