4 marzo 2020

Zero emissioni al 2050, presentata la Climate Law per rendere vincolante l’obiettivo Ue



Ma la proposta della Commissione è timida su vari aspetti.

La Commissione europea ha presentato oggi l’attesa Climate Law, la legge per rendere giuridicamente vincolante il target Ue di zero emissioni nette entro il 2050. Novità principale della nuova legge sul clima rispetto alla bozza: è stato rimosso l’obiettivo di conseguire “rimozioni” nette di gas a effetto serra dopo tale data, mentre  l’obiettivo per il 2030 è di tagliare la CO2 del 50-55% al 2030, anche se il target per quell’anno sarà essere definito a valle di una valutazione d’impatto.

La legge, che ora deve ottenere l’approvazione del Parlamento europeo e degli Stati membri, impegnerebbe l’UE a 27 nazioni a ridurre le proprie emissioni nette di gas serra a zero entro il 2050 e la deadline è considerata a livello europeo, per cui gli Stati membri potranno agire con velocità diverse. Si tratta di una legge quadro che per la prima volta inserisce nella legislazione comunitaria l’obiettivo della climate neutrality al 2050. A tal fine, tutte le politiche europee dovranno essere riviste per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica, in modo che tutti i settori dell’economia europea facciano la loro parte.

Come detto, il testo, per il 2030 parla di una riduzione dei gas serra del 50-55% rispetto ai livelli del 1990, ma “sulla base di una valutazione d’impatto esaustiva”, la Commissione proporrà in seguito l’obiettivo unionale per quell’anno e la Climate Law sarà rivista di conseguenza.

Entro giugno 2021 l’esecutivo europeo esaminerà e, se del caso, proporrà di rivedere tutti gli strumenti politici necessari per conseguire le riduzioni supplementari previste per il 2030.

Per il periodo 2030-2050 la Commissione propone poi di predisporre una traiettoria unionale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, in modo da poter misurare i progressi compiuti e garantire prevedibilità alle autorità pubbliche, alle imprese e ai cittadini.
Entro settembre 2023, e successivamente ogni cinque anni, Bruxelles valuterà la coerenza delle misure nazionali e dell’UE rispetto all’obiettivo della neutralità climatica e alla traiettoria per il periodo 2030-2050 e sarà autorizzata a formulare raccomandazioni destinate agli Stati membri i cui interventi non sono compatibili con l’obiettivo della neutralità climatica; gli Stati membri dovranno tenere conto delle raccomandazioni o spiegare le loro motivazioni se omettono di farlo. La Commissione potrà inoltre riesaminare l’adeguatezza della traiettoria e le misure adottate a livello di Unione.

Assieme alla Climate Law si vara una consultazione pubblica su un nuovo “patto europeo per il clima”, per dare voce ai cittadini e ai portatori di interessi nella progettazione di nuove azioni; la consultazione pubblica (link nei documenti in basso) resterà aperta per 12 settimane e i contributi saranno utilizzati per definire il patto per il clima che sarà varato prima della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma a Glasgow nel novembre 2020, la COP26.
Tra i primi commenti alla nuova legge, quello deluso di Greta Thunberg: “Emissioni nette pari a zero entro il 2050 per l’UE equivale alla resa. Significa arrendersi ”, ha dichiarato assieme ad altri 33 giovani. “Non abbiamo bisogno di obiettivi solo per il 2030 o il 2050. Soprattutto, ne abbiamo bisogno per il 2020 e ogni mese e anno a venire.”

Come detto, si conferma l’intenzione della Commissione di proporre, entro settembre prossimo, l’aumento dell’attuale obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra per il 2030 al 50-55% rispetto ai livelli del 1990. “Proposta poco ambiziosa e non in linea con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5°C”, ricorda Legambiente. Per fronteggiare l’emergenza climatica, sottolinea l’associazione, si deve andare oltre il 55% già proposto da diversi governi europei e dall’Europarlamento. L’Europa può e deve ridurre le sue emissioni di almeno il 65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, in coerenza con le indicazioni dell’Emissions Gap Report delle Nazioni Unite. Secondo il rapporto, per contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5°C, dal 2020 al 2030 le emissioni dovranno essere ridotte del 7,6% all’anno. Si tratta di un drastico cambio di passo se paragonato al trend attuale. In Europa, infatti, negli ultimi cinque anni le emissioni sono diminuite appena dello 0,25% annuo.

I prossimi mesi saranno cruciali – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. L’emergenza climatica non consente ulteriori rinvii. Un primo segnale chiaro e forte deve già venire dal Consiglio Ambiente che si riunisce domani a Bruxelles e che ha in agenda sia la Legge sul Clima che il Green Deal Europeo. L’Italia deve sostenere con forza la necessità di avviare da subito il processo di revisione degli attuali impegni di riduzione al 2030. Non è possibile attendere fino a settembre. La Commissione deve presentare una proposta di aumento dell’obiettivo al 2030, ambiziosa e in linea con la soglia critica di 1,5°C, in tempo utile affinché i governi possano raggiungere un accordo non oltre il Consiglio Europeo di giugno. Solo così l’Europa può arrivare al Vertice Ue-Cina, in programma il prossimo settembre a Lipsia e per la prima volta a livello di capi di stato e di governo, con una proposta in grado di spingere la Cina a sottoscrivere un accordo ambizioso in vista della COP26 di Glasgow”. L’Europa – spiega Legambiente in una nota – potrà così non solo contribuire al successo di Glasgow, ma soprattutto creare le necessarie condizioni politiche per accelerare la decarbonizzazione della nostra economia e dare gambe a un vero Green New Deal Europeo. In questo modo sarà possibile affrontare con determinazione l’emergenza climatica, accrescere la competitività della nostra economia, creare nuovi posti di lavoro e mettere in campo un’Europa leader nella transizione verso un’economia globale libera da fonti fossili, circolare e a zero emissioni.

4 marzo 2020

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