7 giugno 2017

Nuova legge elettorale: appunti provvisori su quella di oggi... domani salta ?




di Massimo Marino

La legge elettorale che si profila sembra essere sorprendentemente bella, semplice, comprensibile da tutti, con pochi " trucchi" nascosti. Naturalmente se verrà confermata, cosa tutta da vedere perché nel PD c’è la coda, a partire dal segretario, di quelli che si augurano che salti, addossandone ad altri la colpa, per rispolverare il mattarellum-rosatellum, nipotino del porcellum-italicum.
In verità non comprendo, ne condivido quindi, molte critiche e perplessità di altri, comprese quelle recenti di Beppe Grillo e di alcuni del M5Stelle che ho l’impressione stiano cadendo nelle ultime ore nella trappola tesa per renderli responsabili di un eventuale fallimento in aula.
La legge non sarebbe solo la sconfitta del PD renziano ma di un sistema di partiti trentennale che ha rubato la rappresentatività del nostro voto, che ci siamo ripresi per il momento con il referendum del 4 dicembre. 

La soglia al 5% risulterà salutare ( forse non immediatamente) per favorire con il tempo anche una nuova forza, autonoma davvero da PD e M5S, azzerando i 10 partitini sinistri-ambientalisti-civici-personalisti che tormentano da almeno 15 anni la nostra coscienza. Una forza auspicabile,  che sarebbe utile al paese ( e forse anche alla salute del M5Stelle quando scoprirà che senza alleati, nella società prima e in Parlamento poi, non si governa un fico secco). Il 5% vuol dire in pratica circa 1,5-1,7 milioni di voti su 51 potenziali, che mi sembra sufficiente garanzia per permettere un ragionevole pluralismo.

Personalmente condivido in fin dei conti il testo attuale anche sul voto non disgiunto e sulla assenza delle preferenze. Temi su cui vedo girare affrettate opinioni critiche in libertà invece di un utile approfondimento sulle conseguenze delle diverse scelte possibili. Opinioni critiche non solo nei partiti, che mi sembra ovvio, ma anche in alcuni esponenti di qualche comitato che non hanno chiaro cosa vogliono fare da grandi.

Per me le preferenze ( che non fanno  scegliere gli eletti ai cittadini, se non uno  fra i tre o quattro candidati che i partiti gli presentano in quella circoscrizione) aprono il varco nell' Italia di oggi ( non in quella astratta di noi mammolette democratiche a tutti i costi) a tutti i gruppi di interesse leciti e illeciti, privati, clientelari, mafiosi, mossi a sostenere un eletto, magari l'ultimo della lista pescato dalle primarie, in cambio della sua fedeltà. Questo avviene normalmente  in molte elezioni locali o regionali che hanno le preferenze. 
Le preferenze inoltre scatenano una competizione interpersonale, (parliamo di 5-10 mila candidati in totale), a partire dai "santini " fino alla pubblicità in rete. Normalmente la gara è vinta da chi ha più soldi da spendere ( propri o altrui) per autopubblicizzarsi. . Infine le preferenze coltivano quella nefasta cultura della personalizzazione della politica dove invece del programma e delle proposte di un partito prevale il marketing del singolo candidato: il sorriso, le battute su twitter, l'aspetto fisico, ed anche il livello economico dei suoi sponsor. E' vero, non possiamo scegliere esattamente il candidato che preferiamo ( anche a me piacerebbe), ma soppesando il tutto io  preferisco di gran lunga che le preferenze non ci siano. Avremmo sicuramente un Parlamento più pulito. Sono convinto che l'assenza di preferenze, almeno in questa fase storica del paese, è un contributo a fare più pulita la politica. L'esatto contrario di quello che propone la vulgata quotidiana dei media.
Ogni partito avrà la piena responsabilità su chi ha messo in lista e sui criteri di scelta dei suoi candidati.

Per la stessa ragione ne consegue l'inutilità del doppio voto su due schede  ( intendo in questo caso la scheda dei candidati dei partiti  nel collegio uninominale e la scheda con la  lista dei candidati nella circoscrizione). E' la riproposizione del voto disgiunto, presente spesso nelle elezioni locali, una delle tante diavolerie inventate dalle contorsioni dei partiti negli ultimi 10 anni per la quale io voto un partito ma poi do la preferenza ad un candidato di un altro ( avete mai riflettuto bene sulla logica demenziale che ci sta dietro: scelgo un partito-programma e poi scelgo un candidato-attuatore del programma di un altro partito-programma ?). 

In ogni caso entrambe le questioni, comunque si risolvano, non sono quelle fondamentali checchè ne dicano gli editorialisti di repubblica o del fattoquotidiano, o i furbetti che sperano solo che il tutto salti per tornare a maggioritario, coalizioni preelettorali, premi, mini soglie etc.. Comunque questioni non tali da far saltare il tavolo di accordo o dare ad altri l'alibi per farlo.

Resta il fatto che se avessimo la più bella legge elettorale in Europa non farebbe male...

L'unica critica che condivido invece riguarda il numero eccessivo di firme richieste per presentare liste nuove oggi non esistenti. Considerato che c'è comunque la soglia al 5% , giusto richiedere che le firme  vengano raccolte nella gran parte delle circoscrizioni, ma queste firme andrebbero ridotte ad un quinto di quelle indicate per ogni circoscrizione.

Va sempre ricordato comunque che senza una modifica dei regolamenti delle Camere che innalzi ( al 5% ? ) i numeri necessari per costruire un gruppo nuovo in Parlamento durante la legislatura, gran parte degli aspetti positivi di questa legge verrebbero a cadere in breve tempo. Pochissimi ne parlano.  

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