7 giugno 2020

Roma, Extinction Rebellion protesta sul parapetto di Ponte Sant’Arcangelo


Ambiente. Flashmob ecologista nella capitale. Aperto un grande striscione: «Covid oggi, clima domani, agire ora»



Sabato 6 giugno gli attivisti e le attiviste di Extinction Rebellion (XR) sono saliti sul parapetto di Ponte Sant’Angelo, in piedi rivolti al Tevere: una performance potente per comunicare lo stato di estremo pericolo in cui versa l’umanità a causa della crisi climatica ed ecologica in atto.
«Non stiamo andando verso la catastrofe, siamo nell’ istantaneità della catastrofe: l’intera umanità oggi si trova sul parapetto di un ponte, o scendiamo da qui o siamo destinati a cadere e morire. L’attuale modello di sviluppo basato sulla crescita infinita non garantisce più la sopravvivenza della specie umana sul Pianeta. Covid-19 è solo l’inizio. Il cambiamento climatico sta avendo e avrà conseguenze reali fuori dall’immaginazione: non è catastrofismo, è la scienza che lo dice da oltre 30 anni, senza essere ascoltata. I governi di tutto il mondo hanno sino ad oggi fallito nella loro missione di proteggere i cittadini: se non sarà attuato un cambio sistemico e una transizione ecologica  ora, l’umanità verrà presto decimata dagli effetti diretti e indiretti del collasso climatico!» – dichiara il gruppo XR di Roma.
È precisa responsabilità del Governo quella di proteggere la salute dei propri cittadini. Per questo Extinction Rebellion chiede al Governo italiano di trattare la situazione attuale per quella che è: una crisi vera e propria. Il cambio deve essere sistemico, richiede coraggio e non è possibile procrastinare. Ora è il tempo ed è già tardi. Agire è un dovere morale dei Governi, per la difesa dell’intera umanità.

Secondo l’ONU il 75% dell’ambiente terrestre è stato gravemente alterato dall’azione antropica, l’impatto sull’ambiente marino arriva al 66%. L’attuale tasso di estinzione globale delle specie è fino a centinaia di volte superiore alla media degli ultimi 10 milioni di anni. Siamo nella 6° estinzione di massa, dovuta alla crisi climatica e ecologica più imponente della storia umana, «la sfida più grande dell’umanità», come l’ha definita lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. I livelli di anidride carbonica nell’atmosfera sono oggi i più elevati degli ultimi 800.000 anni.

L’ultima volta che la concentrazione di anidride carbonica era così alta gli esseri umani non esistevano. Divampano incendi fuori controllo in Indonesia, Siberia, Brasile; in Australia sono bruciati più di 6 milioni di ettari di foresta; i ghiacciai si sciolgono senza sosta, cancellando migliaia di chilometri di coste e destinando centinaia di città costiere a scomparire per sempre; il permafrost si scioglie con più di 70 anni di anticipo rispetto alle previsioni, liberando nell’aria spore e batteri sconosciuti. È la cronaca di una morte annunciata, il risultato dell’inerzia e dell’irresponsabilità dei governi mondiali.

* da il manifesto 7 giugno 2020 - foto: Stella Levantesi

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