17 luglio 2009

Provincia di Torino: il ritorno della DC

Non si può non tornare sulle elezioni provinciali a Torino vinte da Saitta (Pd, ex democristiano) contro la Porchietto (imprenditrice postdemocristiana) con l’apparentamento al secondo turno di Saitta con l’UDC (tutti veri democristiani d’annata ) ed il contributo dei Moderati, un gruppo tipicamente piemontese vagamente collocato vicino al centro, che non è nella DC solo perché la DC non c’è più, o meglio si è sciolta in 5-6 diversi partiti.
Saitta ha vinto una singolare competizione fra due candidati che avevano un ’identico programma sulle cose da fare (TAV, tangenziale-est, 2 inceneritori, grattacieli in città, e poco altro) con il sostegno dei poteri forti che governano da tempo la città, che ritengono il PD l’interlocutore più affidabile per fare quello che vogliono ( perché capace di annichilire od assorbire qualunque forma di contestazione in particoplare quella che rivendica una qualità ambientale nello sviluppo dell’area torinese ); con il controllo ferreo e l’appoggio delle tre sedi di informazione più significative in città (le redazioni locali del TG3, della Stampa, di Repubblica ) una specie di MinCulPop dove non accedi neanche all’usciere se non sei ex democristiano, o amico del PD o della Banca SanPaolo.
Saitta è stato eletto con il voto di 421.137 elettori su un totale di 1.875.168 cioè 22,4 elettori su 100 mentre la Porchietto con 312. 775 è risultata gradita ad altri 17 elettori di quei 100. Più del 60% degli elettori ha ritenuto non fosse il caso di andare a votare. (la cosa ha occupato le tv per alcuni secondi ,ed i giornali locali per 3-4 righe di spazio).

Le premesse di questo singolare risultato c’erano tutte: 34 liste (record nazionale), 16 candidati presidenti, 7 liste nelle diverse sfumature della sinistra (Pcl, SC, RC, CI, Sinistra, Socialisti, No licenziamenti ) che hanno portato alla scomparsa di 7 seggi ( 4 RC, 2 CI, 1 SD ) ed alla elezione del solo Ferrentino con qualche voto in più aquisito in Val di Susa.
6 liste, contando quelle vere e quelle finte, ambientaliste o civiche o grilline , con più o meno esplicita connotazione ecologista ( Verdi, verdi-verdi , Civici di Turigliatto, Civici di Grillo, finti civici del Grillo parlante, civici del PPA ) tutte al di sotto dell’1%, che naturalmente non hanno eletto nessuno (i Verdi passati dal 3,57 allo 0,87 % hanno perso i 2 seggi e naturalmente l’assessore che avevano,peraltro già passato ai socialisti). Divertente, se non venisse da piangere, il caso della lista grillina che con un simbolo invisibile ha preso lo 0,63% (non è vero quanto dice Grillo sul successo delle sue liste, è stato un buco quasi dappertutto) mentre la sua imitazione, la lista del GRILLO PARLANTE l’ ha superata con lo 0.67% riuscendo fra l’altro insieme ad altre 5 liste fantasiose ( No Euro, lista Granata, Lega padana, Verdi-verdi ,DC e libertà ) ad assommare un 3,5% che ha portato un creativo personaggio , fuoriuscito più di 15 anni fa dalla Lega Nord, a raggiungere dopo anni di tentativi il risultato della sua vita: essere eletto da qualche parte.

Naturalmente reggono i due partiti che governano l’Italia: il PD perde voti ma passa da 16 a 17 seggi (miracoli italiani) il PDL perde voti ma riprende i suoi 12 seggi, come l’UDC che resta a 3 seggi; la Lega Nord passa da 3 a 4, l’Italia dei valori passa da 2 a 5. Concludendo scompaiono dal Consiglio provinciale Verdi, Rifondazione e Comunisti entrano i Moderati e l’ex leghista creativo.
Undici gli assessori della nuova giunta: 5 del PD, 2 dell’Idv, 1 per UDC, Moderati, Sinistra, più una Indipendente ( la lista personale di Saitta, su cui si sono riempite pagine e pagine dei giornali per la “competizione” con quella dei Moderati ha preso l’1 % ed è servita a questi ultimi, di cui non si comprende ruolo e collocazione, per farsi un po’ di pubblicità ed ottenere il 2,7% ) .
Insomma la Provincia di Torino sembra quasi essere tornata indietro di qualche decennio, governata, oltre che da qualche lontano ex comunista nel PD, da parecchi democristiani d’annata o dai loro nipotini .


La frammentazione nella sinistra e quella, ancora più grave, nel variegato mondo dei tanti micropartitini e comitatini ecologisti e civici non sembra essere turbata dai penosi risultati ottenuti; non c’è più neppure l’ombra di un ecologista, neppure di quelli finti, nel consiglio provinciale ma la cosa non sembra turbare nessuno; piccoli leader vecchi e altri nascenti, liste inventate, passaggi di campo sono già freneticamente all’opera: fra 10 mesi ci sono le elezioni regionali e tutti sembrano incredibilmente, freneticamente, impegnati nel ripetere il bis di questo penoso quadretto torinese.
vedi anche i post:
Torino, il tritacarne ecologista * 2 aprile 09
L'armata brancaleone di sinistri, civici e verdi a Torino * 11 giugno 09

1 commento:

  1. FORSE OCCORRE FARE QUALCHE ANALISI PIù APPROFONDITA PER CAPIRE COME LA GENTE GIUDICA LE PROPOSTE DI GOVERNO
    INOLTRE DIRE CHE IL PROGRAMMA ERA UGUALE DEI DUE CANDIDATI NON MI SEMBRA VERO
    cAPIRE COME HA INCISO IL "VOTO UTILE" QUALCUNO RIESCE A SPIEGARLO ?
    RENO

    RispondiElimina