3 ottobre 2023

Europa verde petrolio, per il clima l’olandese Hoekstra, già al lavoro per Shell

Verso la Cop28. L’Opec chiede più investimenti sul fossile mentre von Der Leyen propone un ex-Shell al posto di Timmermans

di  Lorenzo Tecleme *

La settimana si preannuncia già nera per le politiche climatiche globali. La prima notizia arriva da Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti. Il palco è quello dell’Energy Exhibition and Conference, la platea è composta dai rappresentanti delle grandi compagnie energetiche. In questo contesto il presidente della prossima conferenza negoziale delle Nazioni Unite ha esortato il settore. «Dovete mettere a tacere gli scettici» ha detto dal podio Sultan Al Jaber, che oltre a guidare Cop28 è ceo della principale azienda estrattiva emiratina. Frasi ormai di circostanza nel lessico della diplomazia climatica se non accompagnate da numeri o impegni precisi – che anche stavolta non sono arrivati. Nello stesso contesto Al Jaber ha chiesto alle corporation di investire su rinnovabili, idrogeno e Ccs, i sistemi di cattura del carbonio in atmosfera. Queste ultime due soluzioni sono particolarmente apprezzate dall’industria, ma la loro efficacia è ancora da provare.

La risposta della platea è arrivata per bocca di Haitham Al-Ghais, il kuwaitiano segretario generale dell’Opec, l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio. Gli appelli a smettere di investire nel fossile, ha detto, sono «controproducenti». Non solo: «600 miliardi di dollari l’anno. Questo è ciò che sarà necessario per garantire la sicurezza energetica in Europa e nel resto del mondo» ha continuato. Una posizione in controtendenza rispetto alle raccomandazioni della comunità scientifica.

La seconda notizia della settimana viene invece da Bruxelles, dove le dimissioni del Commissario per il clima Frans Timmermans hanno fatto uscire di scena un protagonista delle ultime Cop. Al suo posto i Paesi Bassi e la presidente Ursula Von Der Leyen hanno proposto Wopke Hoekstra. Ex ministro delle Finanze prima e degli Esteri poi nel governo dell’Aia, il suo profilo preoccupa sinistra ed ecologisti. Innanzitutto il timone delle politiche verdi comunitarie passerebbe dai socialisti a un popolare.

Poi c’è il passato di Hoekstra, che tra il 2002 e il 2004 ha lavorato per la compagnia petrolifera Royal Dutch Shell. Audito nelle commissioni, giovedì Hoekstra affronterà il Parlamento Europeo, ma la sua nomina è molto probabile. Se otterrà il ruolo, sarà lui a guidare la delegazione europea alla Cop28 di Dubai.

Un petroliere a capo del meeting, un ex collaboratore di Shell a rappresentare il blocco di Paesi meno ostili alle politiche di transizione. L’incontro di dicembre si prospetta sempre più difficile.

nella foto: Sultan Al Jaber all’Energy Exhibition and Conference di Abu Dhabi

* da  il manifesto 3 ottobre 2023

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