21 settembre 2023

Germania: Tornano i Fridays for Future. A Berlino alleati del sindacato

Clima. Sciopero globale, nella capitale tedesca 30mila in piazza: più soldi ai lavoratori dei trasporti. Naufragato l’asse con Ultima generazione, ma al corteo si sfila insieme

 di Sebastiano Canetta *

Sono scesi nuovamente in piazza in oltre 250 città del mondo per chiedere ai governi di fermare il ciclo dell’energia fossile che sta devastando sempre più il pianeta. Ma questa volta lo «Sciopero per il Clima» organizzato dagli attivisti del Fridays For Future restituisce il salto politico destinato a cambiare il volto del movimento così distinto e distante da Ultima Generazione.

UNA NOVITÀ CLAMOROSA ben visibile nel corso della mega-manifestazione di Berlino, ancora una volta capitale della protesta ambientalista evolutasi di pari passo con la crisi economico-sociale. «Bus e treni invece di auto e camion» è il consueto slogan scandito a piena voce dai 30 mila partecipanti alla demo tedesca, eppure l’inedito messaggio lanciato ieri sotto alla Porta di Brandeburgo dalla leader tedesca del Fff, Luisa Neubauer, è molto più sonoro.

«Non ci sarà alcuna svolta sul clima se prima non valorizziamo i lavoratori del trasporto pubblico. Sono due nodi legati indissolubilmente. Dobbiamo pagare equamente le persone impiegate nella nostra rete di mobilità perché danno un contributo decisivo alla qualità della nostra vita» sottolinea tra gli applausi la 27enne portavoce ufficiale del movimento annunciando la storica alleanza con il sindacato dei dipendenti dei servizi Ver.di. Dunque, salari migliori «altrimenti paralizziamo il Paese» è il titolo della petizione comune condivisa dalle decine di migliaia di attivisti Fff e dai quasi due milioni di iscritti all’organizzazione che in Germania rappresenta il settore cui è affidata la svolta ecologica.

«Mentre i politici dimostrano di essere sempre più divisi sulla crisi e le sue soluzioni noi ci stiamo mettendo insieme per superare le divisioni sociali. Oggi siamo scesi in piazza accanto al sindacato e d’ora in poi diremo chiaramente che protezione del clima significa giustizia sociale»; è la prova della saldatura inimmaginabile fino a ieri.

Casomai, in tutta Europa, c’era chi scommetteva sul possibile asse fra il Fff e Ultima Generazione che invece è naufragato ancor prima di nascere. «Da sempre siamo contrari ai blocchi stradali perché non portano ad alcun risultato, anzi» ha tenuto a precisare Neubauer. Ciò non ha impedito ieri la partecipazione degli attivisti che occupano gli incroci, come dimostrano i loro striscioni arancioni comparsi tra i cordoni della manifestazione inclusiva e pacifica quanto lontanissima dai leader dei partiti rinchiusi nei ministeri-chiave non solo della transizione ecologica.

SPICCANO I POLITICI Verdi colpevoli di «non fare nulla per il cambiamento, come il resto della coalizione. Hanno insabbiato tutte le loro rimanenti ambizioni in materia ambientale» è la pesante critica del Fff alla seconda forza politica del governo Scholz (a cui peraltro è iscritta anche Luisa Neubauer) che aveva promesso mobilità sostenibile e fine delle fonti fossili sia prima che dopo la guerra in Ucraina.

In ogni caso tra le priorità pratiche per il FFF rimangono i soldi. Anche se i molti banchetti per le offerte volontarie, a forma di barili di petrolio, ieri a Berlino hanno incassato «più di quanto ci aspettavamo», almeno così rivela la giovanissima responsabile della raccolta-fondi imprescindibile per continuare le attività future.

Come nello scorso «Sciopero per il Clima» alla dimostrazione si sono uniti decine di artisti e note personalità della scena pubblica tedesca, come lo scrittore Düzen Tekkal e il comico Abdul Kader Chahin.

DAL PALCO AFFACCIATO sul parco del Tiergarten, in occasione del comizio finale, hanno chiesto al cancelliere Olaf Scholz di attuare subito due misure drastiche per combattere il cambiamento climatico: limite di velocità di 120 km all’ora in autostrada (osteggiato dai liberali di Fdp) e fine degli investimenti in nuove arterie sull’esempio del Brandeburgo che in futuro farà solo manutenzione delle vie esistenti investendo il resto unicamente nei bus e nelle piste ciclabili.

Non è di sicuro la linea incarnata dal ministro dei Trasporti, Volker Wissing, del partito liberale. «Il suo piano di sviluppo prevede il via libera alla costruzione di 10mila chilometri di nuove strade» ricordano i manifestanti mentre sfilano sotto le finestre del suo dicastero.

* da il manifesto - 20 settembre 2023

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