Inizialmente
il partito del primo ministro indicava soluzioni autarchiche contro il
diffondersi del contagio. Le cose sembrano cambiate negli ultimi tempi dopo i
492 casi censiti e i nove morti, dati destinati ad aumentare col passare del
tempo.
di Claudio Madicardo *
Il primo ministro indiano Narendra Modi ha
annunciato un blocco totale per ventun giorni di tutto il paese. Un miliardo
trecento milioni di indiani non potranno uscire di casa in seguito
all’imposizione dell’isolamento deciso dal governo. Già nelle strade di molte
città indiane stamattina erano comparsi check point della polizia che impediva
il transito dei cittadini invitati anche a suon di bastonate a far ritorno
nelle loro abitazioni. “Se questo paese non si ferma per ventun giorni, ha
spiegato Modi, l’India rischia di tornare indietro di ventun anni”.
Da qualche
tempo l’India s’è accorta del pericolo del coronavirus. Se inizialmente i
militanti del Bharatiya Janata Party, il Partito del Popolo Indiano del
sovranista primo ministro Narendra Modi, indicavano autarchicamente nella
medicina tradizionale indiana ogni efficace rimedio contro il diffondersi del
contagio, le cose sembrano cambiate negli ultimi tempi dopo i 492 casi censiti
e i nove morti, dati destinati ad aumentare col passare del tempo. Il
problema è comunque capire se non sia già troppo tardi, e il virus si sia già
potuto spandere nelle campagne portato dal fiume umano che vi si è riversato
con ogni mezzo appena s’è diffusa la voce dei provvedimenti restrittivi del
governo.
Per dare un
quadro di cosa sta accadendo in tutta la regione, oltre a quelli indiani,
devono essere citati gli 873 contagi del Pakistan i 92 dello Sri Lanka, i
quaranta dell’Afghanistan, i tredici delle Maldive, i trentatré del Bangladesh,
e i due per il momento registrati in Bhutan e Nepal (cifre provvisorie). La
diffusione che si sta verificando conferma l’area geografica come ad alto
rischio. Vi risiede infatti il venti per cento della popolazione mondiale con
dense concentrazioni nelle megalopoli. Tenuto conto che spesso le strutture
sanitarie sono carenti se non inesistenti.
Nei giorni
scorsi Narendra Modi ha lanciato un appello agli altri paesi della Saarc, che
con l’India raggruppa altre sette nazioni dell’area, invitandoli a cooperare
creando un fondo di emergenza con contributi volontari. Modi ha
assicurato di poter fornire medici, kit per i test, attrezzature, attività di
formazione online, software per la condivisione di dati, i protocolli finora
elaborati per le varie procedure, sanitarie e non. Per il futuro ha proposto
una piattaforma di ricerca comune e un confronto tra esperti sulle conseguenze
economiche a lungo termine. Anche se con colpevole ritardo, il governo pare
deciso di correre ai ripari, e ha avviato una campagna informativa nel paese
sulla pericolosità del coronavirus. Da giorni chi usa il proprio telefonino per
chiamare deve sentire il messaggio di una voce registrata che l’informa sul
rischio del contagio. Mentre il governo ha ordinato la sospensione di
tutti i voli domestici dal 24 marzo per un “periodo indefinito”. Il
provvedimento esclude i voli cargo necessari per i rifornimenti. Quanto ai voli
internazionali erano già stati sospesi dal 22 al 29 marzo, anche quelli con
l’esclusione dei cargo.
La nuova
restrizione sui trasporti nazionali segue le misure riguardanti il blocco fino
al 31 marzo di tutti i collegamenti ferroviari per passeggeri, delle tratte
autobus interstatali e dei servizi ferroviari metropolitani in tutto il
paese. Ordini di chiusura delle attività non essenziali e di permanenza in
casa delle persone sono stati emanati al momento in trenta tra i ventinove
stati e sette territori che costituiscono l’Unione indiana, e coprono 548
distretti su 728. Il 19 marzo scorso il primo ministro aveva annunciato il
“coprifuoco del popolo”, una prova generale di isolamento per domenica 22. In
tal modo tutto il paese è stato interessato dalla prima prova generale del
lockdown, con tutta la gente invitata a non uscire da casa. Le foto delle
trafficate strade e piazze indiane completamente vuote pullulano in rete. Mentre
proseguono gli interventi di sanificazione delle strade e le scuole sono state
da tempo chiuse, i grandi centri commerciali hanno sospeso di funzionare. È
prevedibile che il blocco totale dei movimenti avrà un effetto benefico sugli
intollerabili livelli di inquinamento delle grandi metropoli indiane, a
cominciare dall’inferno della capitale Delhi. Un beneficio già verificato del
resto in Cina.
“Questa è
la stazione di Pune. Pune, tra le aree urbane, ha il più alto numero di casi in
India. Questi treni porteranno la gente nelle zone rurali remote dell’India
dove sono al minino le strutture sanitarie e la capacità di eseguire test #CoVid19. Ditemi ancora una volta: perché non siamo ancora nel
lockdown?”
La stretta
in atto riguarda anche l’attività politica. È notizia di oggi che la
Commissione elettorale (Eci) ha deciso il rinvio delle elezioni per il rinnovo
parziale del Consiglio degli Stati (Rajya Sabha), la camera alta del parlamento
federale, che erano state programmate per il 26 marzo. Viene quindi rimandata
ad altra data la consultazione per assegnare diciotto seggi in Andhra Pradesh,
Gujarat, Madhya Pradesh, Rajasthan, Jharkhand, Meghalaya e Manipur.
La
situazione di emergenza sanitaria pubblica ha suggerito di evitare le
possibilità di incontri di qualsiasi natura che espongono a possibili rischi
per la salute. Dal momento che le elezioni comportano il riunirsi di funzionari
elettorali, militanti di partiti politici, funzionari di supporto e membri
delle rispettive assemblee legislative. In attesa degli sviluppi, la situazione
verrà esaminata nuovamente a fine mese. Mentre sono annunciate misure di
alleggerimento fiscale, s’attende un nuovo discorso del primo ministro Narendra
Modi probabilmente in serata.
foto di
apertura: - teleconferenza stampa del primo ministro Narendra Modi
altre foto:
- Turisti stranieri incontrano ostilità in India mentre cresce il panico per il
coronavirus
- Poliziotti allontanano trasgressori del blocco
totale per le strade
* da ytaly.com
– 24 marzo 2020
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