26 agosto 2023

La zona anti-emissioni divide Londra e Labour

 di Leonardo Clausi *

Eppur si muove. La battaglia del sindaco Khan per estendere l’Ulez (Ultra low emission zone) a tutta la regione della capitale non piace al leader del partito Starmer e a Extinction Rebellion: la tassa, di 12.50 sterline, è socialmente discriminatoria 


 

Inquinamento, viabilità e trasporto pubblico a Londra: un caso politico nazionale. Il 28 luglio, un giudice dell’Alta corte ha dato il via libera al piano del sindaco di Londra Sadiq Khan di estendere l’anello anti-emissioni denominato Ulez (Ultra Low Emission Zone) a tutta la Greater London, la “regione” della capitale. Il parere ha respinto un ricorso da parte di Bexley, Bromley, Harrow, Hillingdon e Surrey, cinque council a rappresentanza conservatrice che cercavano di bloccarne l’applicazione. Ora l’estensione della Ulez – introdotta ormai un ventennio fa e descritta come una delle misure urbane anti-inquinamento più radicali al mondo – procederà coprendo tutti i distretti della città dalla fine del mese di agosto.

IL PROGETTO mira a ridurre l’inquinamento atmosferico, addebitando ai conducenti dei veicoli più inquinanti – grossomodo tutti quelli dalla cui immatricolazione è trascorso oltre un quindicennio e che non ottemperano agli standard Euro 4 ed Euro 6 – una tassa di 12.50 sterline, circa 14 euro al giorno, per ogni volta che si usa il mezzo. La Ulez inizialmente copriva il centro di Londra, la stessa area della già esistente Congestion Charge: il primo “pedaggio” da pagare nella parte centrale della città, a sua volta introdotto nel febbraio 2003 ed esteso nell’ottobre 2021 per coprire l’area all’interno delle tangenziali North e South Circular.

LONDRA È IL CENTRO di un’ampia rete ferroviaria pendolare radiale: assieme a quella parigina, la più trafficata, grande e articolata d’Europa. Come già oltre un secolo fa con la metropolitana, le politiche antinquinamento dei suoi sindaci tornano a farne un modello da seguire per il resto delle capitali occidentali. Sei mesi dopo l’espansione della Ulez, l’autorità civica dei trasporti pubblici, Transport for London, aveva stimato al 20% la diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto nella regione di Inner London.

La qualità dell’aria londinese è nel complesso migliorata: tra il 2016 e il 2019, le concentrazioni medie di biossido di azoto e particolato fine – due degli inquinanti più dannosi per la salute umana – sono diminuite di circa un quinto. Tuttavia, secondo le proiezioni attuali, senza ulteriori interventi nessuna area della capitale soddisferà le linee guida dell’Oms per un’aria respirabile entro il 2030.

L’OBIETTIVO di lungo termine della Ulez di Khan – che dovrebbe permettere a Londra di rientrare nei limiti di inquinamento previsti dalla legge entro il 2025 – è quello di una città sempre meno sommersa da automobili e sempre più orientata verso l’uso dei mezzi pubblici, soprattutto la metropolitana. Con i suoi oltre tre milioni di passeggeri al giorno per oltre un miliardo di viaggi all’anno, le undici linee del “tube”, gestite da Transport for London e operative dal 1863, sono state il primo sistema di trasporto urbano sotterraneo al mondo.

È una vittoria personale e politica per il laburista Khan, visti anche gli attacchi mossigli dal suo stesso leader, Keir Starmer, dopo la recente, imprevista sconfitta laburista alle suppletive di Uxbridge e South Ruislip – seggio vacante di Boris Johnson dato per conquistato troppo presto. Dovuta in parte al malumore dei residenti, sta persuadendo lo stesso Starmer a ridimensionare le già troppo timide iniziative “verdi” del partito. La tassa è percepita come socialmente discriminatoria, un ulteriore giogo fiscale in un’epoca di inflazione già galoppante e per questo osteggiata soprattutto dal centrodestra politico-mediatico del paese.

Ma non solo. Che l’oneroso balzello finisca per penalizzare i piccoli commercianti, i trasportatori e i lavoratori precari è fuori di dubbio, tanto che tra i suoi critici figurano anche personaggi come Roger Hallam, uno dei fondatori di Extinction Rebellion. Che ha attaccato la «Sinistra neoliberista cittadina middle-class» che sostiene la Ulez rivendicando la necessità di tar-tassare l’un per cento dei riccastri del pianeta, i veri pluto-inquinatori ed eco-distruttori, per poi finanziare con quelle imposte l’aggiornamento del parco auto metropolitano con veicoli meno inquinanti.

In ogni caso l’attivismo anti-traffico di Khan – la Ulez rientrava nei piani del suo predecessore Johnson, a loro volta innescati dalle iniziative del primo sindaco dell’era recente, Ken Livingstone: Khan non ha fatto altro che seguire l’iter – è troppo poco, troppo tardi. Nel dicembre 2020, un’inchiesta sulla morte di Ella Adoo-Kissi-Debrah, di anni nove, aveva ritenuto l’aria respirata dalla piccola un fattore determinante.

Per la prima volta nel Regno Unito, l’inquinamento atmosferico veniva citato come causa di morte. Ma ha anche una pregnanza personale: al cinquantaduenne Khan, eletto nel 2016 e tuttavia favorito per uno storico terzo mandato l’anno prossimo, è stata da poco diagnosticata una forma asmatica “dell’adulto”, legata quasi certamente all’inquinamento, e ha sofferto di un sospetto, leggero attacco cardiaco: esperienze che gli hanno ispirato un libro, Respirare, uscito lo scorso maggio per Egea, in cui descrive le vicissitudini amministrative dell’applicare misure di salute pubblica che partono già impopolari.

La sua “militanza” lo ha messo inoltre in diretto contrasto con Starmer, fresco dall’ultimare la purga della sinistra di un partito ripristinato come business-friendly e che alle prossime elezioni politiche attende l’implosione dei conservatori, allo stremo dopo tredici anni al potere contraddistinti da austerity spietata, Brexit, Boris Johnson, Liz Truss, inflazione e ristagno economico.

MA IL QUADRO POLITICO generale, assai favorevole al sorpasso laburista – sono in vantaggio sui tory di diciassette punti – e tuttavia gravato dalla paura di perdere, sta irrigidendo il moderatismo di Starmer: dopo essersi rifiutato di annunciare, una volta al potere, una politica economica sostanzialmente diversa da quella dei conservatori uscenti, si vocifera che potrebbe obbligare Khan a fare marcia indietro anche sulle misure anti-inquinamento. Peraltro, la tensione fra sindaci laburisti “radicali” e direzione moderata del rispettivo partito si sta riproponendo a sua volta: già Ken Livingstone era stato per un periodo un candidato sindaco alternativo a quello ufficiale e il suo mandato da indipendente in sostanziale contrasto con la leadership di Tony Blair.

* da il manifesto 24 agosto 2023

Nessun commento:

Posta un commento