25 agosto 2010

Rapporto ISTAT/EEA 2004/2008 sulla qualità dell'aria nelle città europee
















17 Città italiane fra le prime 30

L’ISTAT presenta i risultati dell’analisi sulla qualità dell’aria nelle città europee, riferiti agli anni 2004-2008, desunti dal database AirBase dell’EEA (Agenzia Europea per l’Ambiente).

I dati elementari, relativi alle centraline di fondo urbano, sono sintetizzati in un unico indicatore, definito dal numero medio di volte in cui si superano i limiti di legge delle concentrazioni.

Tra le prime 30 città europee maggiormente inquinate, più della metà, esattamente 17, sono italiane. Sulla tematica della qualità dell’aria nelle città, la Commissione Europea ha inviato due avvertimenti all’Italia per predisporre un piano anti-smog, che contrasti i continui superamenti dei limiti sulla qualità dell’aria e in particolare del PM10.

Nel 2008, nella classifica delle prime 30 città con il livello più basso di qualità dell’aria, la città bulgara di Plovdiv si attesta al primo posto, seguita da Torino, Brescia, Milano e Sofia. All’opposto, i primi cinque posti della graduatoria delle 30 città più virtuose, sempre per la qualità dell’aria, sono tutti occupati da città del Nord-Europa: Tallinn in Estonia, Stoccolma, Lund e Malmoe in Svezia.

La città bulgara di Plovdiv, con 208 giorni nel 2008, si colloca al primo posto anche per il numero di giorni di superamento del valore limite del PM10 (piccolissime particelle solide di diametro minore di 10 micron che possono essere inalate e raggiungere le alte vie respiratorie (naso, faringe e laringe) fissato a 50 μg/m3.

Torino è invece la città europea con la situazione peggiore per la presenza nell’aria di Ozono troposferico (che costituisce un componente importante dello smog fotochimico – dannoso sia per gli esseri umani, in particolare per le vie respiratorie, sia per la flora e per la fauna), avendo superato in 77 giorni il valore obiettivo per la protezione della salute umana di 120 μg/m3.

Napoli figura in testa alla graduatoria europea per il valore più elevato di concentrazione annua di biossido di azoto2 (66,6 μg/m3, al di sopra del valore limite di 40 μg/m3), considerato tra i responsabili delle piogge acide, che aumentano l’acidità dei terreni e la solubilità di alcuni ionimetallici, e contribuiscono al degrado dei monumenti.

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