23 luglio 2020

Come farsi confondere da un nome: non basta chiamarsi “carta” per essere riciclabile


Per incrementare l’avvio a riciclo è necessario migliorare la qualità della raccolta differenziata: bastano semplici accorgimenti.


Carta alimentare, carta oleata, plastificata e paraffinata, gli scontrini in carta chimica, sono tutti esempi di materiali che in genere non è possibile conferire nella raccolta differenziata della carta vera e propria. Una dissonanza che a una prima occhiata può sembrare sottile, ma che in realtà incide molto sul fine ultimo della raccolta differenziata, ovvero l’avvio a riciclo dei materiali raccolti.

La raccolta differenziata di carta e cartone in Italia continua infatti ad aumentare, e nel 2018 è arrivata a sfiorare i 3,4 milioni di tonnellate, ma  come riconosciuto espressamente da Comieco – il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica – la qualità della raccolta differenziata non sarà solo un tema, ma “il tema” dei prossimi anni.
Per migliorare basta poco: degli scontrini ad esempio abbiamo già parlato, ma è bene ricordare anche che la carta oleata, quella della focaccia, dei salumi, dei formaggi, non va nel contenitore di carta e cartone a meno che non sia indicato diversamente sulla confezione; lo stesso vale per la carta da forno, mentre la carta stagnola va nel contenitore dedicato ai metalli.

Cosa conferire dunque nella raccolta differenziata della carta? Gli imballaggi in carta vera e propria, naturalmente (sacchetti, giornali, riviste, quaderni, opuscoli e fogli in genere), quelli in cartone (scatole, scatoloni e cartoni per bevande come latte e succhi di frutta), e in cartoncino (confezioni come quelle di riso, pasta, sale e altri alimenti, quelle del dentifricio e altri prodotti per l’igiene personale e per l’igiene della casa).

Più in generale, è sempre bene leggere quanto riportato sulla confezione prima di buttarla (qui è disponibile anche un utile vademecum stilato da Comieco) e, quando non si riesce a sciogliere il dubbio, optare per il male minore gettando l’imballaggio nell’indifferenziato.

( da greenreport.it )

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