4 dicembre 2025

Asia:Oltre un metro di pioggia in più, 14 cicloni in un anno: effetto «climate change»

di Elena Tebano *

Il presidente dello Sri Lanka l'ha definito «il disastro naturale peggiore di sempre». In Asia le piogge monsoniche stagionali sono state aggravate da due cicloni tropicali che hanno causato allagamenti e frane in una vasta zona che va dallo Sri Lanka, a Sumatra (in Indonesia), fino al sud della Thailandia e al nord della Malesia. L'ondata di maltempo ha ucciso almeno 1.300 persone. Ma il numero delle vittime è destinato a salire perché ci sono centinaia di dispersi e migliaia di feriti, oltre a più di tre milioni di sfollati. 
Non è stato semplice maltempo. Sono piogge eccezionali anche per la stagione dei monsoni e come altri fenomeni estremi sono state esacerbate dal surriscaldamento globale. L'atmosfera più calda contiene più umidità e le temperature più elevate degli oceani amplificano le tempeste. Le precipitazioni in Sri Lanka, Sumatra, Indonesia, Thailandia e Malesia ma anche delle Filippine, del Vietnam, della Birmania e di alcune parti della Cambogia e del Laos hanno registrato i livelli più alti dal 2012. In alcuni luoghi hanno superato di un metro la media dei mesi di novembre del periodo 1991-2020.

Nel sud-est della Thailandia, ha calcolato l'agenzia Afp, le precipitazioni mensili cumulative hanno superato in alcuni luoghi 1,5 metri, secondo i dati che combinano le rilevazioni delle stazioni, le osservazioni satellitari e i modelli meteorologici. In Vietnam, le piogge hanno raggiunto livelli record nella provincia montuosa di Dak Lak, così come in vaste zone al confine con la Cambogia. Anche nelle Filippine sono stati battuti i record di precipitazioni nel nord dell'arcipelago.
 Ecologisti, esperti e persino il governo indonesiano hanno sottolineato la responsabilità della deforestazione nelle inondazioni improvvise e nelle frane. In particolare il disboscamento selvaggio ha aumentato alluvioni e frane nella regione di Aceh, all'estremità occidentale di Sumatra, già devastata dallo tsunami del 2004. Anche qui c'è la mano dell'uomo. 
«Quello che è successo non è un semplice disastro naturale, ma l'esito dello scontro tra un ciclo climatico eccezionale e un paesaggio progressivamente privato delle sue difese naturali» scrive su Climate Home News, l'analista dell'Indonesia Strategic and Economics Action Institution Ronny P. Sasmita. Ad aggravare la situazione è stato il ciclone che si è formato nello Stretto di Malacca, e ha causato piogge durate giorni. «Lo Stretto di Malacca è uno dei luoghi meno favorevoli al mondo per la formazione di cicloni tropicali, rendendo questo evento un'anomalia eccezionale» spiega ancora Sasmita.

Testimoni locali hanno raccontato di non aver mai visto un'alluvione così torrenziale, né una simile quantità di legname trasportata da torrenti e dai fiumi in piena. «Le inondazioni nelle tre province non hanno portato solo acqua, ma anche prove tangibili. Video virali hanno mostrato fiumi trasformati in nastri trasportatori di legname, spiagge ricoperte di tronchi e ponti bloccati da tronchi sradicati» scrive Sasmita. «Gruppi di monitoraggio indipendenti hanno riferito che l'Indonesia ha perso più di 260 mila ettari di foresta nel 2024, oltre novantamila ettari solo sull'isola di Sumatra. Questo livello di perdita annuale colloca l'Indonesia tra i punti caldi della deforestazione tropicale più elevati al mondo». 
Senza alberi i terreni sono più esposti all'erosione e alle frane. L'Indonesia è il decimo esportatore di legno al mondo e l'industria del legname è una risorsa importante. Ma a pagarne i costi adesso sono le vittime delle alluvioni. Uno degli epicentri dell'eccezionale stagione delle piogge che ha devastato l'Asia è stato il Vietnam. «Quest'anno il Vietnam è stato colpito da 14 tifoni. La media di qualche decennio fa era cinque. La pioggia degli ultimi giorni non è stata nemmeno causata da un ciclone, ma da una quindicesima grande tempesta che si è formata al largo della costa centro-meridionale del Paese» spiega il New York Times. «Dal punto di vista geografico, il Vietnam è particolarmente vulnerabile. Uno studio del 2024 lo ha identificato come un “punto caldo” dei cambiamenti climatici, dimostrando che l'aumento delle temperature, che aggiunge umidità all'atmosfera e riscalda il Mar Cinese Meridionale, si combina con i sistemi dei tifoni e crea un vortice di rischio». 
In un periodo in cui l'Europa è preoccupata per le guerre alle sue porte, i timori per i cambiamenti climatici in Asia sembrano molto lontani. Ma quello che sta succedendo lì è solo un esempio di come il surriscaldamento globale colpirà intere regioni causando instabilità e movimenti forzati della popolazione, con effetti a cascata. Il maltempo in Vietnam, per altro, è destinato a farsi sentire anche sulle nostre tavole: è il secondo produttore mondiale di caffè e il primo per la qualità Robusta. Le piogge delle settimane scorse hanno colpito la provincia di Dak Lak, dove ci sono molte piantagioni. E il raccolto ha dovuto essere rimandato, facendo salire i prezzi del caffè all'ingrosso

* nella foto: inondazioni in Indonesia

* da Mondo Capovolto ( newsletter Corriere della Sera - 4 dicembre 2025 )