Mia Manuelita Cumba Masacariñas-Green era
un avvocato ambientale. E' stata assassinata davanti ai suoi 3 bambini il 15
febbraio 2017, mentre tornava a casa a Tagbilaran, Bohol. Mia era membro
del consiglio direttivo del Centro di Assistenza Ambientale (ELAC). Mia
aveva gestito una serie di cause civili e penali ambientali, lavorando con Alternative
Law Groups (ALG). La sua morte porta a 112 il numero di
attivisti ambientalisti uccisi nelle Filippine nel corso degli
ultimi 15 anni.
L’associazione filippina Kalikasan Global
Witness riporta 88 uccisioni di attivisti ambientali e sindacali nelle Filippine
nel giro di cinque anni, tra il 2010 e il 2015. Le aggressioni hanno raggiunto
l’apice nel 2015, con 33 omicidi, facendo delle Filippine il secondo
paese più pericoloso al mondo per gli attivisti ambientali, subito dietro il
Brasile.
Secondo Front Line Defenders l'anno scorso 281
difensori dei diritti umani sono stati uccisi in 25 paesi, il 49 per cento dei
quali difendevano terra, indigeni e diritti ambientali. Front Line
Defenders ha rilevato che nella stragrande maggioranza dei casi le uccisioni
sono state precedute da avvertimenti, minacce di morte e intimidazioni che,
quando riferiti alla polizia, sono stati sistematicamente ignorati. Oltre agli
omicidi, la metà dei casi riportati da Front Line Defenders nel 2016 sono una
criminalizzazione interessata, una tattica che richiama la prima scelta dei governi per mettere a
tacere i difensori e per dissuadere altri.
* da salvaleforeste 9 marzo 2017
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