1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo che ne ha fermato l’entrata nel nuovo secolo. Più che in altri paesi è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare la vita sociale della collettività.
Stiamo assistendo ad una semplificazione culturale che rende simili ed al contempo pessime le diverse aree politiche, tutte globalmente incapaci di affrontare le crisi del nuovo tempo: le emergenze ambientali nel territorio, la crisi sociale, la crisi di valori nell’individuo. Si tratta quindi di crisi globale del sistema ed esaurimento delle culture che lo hanno ispirato e formato.
2 Si deve costatare nel nostro paese l’inesistenza di una cultura di destra onestamente conservatrice sostituita da correnti estremiste nostalgiche ma soprattutto dalle vocazioni razziste e autoritarie leghiste che si sono alimentate di un malinteso federalismo e delle paure, in parte alimentate ad arte, contro gli immigrati e i diversi.
Anche una forza moderata riformista e riformatrice che dovrebbe “fare le riforme” non si è mai sviluppata ed il PD, che dovrebbe rappresentarla, dalla sua nascita fino all’ attuale dibattito congressuale (3 segretari in poco più di un anno) conferma il fallimento di questa teorica vocazione.
Così restano senza risposte ad esempio:
a) l’allontanamento dei partiti dall’informazione invece della spartizione che continua dietro le quinte
b) una giustizia efficace ed efficiente
c) il nuovo mercato del lavoro basato su una precarietà intollerabile
d) il ridimensionamento della casta e dei suoi costi
Il fallimento della sinistra, ininfluente quando governa, divisa comunque in tanti frammenti invece che unita in un unico partito è tale che anche quella potenziale rappresentanza del 10 % dell’elettorato storicamente acquisita si è dispersa; il nuovo frammento di SeL consolida la divisione, non inverte la tendenza e sembra già un progetto in esaurimento dopo pochi mesi.
La deriva progressiva dei Verdi verso l’estrema sinistra ed il loro annullamento politico, altra anomalia italiana, è sotto gli occhi di tutti. In realtà mai decollati al di sopra del ruolo di nanetti nel centro-sinistra per tutti gli anni ‘90, assenti spesso nelle lotte, privi di creatività e di una sufficiente elaborazione culturale e leadership nazionale, progressivamente assorbiti nelle logiche di casta.
Il vuoto politico viene rivolto provvisoriamente verso l’astenzione dall’impegno politico diretto, il rifugio nell’area del non voto o l’adesione provvisoria a movimenti di protesta e partiti-scatolone che non hanno strategie e riferimenti culturali stabili (esempio: i tanti gruppi di protesta circoscritti, il partito-indefinibile di Di Pietro, il movimento monocratico eco-giustizialista di Grillo privo di una qualche democrazia interna ).
Si sta invece affermando in Europa ed in altre aree significative del pianeta una nuova cultura trasversale e al di sopra di ogni schieramento politico, culturale, religioso tradizionale che rivendica il diritto-dovere ad una relazione armonica tra uomo e natura, tra esseri umani, tra uomo e donna, e all’interno dell’uomo tra vita e coscienza.
Vi è una benedetta irrequietezza che spinge un numero progressivamente crescente di uomini e donne del pianeta ad una condivisione ed alleanza di valori, pratiche e attività per l’affermazione di ciò che si riconosce come valido e irrinunciabile.
Un movimento della vita e dell’evoluzione umana che non riconosce facilmente ideologie e capi, si nutre di ogni cosa ritiene valido e si diffonde dappertutto. Esso è la forza determinante che può portarci alla scoperta del tempo presente e delle sue soluzioni.
I movimenti ambientalisti, i movimenti dei diritti civili, i movimenti di giustizia sociale, i movimenti di autonomia culturale si stanno intrecciando e tendono a diventare UNO superando i continenti, sia pure con forme e tempi differenti. Il termine “ecologisti” è al momento il più idoneo a rappresentare questa varietà di esperienze, che vanno ben al di là del semplice ambientalismo e che hanno però un minimo comune denominatore.
Esso è dietro la vittoria di Obama negli USA, spinge ed alimenta la rivoluzione della Green economy, è alla base della grande e nuova affermazione di formazioni tendenzialmente trasversali come Europe Ecologie in Francia, anima la moltitudine di movimenti culturali sociali e politici attivi su temi specifici e vive nello sforzo quotidiano di ognuno per una vita felice. E’ l’antidoto, unico oggi, all’intossicazione della politica e all’avvelenamento della società e delle coscienze.
3 In Europa e non solo, la crisi economica–finaziaria, quella legata alla crisi dell’auto e dei settori tradizionali, la crisi ambientale, non hanno risposte dai partiti della socialdemocrazia che tendono al progressivo ridimensionamento in tutta Europa e provoca arroccamenti nell’area conservatrice.
Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che riconosca anche le aree dove è conveniente la decrescita, un termine “infelice” per esprimere una riflessione valida ma inevitabilmente estremo nella sua contrapposizione alla “crescita” e più correttamente sostituibile con un idea di “sobrietà”. L’idea della sobrietà e della sostenibilità ha potenzialità nuove e favorisce l’espansione di nuove forze verdi ed ecologiste in molte zone dell’Europa e del resto del mondo.
Vi è oggi in Italia forse più che altrove l’urgente necessità di un progetto etico, culturale e politico, radicale, senza estremismi ed integralismi, che sappia affrontare l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la corruzione della vita a tutti i livelli.
Movimenti di protesta e partiti-scatoloni non riescono ad esprimere nel tempo strategie e riferimenti culturali stabili e concreti.
L’antropocentrismo sociale e l’egocentrismo di piccoli leader, l’arroccamento di ognuno su linguaggi, convincimenti e preclusioni personali mantengono la frammentazione culturale, sociale e politica e producono la vanificazione di ogni speranza di cambiamento.
Sarebbe disastroso, ed in parte lo è già, se nella situazione attuale i vari movimenti,o più onestamente gruppi autoreferenziali e le diverse associazioni proseguissero ognuno diviso dagli altri e chiuso nella sua realtà. E sarebbe ugualmente disastroso se si continuasse ad affidare le speranze di un cambiamento a vecchie e fallimentari formule politiche.
Anche tutti i vari nuovi movimenti come i Meetup di Grillo, il Movimento per la Decrescita Felice, le liste per il bene Comune, Stop al consumo di territorio, il variegato mondo di centinaia di blog non comunicanti fra loro, oltre alle storiche associazioni ambientaliste, animaliste, di consumatori e le tante associazioni di ambito locale, lo stesso movimento di Di Pietro, rischiano di percorrere questi stessi passi fatali nell’isolamento, nella separazione o nell’integralismo, conseguentemente nella irrilevanza politica e trasformatrice
Per non parlare di coloro che, parcheggiati per le piu’ diverse ragioni (di supposta convenienza, di casualità, di ripiegamento, di onesta mancanza di riferimenti locali ) nel PD, nel gruppo di Di Pietro, nei vari frammenti della sinistra, mettono in secondo piano la loro genuina vocazione ecologista e radicale occupati in uno sterile o limitato impegno burocratico o amministrativo privo di reale valenza riformatrice o trasformatrice nel territorio in cui operano.
4 Una visione rinnovatrice e radicale insieme era presente alla fondazione dei Verdi italiani nel corso degli anni’80, ma poi non è stata attuata, condotta e sviluppata ( lo stesso è successo talvolta per i verdi di altri paesi). Le ragioni della mancata maturazione di un progetto alternativo possono essere sommariamente attribuite alla forte capacità di autodifesa del sistema politico che con la modifica progressiva dei sistemi elettorali negli anni ’90, con la forte difesa dei propri privilegi di casta, con il cedimento ai processi corruttivi ed all’influenza delle mafie, ha impedito cambiamenti e tutele che spesso avevano un impatto sugli ecosistemi e sulla qualità della vita.
Progressivamente gli aspetti rinnovatori si sono diluiti fino a diventare irrilevanti e collocare i Verdi come uno fra i tanti soggetti marginali che operano nella realtà delle istituzioni senza essere in grado di incidervi realmente mentre scomparivano come presenza nel territorio e fra la gente. Abbandono del federalismo, mancanza di leadership e creatività, rinuncia ad opporsi alle logiche di casta hanno chiuso definitivamente quasi 25 anni della loro storia.
La mancata analisi delle ragioni della crisi impedisce ai Verdi nelle loro diverse componenti di assumere da soli il ruolo di protagonisti di un processo di rinascita. Per quanto non tutto sia stato inutile o sia andato perduto e ci siano isole felici, occorre da parte di tutti riconoscere onestamente l’impossibilità diffusa di incidere realmente sui tanti problemi ecologici, sociali ed economici con gli strumenti e le forze organizzate disponibili oggi. Il percorso, le tappe, le strutture per la rigenerazione, rifondazione, riunificazione (le tre erre ) di tutti gli ecologisti ed anche di altri che si collocano con disagio nel campo riformista e in quello della tutela sociale, richiedono la crescita di un secondo fronte ben più rilevante, costituito da persone provenienti da diverse esperienze, allontanatisi dai Verdi da tempo, o nuove e fresche di fronte alla politica, che favoriscano il processo di solve et coagula (Langer) per far decollare un nuovo movimento politico di tutti gli ecologisti che innovi la forma di partito e riproponga una struttura federalista. Una benedetta moltitudine che ha denominatori comuni ma che deve mettere in comune diverse tonalità di linguaggi e di esperienze rendendo anche comune il recupero della memoria di decenni di impegno.
Serve un nuovo movimento politico centrato sulla riscoperta della lotta esemplare, la strutturazione di un discorso politico-culturale; è necessario costituire un”cuore verde “ ed estendere l’impegno all’azione riformista ed all’azione sociale specie sul tema della precarietà dei lavori e sulla precarietà sociale. Se tutti i termini indicati vengono praticati seriamente può essere ottenuto il carattere tendenzialmente maggioritario, moderno , radicale dei nuovi ecologisti.
5 Noi proponiamo la pratica di non essere per nessuno ma di essere con tutti. Sosteniamo la proposta e la necessità di una nuova formula: la federazione delle persone, dei progetti culturali, delle attività produttive ed insieme delle capacità, delle qualità, delle speranze, dei sogni e delle visioni degli uomini e delle donne di buona volontà per costruire una società armonicamente eco-orientata, per invertire la direzione del suo sviluppo .
Come Cittadini del Pianeta abbiamo urgente necessità di affrontare l’emergenza ecologica e climatica, di superare un sistema economico basato sulla crescita infinita, di riformare le organizzazioni e le istituzioni sociali, liberi dai condizionamenti culturali delle ideologie del secolo scorso; di sconfiggere ogni pregiudizio culturale e sociale e di affrancarci da ogni cultura basata sull’egocentrismo.
Siamo consapevoli che la vita è nelle nostre mani e andrà bene se sapremo con coraggio essere noi stessi e se nei nostri comportamenti saremo degni dei nostri sogni.
Intendiamo affermare una ecologia ambientale, una ecologia sociale e politica ed una ecologia etica. Solo attraverso una pratica dell’integrità e della giusta relazione potremo preservare e difendere l’autenticità di ogni cosa ed ogni essere vivente.
Il XX secolo, sanguinoso e rovinoso più di ogni altro, ci ha dato in lascito una tecnologia potentissima ed uno smarrimento generale. Ma anche il senso di inadeguatezza di ogni teoria razionale o metafisica non sostenuta dalle ragioni del cuore e non supportata dalla naturale saggezza della vita e della natura.
Intendiamo quindi l’ecologismo non come una nuova ideologia ma come un insieme di tendenze, pratiche, sentimenti, insegnamenti e visioni che possono sostenere e guidare verso la soluzione dei tanti problemi attuali.
In Italia nello specifico vi è urgenza di una rottura con tutto ciò che è definito Casta , Corruzione , Mafie ed insieme anche una rottura con tutto il vecchio bagaglio culturale delle ideologie novecentesche, prive di innocenza perchè anche corresponsabile della progressiva degenerazione ecologica economica e sociale. Nello stesso tempo bisogna mantenere e difendere i contenuti essenziali ed irrinunciabili della nostra Costituzione.
Occorre riaffermare una lotta esemplare, nonviolenta ma esemplare, contro quanto pregiudica la sopravvivenza del Pianeta e dei suoi abitanti e condurre una contestazione sistematica delle attività economiche dannose, dei comportamenti istituzionali fraudolenti e di tutte le altre forme delinquenziali di illegalità.
Insieme si deve essere capaci di costruire e promuovere una sana cultura della sobrietà e dell’onestà, della salute e della convivenza civile. Il compito non è solo politico o principalmente politico. E’ un compito insieme sociale, culturale ed economico.
Non intendiamo fare un nuovo partito che replichi in modo magari originale i fallimenti di tutti gli altri. Intendiamo favorire qualcosa di più grande, ampio e nuovo, di cui l’attività politica istituzionale deve essere solo una parte.
Noi proponiamo una fase di costituente ecologista che proceda alla federazione di tutti i singoli ed i gruppi interessati, garantendone autonomia e decentramento, intorno a 3 modalità organizzative:
- un rassemblement sul territorio di tutti i singoli e le associazioni operanti su base locale con una sintesi organizzativa regionale: sull’ambiente, sull’impegno sociale e sui diritti civili.
-una federazione trasversale nazionale di tutti i movimenti e le associazioni culturali, sociali e politiche specifiche confederando le realtà regionali. Non è più accettabile la centralizzazione politica a Roma del nuovo movimento anche se, una sua espressione attraverso “due portavoce nazionali “ è ancora necessaria.
-una nuova aggregazione dei lavoratori, delle imprese e delle attività orientate alla conversione ecologica ed all’equità e sostenibilità sociale.
6 Rigenerare, rifondare, riunificare. La sfida è grande. Saremo in grado di divenire incisivi se sapremo collegarci realmente ognuno con gli altri, agendo insieme e riconoscendo reciprocamente la validità delle ragioni dell’altro. Proponiamo una attività collettiva di guarigione da ciò che ci tiene separati e talvolta lontani. L’avvio e la decisione di continuare gli”incontri di Puin” con la nascita del Gruppo delle cinque terre, la sua progressiva espansione insieme alla razionalizzazione nazionale del ruolo di strumenti che operano nel web come i Blog (costituzione del portale degli Ecologisti) sono uno dei modi con cui cerchiamo di dare un contributo a questo processo.
Stimiamo il lavoro svolto e le attività delle diverse associazioni ambientaliste. Ma come ignorare che nonostante 30 anni di lotte ambientali i risultati sono o insufficienti o scarsi o inesistenti? L’Italia è una delle nazioni più inquinate d‘Europa, il territorio è soffocato da inquinamento, abusivismo, traffico e rifiuti, decine di navi con scorie radioattive sono seppellite davanti le nostre coste, aria acqua e terra sempre più inquinate, i tumori si diffondono, abbiamo un “benessere” che grida vendetta. Oltre a piccole conquiste e locali affermazioni, la situazione è talmente grave che occorre uno sforzo eccezionale e congiunto per produrre cambiamenti significativi. Potrebbe presto non avere più alcun senso proporre o produrre nuove leggi e normative ambientali che tanto non vengono realmente applicate.
Nella situazione attuale nessuno sembra in grado di fermare il nucleare che viene riproposto o la truffa velenosa degli inceneritori. E siamo realmente indietro agli altri paesi sia sulle energie rinnovabili sia sulle connessioni in reti digitali.
Iniziative di Lotta esemplare devono essere preparate in questi settori.
E quanto detto potrebbe valere anche per altri ambiti associativi, nel campo dell’intervento sociale e nel settore dei diritti civili.
Fare qualcosa è incidere sulla realtà, risolvere i problemi esistenti, non candidarsi alle elezioni, costituire una piccola corporation e lobby di settore, una piccola burocrazia, un flusso di fondi economici, il tutto giustificato da una serie di iniziative irrilevanti o senza esito.
Cultura società e politica sono indissolubilmente collegate.
Come esempio: negli ultimi decenni si stanno diffondendo pratiche di vita ecologiche come l’alimentazione, l’agricoltura e le medicine naturali, e tuttavia mentre diventano sempre più consistenti come attività economiche, emergono progressivamente truffe sempre più ingenti alle leggi ed alla salute e fiducia dei consumatori.
Occorre operare nei vari settori per rigenerare, rifondare e riunire. Ed è un compito anche culturale e di comunicazione. Noi proponiamo di attuare e realizzare tutti insieme , attraverso uno sforzo straordinario, una serie di eventi e strutture di comunicazione tra cui:
* una Convention generale ecologista (Stati generali ?) con anche forti presenze europee ed internazionali e che possa durare anche 10 giorni, come evento di svolta, di grande richiamo, con forti contenuti culturali e di comunicazione.
* una Ecoexpo collegata a questo evento che la segua a distanza di qualche mese con il coinvolgimento di tutte le realtà economiche, produttive, ecocompatibili ecorientate e socialmente sostenibili già esistenti, al fine di favorire la loro espansione.
* Un network di Media: Web ma anche Tv e carta stampata, che parta dalla unificazione dei vari frammenti comunicativi degli ecologisti oggi già esistenti messi in rete e connettendoli fra loro nel Portale degli ecologisti per moltiplicare la loro potenzialità comunicativa.
Tutto questo non sarà immediato, facile o per subito ma potrebbe essere ciò di cui abbiamo veramente bisogno: il coraggio di tutti di cambiare potrà portare al coraggio di cambiare tutto, veramente.
Come Gruppo delle Cinque Terre non intendiamo essere un nuovo gruppo che si aggiunge ad altri ma intendiamo costruire ponti che uniscano e unifichino i gruppi esistenti per promuovere la casa comune degli Ecologisti.
Gruppo delle Cinque Terre (ottobre 2009)
E quanto detto potrebbe valere anche per altri ambiti associativi, nel campo dell’intervento sociale e nel settore dei diritti civili.
Fare qualcosa è incidere sulla realtà, risolvere i problemi esistenti, non candidarsi alle elezioni, costituire una piccola corporation e lobby di settore, una piccola burocrazia, un flusso di fondi economici, il tutto giustificato da una serie di iniziative irrilevanti o senza esito.
Cultura società e politica sono indissolubilmente collegate.
Come esempio: negli ultimi decenni si stanno diffondendo pratiche di vita ecologiche come l’alimentazione, l’agricoltura e le medicine naturali, e tuttavia mentre diventano sempre più consistenti come attività economiche, emergono progressivamente truffe sempre più ingenti alle leggi ed alla salute e fiducia dei consumatori.
Occorre operare nei vari settori per rigenerare, rifondare e riunire. Ed è un compito anche culturale e di comunicazione. Noi proponiamo di attuare e realizzare tutti insieme , attraverso uno sforzo straordinario, una serie di eventi e strutture di comunicazione tra cui:
* una Convention generale ecologista (Stati generali ?) con anche forti presenze europee ed internazionali e che possa durare anche 10 giorni, come evento di svolta, di grande richiamo, con forti contenuti culturali e di comunicazione.
* una Ecoexpo collegata a questo evento che la segua a distanza di qualche mese con il coinvolgimento di tutte le realtà economiche, produttive, ecocompatibili ecorientate e socialmente sostenibili già esistenti, al fine di favorire la loro espansione.
* Un network di Media: Web ma anche Tv e carta stampata, che parta dalla unificazione dei vari frammenti comunicativi degli ecologisti oggi già esistenti messi in rete e connettendoli fra loro nel Portale degli ecologisti per moltiplicare la loro potenzialità comunicativa.
Tutto questo non sarà immediato, facile o per subito ma potrebbe essere ciò di cui abbiamo veramente bisogno: il coraggio di tutti di cambiare potrà portare al coraggio di cambiare tutto, veramente.
Come Gruppo delle Cinque Terre non intendiamo essere un nuovo gruppo che si aggiunge ad altri ma intendiamo costruire ponti che uniscano e unifichino i gruppi esistenti per promuovere la casa comune degli Ecologisti.
Gruppo delle Cinque Terre (ottobre 2009)
Il Gruppo delle Cinque Terre si è costituito nell’agosto 2009 ponendosi tre obiettivi:
* la riunificazione dei differenti gruppi e movimenti dell’area ecologista
* contribuire alla realizzazione del nuovo programma ecologista
* promuovere nuovi strumenti di comunicazione del movimento politico degli Ecologisti
Info: www.eco-ecoblog.blogspot.com * ecoblog@libero.it (Massimo Marino)
www.fiorigialli.it * info@fiorigialli.it (Maurizio Di Gregorio)
questo blog è tra i promotori della rinascita ecologista? se sarà un rinnovamento e una svolta, io ci sarò. aspetto i veri segnali di cambiamento, perchè gli attuali verdi non lo rappresentano, però vorrei che ci fossero con umiltà e responsabilità.
RispondiEliminaTotalmente d'accordo con Rigitans
RispondiEliminadiffuso su www.movimentovalledora.org
RispondiEliminaCi PIACE!